Andiamo a vedere il giorno
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Non sono perfetta neppure io
Sara Rattaro con “Andiamo a vedere il giorno”, torna a parlare della famiglia del precedente libro “Non volare via” letto da me diversi anni fa.
I nostri protagonisti sono cresciuti non solo “fisicamente” e la famiglia dopo la burrasca del precedente libro e anni di quiete si ritrova ancora in piena tempesta.
Se nell’altro libro la voce narrante era dell’adultero padre Alberto, questa volta la protagonista è Alice, la figlia che nel precedente libro aveva proprio beccato il padre con l’amante. Alice è una giovane donna che pur studiando e ancora molto giovane, si è sposata con il suo amore di una vita, Andrea.
“Ero lì. Io, la figlia perfetta, la moglie migliore, la sorella più affidabile” eppure il libro inizia con Alice appena lasciata dal marito e come in passato anche in questo caso, l’unica soluzione che trova è quella di fuggire, ma questa volta, mamma Sandra non la farà partire da sola anche per rimediare a delle mancanze che sente “Dalla nascita di Matteo, le nostre vite sono state stravolte e mi capita di pensare che il tempo dedicato ad Alice sia sempre stato troppo poco. Non avevo trascorso molti momenti da sola con mia figlia”.
Questo viaggio le farà crescere, unire e soprattutto riflettere e scoprire che alla fine non sono poi così diverse.
Sara Rattaro porta in questo libro il vero ruolo della famiglia. Ho apprezzato il suo non essere scontata e di rendere la perfezione poi non così perfetta. Alice da giudice si trova sul banco degli indagati e l’unica che può salvarla e “assolverla” è solo lei stessa.
Tutto si ripete ma non secondo gli schemi. L’unico che rimane sempre una spanna sopra gli altri è Matteo, sordomuto dalla nascita, che della sua famiglia ha veramente capito tutto, ma non la giudica, anzi la comprende e la ama fino in fondo.
Lo stile dell’autrice è molto semplice e comprensibile, il libro è diviso in piccoli capitoli in cui i punti di vista sono quelli dei vari componenti, anche se Alice è l’anello di congiunzione. La storia è riflessiva, io mi sono rivista nella vecchia Alice, quella inflessibile e convinta che certe cose non possano capitare a te, ma il vederla così fragile e in balia di se stessa mi ha fatto riflettere.
Non ho apprezzato in alcuni casi la brevità dei capitoli e soprattutto la parte in corsivo messa qua e là, per me invece che un ulteriore punto di riflessione era uno stacco dalla narrazione. Il finale poi è stato troppo breve, chissà se l’autrice ritornerà a parlare di questa famiglia speciale, sicuramente la voglia di sapere altro è rimasta.
Il libro si legge “in un soffio”, lo consiglio, anche se lo vedo più vicino a un pubblico femminile che maschile.
Buona lettura.
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Il tradimento in famiglia
Andiamo a vedere il giorno è il nuovo romanzo di Sara Rattaro. Un romanzo emozionante, che parla al cuore e ai sentimenti.
Andiamo a vedere il giorno è la frase che Marta, sorella più piccola di Alice, pronuncia dopo una serie di avvenimenti particolarmente dolorosi che ha colpito il suo nucleo familiare. E sicuramente rappresenta molto bene il risultato che attende questa famiglia e i suoi componenti.
Alice, figlia di Sandra ed Alberto, è una donna ormai. Sposata con Andrea, sta attraversando un momento difficile, confuso, tormentato. Il suo viso è attraversato da
“un luccichio, un piccolo lampo che sapeva di sconfitta, di voglia di fuggire, di incredulità. (…)Era lì, indelebile, indissolubile, impossibile da dipanare.”
Ha tradito con coscienza e trasporto il marito, che saputolo la abbandona. Lei è spersa, sofferente, con la madre decido di partire per Parigi, all’avventura. Così sentono entrambe, non si sa per quale motivo, di dover andare alla ricerca della vecchia amante del padre/marito, Camilla. Le due hanno un qualcosa che le accomuna:
“Siamo due donne ferite in modo diverso: lei, portatrice sana di dolore; io, solo un ibrido di risonanza.”
La troveranno? Forse. Risolveranno le complicanze degli amori e dei tradimenti? Chissà …
Un romanzo sulla famiglia e sul tradimento. Ho apprezzato molto il personaggio di Camilla. Un amore radicato nel cuore, a cui per fora Alberto ha dovuto rinunciare, ma sempre presente. Non è l’immagine classica della donna ruba mariti, è un personaggio etereo ma al contempo forte, indimenticabile, di rara e pregevole bellezza. Bellissime le parole con cui il vecchio amante si congeda definitivamente da lei:
“Sei stata qualcosa di violento come un graffio sulla pelle, uno strappo sulla camicia, un pugno nel mio ventre molle. Sei stata tu. Non ti ho amata perché eri bella, proibita, lontana, sfuggente, ti ho amata perché eri Camilla. Perché il tuo sorriso mi rendeva stupido, mi riempiva il cuore e mi faceva dimenticare tutte le mie responsabilità. Ma io le avevo. Ero un uomo con tante responsabilità. Ero un padre, un marito, il padre di Matteo. Tu hai semplicemente squarciato il soffitto, hai portato dentro la luce in una casa fatta di cristallo, dove ogni momento e ogni parola avevano un ordine preciso. Ma il cristallo moltiplica i raggi, li scompone e, improvvisamente, colma la distanza di colori così intensi da dover chiudere gli occhi. Tu sei stata il colore, io gli occhi che si chiudono. Addio Camilla, ti ho amata per fortuna. Ti ho persa per dovere.”
Un libro che si rivolge prettamente ad un pubblico femminile, la cui prosa è scorrevole, e procede veloce. I capitoli sono molto brevi, intervallati qua e là da digressioni scritte in grassetto. Un testo in cui il tradimento, di certo, ha una parte preponderante, per cui:
“Il tradimento è come una formula matematica. Rappresenta in modo conciso ed inequivocabile una relazione quantitativa e si basa sull’assioma inconfutabile che la fedeltà sia un sistema numerico binario. O c’è o non c’è.”.
Il volume rimanda ad un precedente libro di Sara Rattaro, Non volare via, con gli stessi personaggi, un po’ cresciuti, con i loro difetti, le loro debolezze, le loro sensazioni. Ma se là a parlare era il marito Alberto, qui la parte preponderante è della figlia Alice. Un finale, però, un po’ frettoloso, ma nel complesso una bella storia, ben costruita e ben delineata.