Narrativa italiana Romanzi storici Venezia, passione e potere
 

Venezia, passione e potere Venezia, passione e potere

Venezia, passione e potere

Letteratura italiana

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Marco Barbarigo è un nobile veneziano, giovane ma desideroso di conquistare a ogni costo il potere. Per questo pensa che la strada migliore sia andare a combattere a Lepanto, e prendere parte a quel grandioso scontro di civiltà foriero di una vittoria del mondo cristiano destinata tuttavia nel giro di pochi anni a essere vanificata. Barbarigo lascia così Venezia e le sue amanti, la vita comoda e una strada segnata per andare all'avventura. Fatto prigioniero, tornerà dopo alcuni anni e molte esperienze, con uno straordinario desiderio di rivincita. A quel tempo, tra il 1570 e gli inizi del Seicento, Venezia vive una stagione di opulenza, nonostante le crisi politiche e la peste che indebolisce la città. Mentre sullo sfondo si muovono affascinanti figure di mercanti, viaggiatori e avventurieri, la parabola umana e politica di Barbarigo si intreccia con le fortune e i destini della città lagunare di cui Calimani ci fa percepire con straordinaria precisione immagini, personaggi, suoni, colori.



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Venezia, passione e potere 2011-07-14 12:23:20 rondinella
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rondinella Opinione inserita da rondinella    14 Luglio, 2011
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Venezia, passione e potere

Perplessa. Per la maggior parte del tempo mi sono domandata come un testo del genere sia finito nei bestseller della Mondadori. Forse sarà una questione di gusti, ma mi ha lasciata molto delusa.

La storia poteva essere carina. Dall'incendio dell'Arsenale di Venezia alla peste, dalla battaglia di Lepanto contro i turchi del 1571 all'acqua alta nella laguna. Non si giudica un libro dalla copertina o dal numero di pagine, ma per questa volta credo che il problema più grande sia davvero la brevità del racconto. Tutti questi importanti eventi della Venezia post-rinascimentale racchiusi in 300 brevi pagine. Scarno, troppo sintetico, poco dettagliato, soprattutto nei momenti salienti. Certo, non si può pretendere di descrivere per filo e per segno una battaglia di circa 440 anni fa, nemmeno con l'ausilio di fonti storiche, ma credo che se l'autore avesse avuto un pò più di fantasia e, accanto alla Storia, avesse aggiunto un altro po' di romanzo (come è accaduto riguardo alla parte della 'passione') il tutto sarebbe stato molto carino.

Se poi aggiungiamo la delusione del protagonista principale, ovvero il nostro caro Marco Barbarigo, è quasi da far cadere le braccia, cioè quasi, perchè almeno fine Calimano è riuscito a farmele tenere. Ho odiato il Barbarigo per quasi tutto il libro. Un giovane nobilotto, con la sua idea di potere. La guerra non ha onore, e per fortuna (soprattutto per me che ho acquistato il libro) a ritorno dallo scontro, persino il superficiale Marco lo capisce. E trova anche l'amore, non più la passione. Dopo tutte le sue assurdità, qualcosa di buono l'ha fatto.

Ultimo punto, che giudico neutro, poichè penso che non sia improbabile che gli antichi nobili veneziani parlassero vagamente come poeti. In fondo qui si tratta di gente colta, mentre le stesse parole intelligenti affiancate al giovane Marco Barbarigo erano una bella barzelletta.

Non so se consigliare o no, la lettura. Io non sono riuscita a metterci mano nemmeno sotto l'ombrellone, ma potrebbe essere anche colpa mia, che non amo i racconti brevi.

Il lessico è buono, e lo stile anche. Magari se volete ripassare in breve un pezzo di storia di Venezia, servitevi pure con questo volumetto.

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Se volete ripassare un po' di storia veneziana... ma in modo molto veloce
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