Narrativa italiana Romanzi Arrivano i pagliacci
 

Arrivano i pagliacci Arrivano i pagliacci

Arrivano i pagliacci

Letteratura italiana

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Allegra Lunare ha vent'anni, è nel momento in cui la vita, per molti, comincia: invece per lei finisce, e deve trovare il coraggio per iniziarne una tutta nuova. Allora Allegra scrive: per non avere paura, per salvarsi l'infanzia, per non dimenticare il senso delle persone e delle cose che sono stati il suo mondo fino a quel momento. Scrive una lettera ai nuovi inquilini che abiteranno la casa dove ha vissuto con la sua bizzarra famiglia.«Ho scritto Arrivano i pagliacci quattordici anni fa: avevo ventidue anni, ero alla ricerca pazza di non sapevo neanche io che cosa e quello che scrivevo lo era con me. Quando si fa così il rischio è quello di dare voce a un'urgenza, anziché riflettere bene per dare urgenza a una voce. E forse l'ho corso.» Chiara Gamberale



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Opinioni inserite: 3

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Arrivano i pagliacci 2016-01-03 20:14:09 valepd
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valepd Opinione inserita da valepd    03 Gennaio, 2016
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Un libro inaspettato ma piacevole

Bene, eccoci qui.
Ho preso questo libro per puro caso, sono andata in biblioteca con l'intenzione di restituire un libro senza prenderne nessun'altro in prestito ma.. ne ho preso due che erano in bella vista nello scaffale. Uno era un libro che volevo leggere da tempo e l'altro era questo.. che mi ha incuriosito per la copertina. (sì, lo so, non si dovrebbe)
Però mi è andata bene, taanto bene.
Siccome era un libro preso per caso non mi aspettavo nulla, non avevo nessun pensiero prima di leggerlo.
Devo ammettere che ho letto molte recensioni negative che criticavano lo stile confusionario dell'autrice.
Non posso dire di averlo amato ma neanche odiato. Era.. spontaneo.
Allegra Lunare ha 20 ed una vita incasinata. E lei lo trasmette tramite questo suo linguaggio confuso, come se le si sovrapponessero i pensieri. All'inizio viene un po' male adattarsi a quel linguaggio che risulta un po' fastidioso, confuso, 'sgrammaticato', ma io son riuscita a conviverci bene, dopo, come ho già detto, a mio parere si adatta con quelli che sono i pensieri e le vicende che condizionano la vita della protagonista.
Si vede che soffre tanto per colpa del padre. E, onestamente, ci son rimasta male quando si son scoperti i due colpi di scena del libro.
In un certo senso, però, ho concluso il libro con un sorriso. Sapete quando chiudete un libro tranquillamente? Come se tutto era destinato a finire così? Ecco.
Però Allegra è strana. Non so. Come se stesse sempre cercando di spiegarsi ma non riuscisse bene per questo si concentra sugli altri personaggi e su quel sentimento che nutre nei confronti di Leonardo.
I signori Godalla spero l'abbiano capita. Perchè era quello di cui aveva bisogno, di parlare e di essere capita.

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Arrivano i pagliacci 2015-01-19 15:25:04 Nadiezda
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Nadiezda Opinione inserita da Nadiezda    19 Gennaio, 2015
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Loro poi comunque arrivano

