Narrativa italiana Romanzi Anteprima mondiale
 

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Anteprima mondiale

Letteratura italiana

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Venti anni dopo il succcesso di "Woobinda" (1996), Aldo Nove ritorna con "Anteprima mondiale". Un decennale in cui tutto è cambiato senza tradire le profetiche premesse che infiammarono allora pubblico e critica. Nove illustra un mondo cambiato per sempre, giunto oggi a un punto di saturazione, e gioca la carta più difficile: la compresenza di cinismo e compassione nei confronti di una deriva che non salva nessuno, se non un residuale senso umanistico a cui ancorare le proprie speranze. "Anteprima mondiale" fa ridere e spaventa allo stesso tempo. È horror e, paradossalmente, costantemente comico.



Recensione della Redazione QLibri

 
Anteprima mondiale 2016-05-18 21:15:09 siti
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siti Opinione inserita da siti    18 Mag, 2016
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Non è per tutti

“ Questo non è un libro.
Oppure lo è a morsi. A strappi.
A sequenze di lacerazioni"

La nota conclusiva di questa pubblicazione intitolata “Anteprima mondiale” con doveroso sottotitolo “Il seguito di Woobinda, il romanzo di culto che ha segnato una generazione” esprime l’essenza dello scritto. Aldo Nove ritorna dopo un esordio fortunato, dopo vent’anni per dire sostanzialmente che nulla è cambiato o meglio tutto è mutato in un progressivo peggioramento. I nostri tempi vengono amplificati nelle loro brutture in uno scritto che si fregia dell’imprimatur della neonata La nave di Teseo.
L’italiano dell’era postberlusconiana pare essere la vittima designata di questa scrittura fuor di misura: può essere il dipendente da videogiochi, l’internauta convinto che la realtà sia quella fittizia dei social, l’ossessionato (telefoni, sesso, pornografia), il fobico ( evito l’elenco: tutto fa paura). Ci sono Battiato, Crozza, il punto di non ritorno della nostra Europa, l’indolenza di chi subisce e non agisce neanche per capire. Ci sono i laureati sfruttati, c’è la casta universitaria,ci sono lo sporco del sesso mercificato, degli appuntamenti al buio. C’è l’euro, ci sono i Mondiali. E ci sono gli Etruschi:” i capi dei Mondiali”. C’è il voyeurismo globale, ci sono i Teletubbies e la polemica omofoba: PO, DIPSY, LAA-LAA e il presunto gay TINKY WINKY.
Vi state chiedendo di che sto parlando? Allora ho reso l’idea, in parte, del contenuto del libro. Aggiungo solamente nell’ordine una nota sullo stile e una considerazione d’ordine personale. Il libro si nutre di racconti e scritti di Niccolò Ammaniti, Nanni Balestrini, Giuseppe Culicchia, Gilda Policastro, Raul Montanari, Carmen Pellegrino. Lo si scopre sempre attraverso la nota finale ma si intuisce prima il diverso registro stilistico. I toni di Nove sono eccessivi, paradossali, volgari, studiati a d arte per scandalizzare, scuotere e irretire, giungendo a sfiorare il comico. A me personalmente non sono piaciuti anche se lo scritto ha avuto il pregio di farmi dubitare della realtà rappresentata: eccessiva, irriverente, scandalosa. Ho più volte avuto la tentazione di non credere a ciò che c’era scritto quando poi puntualmente l’informazione si è rivelata reale e incredibile e brutta. Alcune parti mi sono rimaste fumose e inaccessibili e mi sono sorpresa della mia straordinaria ignoranza del mondo e dispiaciuta di averne avuto indirettamente l’accesso attraverso questo scritto. Preferisco non conoscere certe realtà. A chi è più smaliziato, più curioso, più defraudato di un residuo senso del bello, potrei consigliare la lettura. Gli altri si astengano. Non è per tutti.

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Woobinda
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Anteprima mondiale 2016-07-24 04:36:52 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    24 Luglio, 2016
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C’è in giro moltissima realtà

Anteprima mondiale di Aldo Nove sta a Woobinda dello stesso autore come il secondo decennio degli anni 2000 sta agli anni Novanta (o come il post-cannibalismo sta al movimento letterario dei cosiddetti Cannibali).

I tempi da allora sono cambiati, nulla è mutato (“C’è in giro moltissima realtà”), tutto è più complicato (“L’Europa è un posto in cui si arriva morendo”) ma drammaticamente riconducibile al vuoto, alla perdita dei valori, all’impoverimento dei rapporti interpersonali.
Il pessimismo è feroce, sboccato, pornografico.
Gli eroi tragicomici sono, ad esempio, gli amici Gianni e Michele. ll primo vive ancora con i genitori, non avendo una propria identità professionale né autonomia economica: una terrificante disavventura erotica lo allontanerà in via definitiva da mamma e papà. Insieme, Gianni e Michele formano l’improbabile coppia di padrone squattrinato e maggiordomo senza domus da gestire.

Il tono è spietato e provocatorio, talvolta ai limiti dell’eresia. Così l’11 settembre è “il giorno più bello della mia vita”.
“Era come un comunismo dell’orrore mondiale.”
“I terroristi devono aver capito che ci sentiamo soli.”

Lo stile, spesso destrutturato, ricorre a frasi choc ed elenchi (come quello delle pornodive) per rappresentare una realtà scadente, ossessiva, ripetitiva…

Bruno Elpis

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