Tentativi di botanica degli affetti
Letteratura italiana
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 6
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
TENTATIVI....
Bellissimo il titolo, peccato per il contenuto! l'unica parte che ho gradito è stata la quasi fine dove c'è un bel colpo di scena. niente di più. è un libro che non ha molto spessore a mio parere, è una storia carina, ma senza grandi contorni. o forse tanti contorni e niente di polposo in mezzo! ci sono parti che intrigano, ma che alla fine non portano a niente. e lei....questa ragazza che non sa nemmeno di essere al mondo, descritta fino all'eccesso con i suoi bei fiori. I fiori, avrebbero potuto essere i protagonisti, e invece sono uno sfondo a volte fastidioso perchè non portano nessun significato nella storia. sono li, fermi, colorati, senza senso. lei che vorrebbe essere una sfasciafamiglie, nel momento in cui è descritta come una santarellina. la trama sarebbe anche bellina, ma è descritta con così poca passione che anche il lettore è portato a leggerla con molto distacco.
Indicazioni utili
- sì
- no
Mai scegliere i libri dal titolo
Ci sono libri che perfettamente disegnano un’idea con il loro titolo, creando aspettative, aspirazioni e legittimi desideri. Rendendosi perciò, perché no, anche appetibili al mercato.
Ed è questo il caso di questo libro: “Tentativi di botanica degli affetti”. Non è bellissimo?
Sottende una ricerca, un tormento, una lotta in sé che avevo voglia di leggere e divorare.
In più è stato anche candidato al Premio Campiello, mi sono incuriosita.
Così eccoci qui, nel mondo ottocentesco di Bianca Pietra, ragazza di origini borghesi con madre inglese e padre italiano, cresciuta all’estero e che, una volta rimasta orfana, decide di usare il suo talento per la pittura e lavorare invece di maritarsi e trovar pace, cosa estremamente scandalosa per l’epoca. Così, grazie ai buoni uffici del suo mecenate, trova accoglienza e lavoro di illustratrice botanica a Brusuglio, nella residenza estiva di colui che chiamano Il Poeta, uomo ombroso con una colorita e scapestrata tribù fatta di madre, moglie, figli, istitutori, nutrici, giovanotti senza arte né parte, servette misteriose e vicini strambi.
Immediato il parallelismo tra Il Poeta e Alessandro Manzoni, che proprio a Brusuglio aveva la sua residenza estiva ed era noto all’epoca per le sue stravaganze.
Buone premesse, mi pare.
Peccato che il libro, molto accurato nella ricostruzione storica ed attento fino al parossismo ai dettagli, navighi nel mare della noia, le pagine come macigni, lasciando al lettore la sensazione che non si riesca ad avanzare mai. Perché se è vero che la Masini tratteggia bene i suoi personaggi e ne descrive i caratteri in un guizzo, tutto intorno a loro è immoto, fino al finale troppo veloce ed incomprensibile, almeno per me.
Bianca, la protagonista, mi ha dato l’idea sin da subito di una sorta di eroina di Jane Austen venuta male; per questo non ho potuto far a meno di ridere al suo stesso definirsi una sorta di Emma Woodhouse mal riuscita. Che sia voluta dalla scrittrice questa mia sensazione? Ad ogni modo, è tutt’altro che piacevole. Non si riesce ad amare Bianca, ad avere empatia con lei. Al massimo si ha a cuore Pia, con il suo candore infantile, ma anche lei è distante.
Ed è un peccato perché le premesse per intrigare erano molte, tutte interessanti e piene di fascino. Ma la scrittrice ha scelto di velare il tutto con l’ombra del non detto, molto opportuna per l’epoca ma difficile da gestire in un romanzo rendendo tutto confuso e lento.
Insomma, poteva andar meglio, decisamente.
Indicazioni utili
Il leggiadro volo di una farfalla
Grande, grande per me è stata la soddisfazione interiore nel leggere questo romanzo. Lo stile e il linguaggio con il quale è stato scritto sono stati di una leggiadria che ben poche volte ho percepito tanto prepotentemente in un romanzo. Una lettura che mi ha interiormente arricchita, forte si della vicenda narrata, ma anche del bellissimo stile di questa autrice. Si legge nella sua biografia che questo sia il primo romanzo dedicato agli adulti che scrive, mentre numerose sono le sue opere dedicate ai più piccini. Questo penso sia anche il motivo per il quale questa autrice sia riuscita a plasmare con la sua penna un romanzo di tale raffinatezza, credo che chi sappia e voglia raccontare al cuore dei bambini abbia un’anima delicata che non può che manifestarsi anche in questa sua opera dedicata agli adulti.