Allegra Lunare ha vent’anni e la sua vita è appena terminata, lei deve ritrovare la forza di costruirsene una nuova ed il miglior modo per farlo è scappare dalla casa in cui ha vissuto fino ad ora.
Nella sua vecchia casa molto probabilmente andranno a vivere i signori Godalla e lei ha deciso di lasciare loro questo quaderno nel quale riassume tutta la sua casa e la sua storia.
Ha preso questa decisione perché dell’inquilino che abitava prima nella sua casa non sapeva quasi nulla quindi ha pensato che ai nuovi locatari, sapere la storia della sua vita, avrebbe fatto sicuramente piacere.
Ogni casa è piena di oggetti: comprati, regalati, persi e ritrovati.
La protagonista ha deciso di donarli tutti o quasi perché la sua vita deve ricominciare e non può farlo se rimane attaccata ai ricordi dei suoi primi venti anni.
Questo romanzo era stato scritto quattordici anni fa e l’autrice ha deciso di revisionarlo e pubblicarlo nuovamente.
È un libro sempre attuale perché riesce a racchiudere in sé tutto.
La protagonista, Allegra, ci conduce nelle stanze della sua casa, ci descrive ogni particolare e minima cosa ed oltre a parlare dei suppellettili che la circondano ci narra tutta la sua breve vita.
Ci racconta di suo fratello Giù, della mamma Patty una bionda americana e del padre Ettore un professore di filosofia.
Con questo bellissimo libro sentiamo il rumore delle loro vite ed il profumo dei loro ricordi.
Un libro che si fa assaporare e capire.
Un testo che lascia senza fiato perché il finale ci scoppia come una bomba tra le mani.
L’autrice mi ha piacevolmente sconvolto con il suo libro, unica pecca l’italiano che ha usato non è dei migliori, ma bisogna anche dire che questo è uno dei suoi primi tentativi di scrittura.

Vi auguro una buona lettura a tutti!

“La sofferenza è come la magia, domina ancora di più chi crede di poterla dominare.”

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Arrivano i pagliacci 2014-11-25 13:03:54 Virè
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Virè Opinione inserita da Virè    25 Novembre, 2014
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Bella storia cattivo italiano

Finalmente sono riuscita a leggere questo romanzo di Chiara Gamberale che cercavo da tanto. Ho letto diversi suoi libri, alcuni mi sono piaciuti di più, altri di meno, ma questo è al di fuori della classifica: di certo se non fosse suo ne darei un giudizio molto più negativo.
Di questa autrice mi piace particolarmente il fatto che metta dentro ogni suo romanzo un'idea stravagante, rendendo ogni libro unico, mai simile ad un altro suo o di qualche altro autore. Pur scrivendo storie tutto sommato comuni, in ogni suo romanzo ritrovi una premessa particolare che porta avanti tutta la narrazione e la caratterizza inevitabilmente. In "Quattro etti d'amore, grazie" le due protagoniste che si incrociano al supermercato e, dalla spesa nel carrello dell'altra, immaginano quale vita possa avere quella sconosciuta, invidiandola. In "L'amore quando c'era" ritroviamo un piccolo libro incentrato sulla comunicazione breve, mail e sms, tra vecchi compagni di scuola innamorati che si ritrovano. In "Per dieci minuti" troviamo una protagonista abbandonata dal marito, a cui la psicoterapetua consiglia di fare per dieci minuti al giorno una cosa che non si è mai fatta.
Tornando ad "Arrivano i pagliacci", anche qui non manca l'idea simpatica: una giovane ventenne che lascia la casa i cui è cresciuta e che descrive ai nuovi inquilini tutto quello che negli anni è avvenuto nella sua famiglia e tra quelle mura, portando avanti la narrazione attraverso gli oggetti che ha deciso di non portare con sè.
Quello che in questo caso proprio non mi è piaciuto invece è lo stile, semplice ed immediato come è negli altri romanzi, ma qui troppo spesso sconclusionato, con frasi mancanti di punteggiatura e periodi che non si capisce dove vogliano arrivare. Considerazioni che a volte non è chiaro nè chi o cosa riguardino nè quale ne sia il senso. Se avessi letto questo, primo libro di questa autrice, per primo, non so se le avrei dato una seconda possibilità, ma sicuramente l'avrei criticato molto, molto di più. Leggendolo dopo altri suoi romanzi, so che è il primo tentativo di un'autrice che mi piace e che poi ha imparato a scrivere in italiano di senso compiuto e quindi sono più propensa a perdonare i suoi errori giovanili.
Detto questo anche in questo libro da un'idea particolare ne nasce un racconto che nulla ha di scontato, pieno di personaggi particolari, alcuni ben integrati nella realtà dei nostri giorni, altri con la testa tra le nuvole, ma come sempre si ritrova una realtà vasta e particolare. E nulla aggiungo sulla trama che, anche se da metà libro lascia intravedere il finale, si legge con piacere e stupisce.

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