Biglietto, signorina
Letteratura italiana
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Bellano tra misteri, carabinieri, prevosto e vices
La ridente e variegata Bellano continua a celare misteri. Vitali ci fa attraversare l caserma dei carabinieri, la stazione del paese, la canonica del Signor Prevosto Revelli e le stanze del municipio ma non solo.
Tutto comincia con l'arrivo in treno di una ragazza avvenente ,a sconosciuta, senza documenti. A quanto pare si chiama Marta e cerca un dottore. Il vicesindaco faccendiere Toninelli si allarma, Marta conosce il suo losco passato, quindi onde evitare ricatti è meglio aiutarla.
La sconosciuta porta di conseguenza guai ed avventure. La drogheria del paese è messa di mezzo e il vicesindaco continua a coltivare obiettivi poco chiari, denaro e interessi usurai.
Il racconto ruota poi attorno ad un suicidio, il gestore della drogheria che aveva assunto, spintamente, la Marta quale commessa e tutto fare visto che sua moglie era ormai invalida. Dal suicidio emergono nuovi misteri e strategie tra carabinieri e prevosto per scovare la verità e chiudere le brutte faccende.
Un racconto lungo e non breve ma che scorre piacevolmente. Ironia, semplicità di paese ed una ottima scrittura a livello di uso delle parole. Da farsi immergere nell'ambiente del lago.
Consiglio la lettura per chi già conosce questo autore, non delude e rilassa.
Da leggere per distendere i pensieri e vagare tra avventure e storie di paese all'italiana, scritte bene.
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Il treno porta guai
Questa volta a scendere alla piccola stazione di Varenna è una straniera. Giovane, appetitosa, e con poca conoscenza dell'italiano, forse spaurita o forse solo furba. Colta senza biglietto viene affidata al capotreno e da qui ad intrufolarsi nella vita e nei pensieri dei bellanesi il passo è breve. in poco tempo riesce a turbare il sonno di non pochi seri uomini capofamiglia, entra nella casa e nel letto del droghiere, si svela essere imparentata con personaggi tutt'altro che raccomandabili. Diffatti a mancarle è solo il biglietto, non certo le idee chiare o i mezzi per perseguire i suoi scopi.
Il contorno di questo romanzo è quello classico di Andrea Vitali. Una vita di provincia infarcita di pettegolezzi, personaggi bizzarri, piccoli imbrogli. In questo volume però c'è un tentativo di infiltrazione criminale, assassini ed indagini di polizia. Tutto questo passa però, quasi in secondo piano rispetto al mondo fantasioso che si è inventato Vitali.
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Dall'Albania arriva a Bellano una tipa tosta
La vita a Bellano scorre abbastanza tranquilla : pochi eventi la turbano, battibecchi di paese, pettegolezzi tra comari, rancori personali. il tutto sotto l’attento controllo della stazione dei carabinieri e la supervisione paterna del prevosto di turno, coadiuvato da acide e scafate perpetue.
Nel giugtno del ’49, però, accade qualcosa : arriva a Bellano, via Milano-Varenna, una nuova tipa, tale Marta Bisovich; è in cerca di qualcuno e, sprovvista di biglietto ferroviario, viene affidata ai regi carabinieri. Inizia così il nuovo romanzo di Vitali (rifacimento di un vecchio racconto del 2001) : l’intrusa arriva dall’Albania, ha alle spalle un passato burrascoso, e, naturalmente, turba, e di molto, l’ordinato tran tran della vita paesana. Rende insonni le notti del viscido vicesindaco, trafficone politico che ambisce a cariche più alte, vivacizza l’operato , al solito monotono, di prevosto e carabinieri, si insinua nella vita di uno sfortunato droghiere del posto, tenta di infiltrare nella paciosa Bellano i loschi affari di una banda di malfattori. Ci scappa pure un morto impiccato e, addirittura, un omicidio per avvelenamento da arsenico. Il romanzo, che sottende vaghi riferimenti al noir francese, esce un po’ dalla consueta struttura narrativa di Vitali, pur mettendo nella solita giostra (a proposito, entra in gioco anche un manesco giostraio) i consueti personaggi di paese, con le loro piccole manie, i loro intrallazzi e le loro ambizioni di potere. Il tutto risulta però come già visto e digerito : Vitali ha certamente un suo seguito, numeroso e plaudente, ma una sterzata sul più spiccatamente popolaresco (vedi la scrittura dialettale) potrebbe, a parer mio, giovargli.