Alla fine di un'infanzia felice
Letteratura italiana
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Tante piccole grandi verità
Un libro encomiabile per la struttura molto particolare e per i temi trattati, ma forse(secondo me) non proprio facile e scorrevole.
La trama: libro ambientato in Friuli;a Guido, insegnante e collaboratore di una casa editrice , arriva un plico contenente un romanzo da visionare, scritto da un suo amico d'infanzia(Sergio).
Inizia così un excursus prima nella fanciulezza dei 2 protagonisti, poi l'autore è bravo a spaziare in diversi ambiti, tipo i riferimenti storico-politici del dopoguerra, in una terra di confine come quella friulana, si avvicendano quindi flashback del passato con digressioni sul presente. Un'altalena di emozioni e situazioni si alternano in questo romanzo, mi hanno molto colpito le pagine in cui l'editor(Guido) smette di leggere i capitoli del romanzo e medita sui ricordi e sulle conseguenze che certe rivelazioni possano avere nel suo presente.
Ben scritto e molto singolare, una storia x riflettere e forse x meditare che certi momenti del passato, magari apparentemente accantonati, possano ripresentarsi ed essere vissuti con una chiave di lettura diversa
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Alla fine di una storia difficile
Guido Devetta è l'editor di una piccola casa editrice la Gemina, conduce una vita normale , sposato felicemente con Ilaria, insegnante, ha una figlia,Milena, che frequenta l'Università.Una mattina arriva in ufficio un plico che sembra contenere il classico dattiloscritto del solito esordiente, ma non è esattamente così, perchè a scriverlo è stato un amico d'infanzia Sergio Casagrande ,inoltre uno dei protagonisti del romanzo sembra essere proprio lui,Guido Devetta della famiglia dei "Sain", questo il soprannome che ebbero quando,da profughi, si trasferirono a San Quirino piccolo Comune del Friuli-Venezia Giulia.
Guido fin dalla prima pagina è molto combattuto, vorrebbe leggere il manoscritto con distacco professionale per giudicarlo da editor, ma per quanti sforzi faccia, non riesce ad essere obiettivo; le cose che scrive Sergio lo toccano nel profondo.
Il romanzo di Sergio Casagrande s'intitola "Alla fine di un'infanzia felice", ed è diviso in quattro parti: "La faccia di un passante", "L'affare del fieno", "L'intimità", "L'inseguimento".
Ne "La faccia di un passante" Sergio confessa a Guido che, seduto ai tavolini di un bar,durante la pausa caffè ,
visto che lavora presso un 'agenzia pubblicitaria nei dintorni,
lo ha riconosciuto fra i passanti. La sua immagine ha risvegliato in lui vecchi ricordi d'infanzia. Si chiede se il momento di sbandamento,inquietudine e sofferenza interiore che sta vivendo possa essere in qualche modo "curato" recuperando una vecchia amicizia ,finita male. Ne "L'affare del fieno" , infatti Sergio descrive l'infanzia trascorsa a San Quirino ,quando i Sain: padre, madre,figli e zio ,profughi istriani, si trasferirono negli appezzamenti di terra da bonificare della provincia pordenonese. In quel villaggio al confine con i Balcani , Guido e Sergio strinsero una profonda amicizia, ma furono anche testimoni di un tradimento e di una tragedia che ne decretarono la fine. Dopo la descrizione della fine dell'infanzia "felice" Sergio spiazza sia Guido che noi lettori narrando ne "L'intimità", la storia di una sua relazione morbosa con una donna dell'alta società friulana, Lucia, che morirà di un male incurabile che getterà nello sconforto il marito, Giorgio, industriale affermato e uomo posato che, di fronte ai diari e gli sms della moglie che gli testimoniano il tradimento, quasi impazzisce e comincia a perseguitare Sergio,l'amante mai reo confesso .
Che c'entra questa storia con la prima ci chiediamo noi e l'editor Guido Devetta?
Le domande aumentano quando ne "L'inseguimento" ,Guido "Sain" e noi lettori con lui, ci rendiamo conto che Sergio sta spiando l'editor. Continuando a leggere l'ultima parte del manoscritto Guido si rende conto che l'amico, conosce sua moglie,sua figlia, le sue abitudini, addirittura sa dell'amante! Ma che diavolo vuole Sergio da lui? Perchè, lo spia?
Un romanzo , quello di Gian Mario Villalta, intrigante come un giallo,con analisi psicologiche penetranti e riflessioni filosofiche acute, di quelli che meritano più di una lettura.
Certamente ha superato tutte le osservazioni di Guido Devetta meritando la pubblicazione.