Bentornati in casa Esposito
Letteratura italiana
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Riflettendo, Ridendo
Quando ho letto sul retro del libro "Si dice che a Napoli ci siano luci e ombre. Questo libro ha la capacità di mostrarci, attraverso le ombre, la luce." scritta da Alessandro SIANI, allora ho deciso di iniziare la lettura di questa famiglia degli Esposito tipica partenopea. Sin da subito mi è piaciuto uno dei protagonisti del libro e cioè Tonino Esposito, il capofamiglia dove tutti comandano tranne che lui. Figlio di un boss ucciso dalla camorra, anche lui vuole seguire le orme del padre, ma non riesce nell'intento in quanto non è portato ad essere un camorrista. Il boss "O Tarramoto", per toglierselo dai piedi, gli trova un impiego presso un'agenzia di pompe funebri. Tonino ne combina di tutti i colori, risate a crepapelle. Mi piace anche l'uso del dialetto utilizzato nei dialoghi dei personaggi e i "nomignoli" che vengono attribuiti ai vari personaggi del libro come il Tatore "mezarecchia", Ciruzzo "O' Schiattamuorto" Ciccio "A' Botta" o Genny "O piranha" perchè mangia tutto quello che gli capita a tiro. Tipico del Sud attribuire i nomignoli o soprannomi alle persone in base a comportamenti o tratti caratteriali e fisici degli stessi. Nell'opinione ho scritto "Riflettendo,Ridendo" perchè l'autore tocca il male che affligge la realtà campana e lo fa in maniera cruda e veritiera, non allontandasi dalla realtà, anzi fa capire al lettore fin dove puo' arrivare la malvagità che alberga nei cuori dei camorristi. Ma nonostante tutto ci sono personaggi come Tina figlia di Tonino che si oppone alla strada intrapresa dal padre, anzi in un corteo contro la camorra, è in prima fila per dire "BASTA", o personaggi come Don Gaetano suocero di Tonino, che rappresenta la faccia pulita di Napoli, il quale va in aiuto ai nipoti che si trovano in difficoltà con la fantasia di cui i napoletani son dotati. Bella la sequenza in cui viene spiegata "La Ruota degli Esposti", dove venivano messi i neonati abbandonati dai genitori per miseria, disperazione o perchè frutti della colpa e cresciuti dalle monache della congregazione della Santissima Annunziata "E Rutàre", per far capire ai nipoti ma l'autore si rivolge a tutta la comunità campana, che anche se uno nasce e vive in condizioni difficili ce la puo' fare, incoraggiandoli di non mollare mai. Bella la dedica finale fatta alle persone innocenti che si sono trovate nel posto e al momento sbagliato vittime della cieca violenza della camorra.
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Uomini,iguane,conigli e quaquaraqua
Tonino Esposito è tutto tranne che un boss:imbranato e privo di carisma.
Suo padre invece, don Gennaro Esposito, era il boss del rione Sanità,quartiere storico di Napoli, uomo spietato e senza scrupoli, assassinato in un tipico agguato di camorra.Al posto del vecchio boss viene scelto Pietro De Luca detto 'o Terremoto, luogotenente del vecchio e probabilmente fra i mandanti dell'omicidio.La Camorra infatti è spietata,ignorante e feroce, i boss come i leoni della Savana, si battono per il controllo del territorio e come i grossi felini, quando sono ormai vecchi e malati, vengono eliminati senza pietà dai giovani che ne erediteranno il potere e i privilegi.
Tonino "campa" grazie ad un sussidio molto generoso che gli passa il nuovo capo clan, ma il figlio di don Gennaro ha il suo amor proprio,rivendica un ruolo attivo e non parassitario nel clan,che gli viene definitivamente negato quando ,messo per l'ennesima volta alla prova con la gestione di una ditta di pompe funebri, fallisce miseramente.Così o' Terremoto per non ammazzarlo ma toglierselo dai piedi, lo pone "agli arresti domiciliari"; Tonino sarà dunque guardato a vista da due picciotti fedeli a De Luca: Ciruzzo 'o Schiattamuorto e Tatore Mezarecchia che gli impediranno qualsiasi contatto col mondo esterno.Il resto della famiglia Esposito trascorre le giornate come la gente comune, Patrizia,moglie di Tonino, allatta i due gemellini appena nati,Totò e Peppina(povere creature !,che nomi gli hanno dato!); Tina la primogenita che frequenta il prestigioso Liceo "Vittorio Emanuele"è in piena crisi adolescenziale per lo scuorno di aver scoperto di essere figlia di camorrista.Genny ,il secondogenito, "promette bene", frequenta le scuole elementari e rischia già di essere espulso dalla scuola per una truffa ai danni dei professori! Insomma la buonanima del nonno sarebbe fiera di lui.Intanto nel quartiere scoppia l'ennesima guerra di camorra, a Pietro De Luca ammazzano una sorella e nonostante l'intervento di don Francesco ,parroco del rione, l'escalation di morti ammazzati non si arresta,alla fine anche gli Esposito sono costretti a fuggire.Che ne sarà di loro?
Il romanzo di Pino Imperatore si riallaccia a quel genere letterario che ha inaugurato anni fa Luciano De Crescenzo, ma al tipico umorismo partenopeo fa da contraltare una condanna via via più dura verso il malaffare.Mi è piaciuto il contrasto che nella narrazione diventa sempre più eclatante fra la Napoli criminale, fatta di killer e vendette trasversali con l'altra Napoli, quella dell'arte e della cultura, rappresentata da brevi descrizioni di Mergellina, Posillipo, S. Gregorio Armeno,il Cimitero delle Capuzzelle,il Parco Virgiliano, Via Toledo, Piazza Dante,etc etc
Napoli non è solo Gomorra!Questo romanzo narra la storia semplice di una famiglia "speciale" con un linguaggio chiaro e accattivante, può essere letto da adulti e bambini,sia del Nord che del Sud della nostra Penisola.
I lettori si divertiranno e probabilmente rifletteranno su fenomeni sociali molto pericolosi,ed è questo il suo grande merito, non finirà intonso negli scaffali di una libreria come molti trattati di criminologia,trastullo di tuttologi che sanno sempre perchè o percome Napoli e la Camorra sono così o cosà.Il vero successo per un libro che vuole criticare i fenomeni criminali si realizza quando a leggerlo saranno quante più persone. E' l'indignazione della massa che fa paura alla mafia e alla camorra non il grido del singolo che si perde nella folla degli indifferenti.
di Luigi De Rosa