Narrativa italiana Romanzi Ai sopravvissuti spareremo ancora
 

Ai sopravvissuti spareremo ancora Ai sopravvissuti spareremo ancora

Ai sopravvissuti spareremo ancora

Letteratura italiana

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Una “tragedia della porta accanto” dai toni alti e trasfigurati. Il ritratto lucido e impietoso di un mondo al tramonto visto con gli occhi di un ragazzo, impotente di fronte alla realtà in cui si trova a vivere. Un giovane è costretto a tornare nel paese d’origine per vendere la casa di famiglia: è un ritorno doloroso così come lo è il ritrovamento di cinque quaderni scritti molti anni prima dal fratello maggiore Marcello. Leggendoli per la prima volta, il ragazzo, ormai uomo, ripensa all’estate del 2002 quando i due fratelli vivevano ancora insieme, con la madre e il compagno della donna, soprannominato Wayne. La loro casa era stretta tra quella della nonna materna e quella di un uomo, soprannominato il Tordo. Nei quaderni, Marcello racconta molte cose di quell’estate: le cene all’aperto, le discussioni furibonde tra il Tordo e Wayne, la relazione amorosa tra la nonna e il Tordo, il rapporto conflittuale tra la madre e la nonna. Fra i vari episodi riportati nel diario, uno in particolare sarà quello che scatenerà la serie di eventi che porteranno all’inaspettato e drammatico epilogo. Con uno stile calibrato e una lingua che mescola tratti eleganti a termini più colloquiali, Claudio Lagomarsini riesce a svelare il crepuscolo di un mondo patriarcale, sessista e arretrato, fotografando dall’interno una società destinata a sparire, eppure ancora così rappresentativa del nostro Paese. Tra cene in cortile, litigi per un orto e comportamenti retrogradi, "Ai sopravvissuti spareremo ancora" racconta la quotidianità di un ambiente provinciale piccolo e meschino e l’angoscia di chi con questa quotidianità non riesce più ad avere a che fare. L’attaccamento ai confini della proprietà privata e l’atmosfera oppressiva del nucleo abitato al centro della storia sono il cuore di questo romanzo d’esordio che affronta il dramma di un ragazzo che, pur dotato di un’acuta sensibilità, nulla potrà contro la grettezza e la distanza della famiglia che gli è toccata in sorte.



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Ai sopravvissuti spareremo ancora 2021-03-18 10:32:41 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    18 Marzo, 2021
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L'estate dei ricordi

«Quando si manifestava, quella di Marcello era la famigerata collera dei calmi: era come se, arrabbiandosi, si arrabbiasse anche della rabbia che l’aveva preso in contropiede.»

L’esordio in libreria di Claudio Lagomarsini ci porta tra località tipiche dei paesini toscani e ci conduce per mano in quella che è una storia che oscilla tra presente e passato. “Il Salice” vive da anni, ormai, oltreoceano quando è costretto a tornare in Italia, in quella che è stata la casa natia tra le colline tosche in cui è cresciuto. Deve occuparsi della vendita della vecchia casa di famiglia, un rudere ormai dismesso di cui alcuno vuole occuparsi. L’idea è quella di sbrigare la faccenda in pochi giorni e, di quella via, coniugare al viaggio anche interessi lavorativi radicati nella penisola originaria.
Non riesce a farsi coinvolgere, “Il Salice”. È infastidito, insofferente, scocciato. La nostalgia non fa minimamente capolino in lui. Ed è durante quell’operazione atta a riesumare e selezionare oggetti dimenticati da Dio che ritrova quei quaderni monocromo. Quaderni le cui pagine sfogliate non lasciano dubbi: sono appartenute a Marcello, il fratello, che tra queste ha racchiuso il suo romanzo intitolato, appunto, “Ai sopravvissuti spareremo ancora”. Scritto in un’estate lontana nel tempo ma anche nella memoria, il testo intriso di quella grafia piccola e nervosa, riporta alla luce un’adolescenza spensierata, quel soprannome di Salice attribuito e anche una verità fatta di responsabilità che per anni l’uomo ha cercato di seppellire dentro se stesso.
Ma riporta alla luce anche la verità della dimensione di un mondo provinciale, dagli orizzonti acuminati, dalla mentalità gretta e talvolta anche meschina. Gli stessi legami familiari non sono così semplici da sciogliere come si potrebbe pensare. È qui che emergono, ancora, le controverse figure di Wayne e del Tordo, antagonista per eccellenza. Due volti che rappresentano il necessario cliché e che riportano la narrazione ad assumere un connotato di altrettanta concretezza. È così che Marcello cerca di arginare quel silenzio, quel dolore, quella deriva, quella sofferenza pulsante. “Il Salice” è quasi una presenza ingombrante in questo volto che viene ricostruito.

«Ma nel mio tribunale – più esitante, molto più farraginoso, quasi sempre ospitato dalle mie insonnie – il procedimento è tutt’ora in corso. Finora non avevo ascoltato il più importante dei testimoni. Finora posso dire che non sapevo quasi niente di lui.»

“Ai sopravvissuti spareremo ancora” è un titolo che ricostruisce la fisionomia di una società ma anche di una realtà di famiglia fatta di momenti di gioia ma anche di criticità. È un titolo che oscilla tra incanto e disincanto, illusione e disillusione, segreti e paure, verità, fatalismo e apatia, felicità e infelicità, vivere e sopravvivere. È un volume di appena duecento pagine ma che ci obbliga a fare i conti con i nostri fantasmi, che ci ricorda quanto sia importante ascoltare chi abbiamo accanto, osservare davvero, non fuggire dal nostro passato, combattere le nostre paure.
Un esordio che non passa inosservato. Buona lettura!

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