Narrativa italiana Romanzi A misura d'uomo
 

A misura d'uomo A misura d'uomo

A misura d'uomo

Letteratura italiana

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Fabbrico è un piccolo paese sulla mappa dell'Emilia, poche anime, due strade, i campi intorno, il cielo d'ovatta. È qui che nasce l'amicizia tra Davide e Valerio, ed è qui che una sera d'estate Davide incontra Anela e se ne innamora. Anela diventa il perno e lo scoglio su cui si infrange la loro amicizia. Così Valerio a un certo punto sceglie di andarsene, Davide si perde e perde quell'unica, preziosa occasione di felicità. A Fabbrico vivono anche gli altri personaggi di questa storia: Elena e Mario, Maddalena, Luigi, Giuseppe e la vecchia Bice, che al bar accoglie tutti per un caffè o una sambuca. Con una lingua ipnotica e pennellate rapide e materiche, "A misura d'uomo" di Roberto Camurri è un romanzo in racconti: storie di amore e di amicizia, di fiducia e di tradimento, di vita e di morte dove tutti i personaggi lottano per liberarsi da un inspiegabile senso di colpa trovando infine, nella propria terra, la risposta per dare sostanza e forma alla memoria e al tempo.



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A misura d'uomo 2021-06-04 12:13:18 topodibiblioteca
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topodibiblioteca Opinione inserita da topodibiblioteca    04 Giugno, 2021
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L'Haruf italiano?

Ho acquistato questo libro con diverse aspettative a seguito di recensioni piuttosto favorevoli, considerato altresì che l'autore è stato accostato (in maniera piuttosto azzardata con il senno di poi) ad Haruf, tanto per lo stile asciutto ed essenziale, quanto per l'ambientazione un po' "selvaggia", visto che i luoghi della Pianura Padana che fanno da sfondo a questi racconti ricorderebbero il Colorado e la cittadina di Holt.

Tuttavia non sono riuscito a percepire nulla di tutto questo: è pur vero che i racconti di Camurri (perché si tratta di racconti, storie che si intersecano tra loro cercando di comporre un quadro d'insieme) affrontano tematiche assolutamente importanti come ad es. l'amicizia, l'amore, la morte, il sesso, ma è anche vero che "non arrivano" (o almeno a me non sono arrivati). L'impressione è quella di leggere un qualcosa che sa tanto di "deja vu", narrazioni già lette o storie magari già viste al cinema o in televisione, vicissitudini un minimo stereotipate e prevedibili. Forse un giovane lettore può essere attratto da storie di questo tipo, in quanto fino ad una certa età la dimensione del dolore come la perdita di un caro amico o ancora la descrizione dettagliata di un rapporto sessuale, possono avere un certo appeal, ma per un lettore già adulto e più esigente, le situazioni descritte onestamente non aggiungono nulla di nuovo e per come vengono presentate sembrano più uno "specchietto per le allodole" anziché risultare dotate di una propria anima. I personaggi inoltre non denotano una "profondità", sono più o meno tutti quanti attraversati da nostalgie e da un senso di sofferenza e rimpianto ma piuttosto insapori.

Se dovessi in ogni caso provare a salvare qualcosa di questo libro direi comunque che certe atmosfere tipiche della Pianura Padana, tra freddo e gelo e canicola estiva, hanno un loro fascino ("Guarda i campi che si perdono fin verso l'orizzonte lucido e infinito, lo sa che là in fondo ci sono le montagne, lo sa che da qualche parte la pianura finisce, lo sa ma non gli sembra vero, gli sembra che quella pianura, il giallo dei campi, il verde del foraggio, il marrone della terra disossata, sia tutto quello che ha, sia, in fin dei conti, quello che è..."), ma forse complessivamente è un po' poco.

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