Anche le masche amano il sole
Letteratura italiana
Quattro donne, unite da destini intrecciati intriganti e prodigiosi, si muovono in un contesto sorprendente, in cui presente e passato si svelano l’un l’altro, nel pieno rispetto del simbolismo mitologico delle Masche, streghe del folklore piemontese, ancor vivo nei giorni nostri. Un libro magico e fantastico nel genere e nello stile, con il quale Maurizio Persiani rivisita leggende e tradizioni di una terra, per lui, d’elezione, collocando all’ombra del Monviso situazioni e figure femminili affascinanti, ammalianti e modernissime.
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La masca piemontese
Maurizio Persiani, dopo aver pubblicato L'aroma del caffè, Il senso del serpente, torna in libreria con Anche le masche amano il sole, un libro che sin dal titolo incuriosisce e stupisce favorevolmente. Un libro che nella sua interezza e precipua essenza risulta essere fuori del comune, inusuale. Un testo che precede i tempi, poiché privo di trama vera e propria, è costituito da quattro racconti di vita che in ultima risultano essere un ottimo spaccato di realtà e di attualità.
Che cosa sono le masche cui il titolo fa riferimento? La masca è una figura molto conosciuta in terra piemontese, e in specie nelle Langhe. Figure che vengono da un passato remoto, così definite:
"È una strega del folclore piemontese. Figura di rilievo: generalmente sono donne apparentemente normali, ma dotate di facoltà sovrannaturali tramandate da madre in figlia o da nonna in nipote, o per lascito volontario ad una donna giovane. I loro poteri comprendono l'immortalità ma non l'eterna giovinezza o salute: sono quindi vulnerabili e soggette alle malattie e all'invecchiamento. Per poter morire devono trasmettere i poteri ad una altra creatura vivente."
In questo romanzo le "masche"sono quattro donne: Isolina, Matilde, Viviana e Tina e vivono a Mondovì, in provincia di Cuneo. Sono:
"Le masche, le antiche e temute masche che vivevano nei boschi, apparivano e scomparivano nella nebbia, non lasciavano tracce sulla neve e sembravano volare, con le scope, nelle notti di plenilunio."
Le quattro donne si incontrano spesso, raccontando la propria vita, le proprie esperienze lavorative. (...) Che inebria e ci porta con la potenza Delle sue ali nell'irrealtà."
Ne consegue , in definitiva, un ottimo spaccato della società attuale, in cui:
"Viviamo in una società di individui chiusi nel proprio piccolo mondo e che hanno perso il piacevole senso di dare e di ricevere. Siamo immersi in un egocentrismo generalizzato, che cancella l'anima e i sentimenti per sprofondare nella illusoria realtà virtuale."
Il risultato è una ottima lettura, che induce il lettore più smaliziato a vedere oltre al narrato, per riflettere profondamente sulla quotidianità, sui rapporti tra esseri umani, sulle intrinseche difficoltà del vivere civile. Un libro destinato a far discutere sia per la innovativa costituzione in essere, che per gli argomenti trattati. Un testo scritto con arguzia e buona capacità narrativa, che induce ad una lettura intrigante ed avvincente. Uno sguardo pungente e preciso sull'universo femminile, anomalo e differente, che non può che stupire. Un ulteriore plauso per il lavoro di ricerca attento e diligente effettuato dall'autore, che traspare evidente nella raffigurazione di questa importante figura del folclore piemontese.