Lo sfondo della vicenda è la Milano e la campagna limitrofa del fine ‘800 invasa dalle truppe austriache. Bianca, questo il nome della protagonista, è una giovane orfana con una dote artistica per la pittura assai notevole. Per questo motivo viene chiamata da don Titta presso la dimora estiva della propria famiglia per ritrarre i fiori e le piante che lo stesso coltiva con passione. Questa nuova esperienza non sarà per Bianca solo un lavoro, ma sarà soprattutto l’occasione di una forte crescita personale che la porterà all’età adulta. E’ una vicenda narrata con ampi spazi descrittivi e procede in taluni tratti lentamente, con la calma e la serenità dovuta quando si osserva la natura con tutte le sue manifestazioni e i suoi colori. Appunto; i colori. Questi sono i veri protagonisti della narrazione. Come spesso accade sono i colori o i profumi a rimanerci impressi in talune esperienze significative della nostra vita e questo è proprio il messaggio che ho colto in questo romanzo. Le esperienze di vita che Bianca matura in questa vicenda rimarranno per lei soprattutto segnate dai colori. E come potrebbe essere altrimenti se anche il suo nome altro non è che un richiamo ai colori stessi. Leggiamo infatti nel libro un passaggio particolare nel quale il padre spiega alla figlia il significato della scelta del suo nome, lo riporto di seguito poiché l’ho trovato di estrema bellezza:
“ …Tu ti chiami Bianca perché ti volevamo semplice, essenziale, pura. Perché volevamo che i tuoi colori li scegliessi tu.” La ghiaia scricchiolava sotto i loro passi, il vento portava a manciate i petali violetti dell’agnocasto, come coriandoli lanciati da un bambino. “Voi volete che io faccia la pittrice?” aveva chiesto Bianca, fermandosi e voltandosi verso il padre. “ E se non ne fossi capace?” “Non essere così letterale, Bianca. Intendo qualcosa di diverso, e di più”. Era arrossita, sentendosi ottusa, ma dopo n attimo aveva capito. “I colori nel senso di una bandiera, o uno stendardo?” “Proprio così. I guerrieri di certe tribù, nell’America del Nord, si dipingono la faccia prima di andare a combattere, per mostrare a tutti la tinta del loro coraggio. Però non c’è bisogno di metterseli sulle guance, i propri colori. L’importante è conoscerli”.
Che meraviglia, questo è uno dei pensieri più belli letti ultimamente.
Vorrei aggiungere solo un’ultima cosa a questa mia riflessione. In questo romanzo è grande anche l’attenzione e la sensibilità verso la fanciullezza e verso i bambini. Oserei dire che la fanciulezza trattata in ogni sua dimensione è un altro personaggio di questo straordinario romanzo.
Lo consiglio a tutti, a mio parere credo che questa romanzo abbia meritato sicuramente di essere Finalista premio Campiello 2013, attendo ora di leggere gli altri romanzi finalisti per dire poi se fosse per me anche meritevole di vittoria.
Spero questa autrice si cimenti presto in altri romanzi e che riesca a preservare lo stesso stile e la stessa forza narrativa espressa in questo romanzo.
Indicazioni utili
Tentare di stare al mondo
Ho scelto di leggere questo romanzo principalmente perchè attratta dal titolo, troppo accattivante per ignorarlo, poi ho letto le recensioni già inserite e mi sono decisa a comprarlo. Soldi ben spesi, un libro scritto magistralmente , abbiamo di fronte una scrittrice davvero brava, che utilizza un ottimo italiano per descrivere paesaggi di campagna, di città ma anche stati d'animo, desideri,passioni.
La storia è quella di Bianca, giovane acquerellista che viene incaricata di ritrarre le specie botaniche della tenuta estiva di una famiglia milanese dell'alta borghesia.
Crea stupore ma non scandalo questa giovane donna che attraverso la sua arte si guadagna da vivere, la frequentazione dei salotti "buoni" la porterà ad avere parecchie commissioni e ciò le permetterà di mettere da parte un bel gruzzoletto.
Ma la vita in villa si sa, non è fatta solo di fiori e giardini, e allora la curiosità prende il sopravvento, chi saranno i genitori della piccola Pia, nata da una famiglia benestante e abbandonata poi alla ruota della carità? La nostra Bianca indaga, non tenendo conto della imprevedibiltà della vita vera, così come delle conseguenze dei moti del cuore e delle scelte avventate.
Indicazioni utili
Il poeta e la pittrice
Beatrice Masini, nota autrice di letteratura per ragazzi, ha scritto il suo primo romanzo dedicato agli adulti, giungendo finalista al Premio Campiello 2013.
“Tentativi di botanica degli affetti” è un titolo forte e curioso pronto a destare l'interesse del pubblico, il quale si addentra tra le pagine interrogandosi già sull'affinità possibile tra la scienza che studia i vegetali e quella che studia l'affettività umana.
L'autrice confeziona un racconto ambientato agli albori dell'800, prendendo in prestito collocazioni ambientali e personaggi realmente esistiti, rielaborandone volti e situazioni.
L'ambientazione nella florida compagna milanese, la descrizione della classe borghese dell'epoca, la figura enigmatica di un poeta famoso ed eccentrico, una costellazione di personaggi minori, riportano la mente ad immagini manzoniane, anzi riconosciamo come lo spunto narrativo sia giunto proprio da Alessandro Manzoni, uso trascorrere i periodi estivi nella dimora di Brusuglio assieme alla madre Giulia Beccaria.
L'abilità della Masini è innegabile nella cura dedicata ai personaggi, capace di collocare sulla scena una coralità di voci, tratteggiandone con precisione e raffinatezza i contorni, facendoli muovere con naturalezza e secondo i costumi sociali del periodo descritto.
Carico di emotività è il personaggio di Bianca, la giovane pittrice protagonista del romanzo; una vita familiare precaria, la ricerca di affetti solidi, un amore innato per la natura studiandone le specie vegetali e dipingendole con maestria quasi a cogliere l'anima di piante e fiori.
Intenso il momento narrativo del trapasso dall'interesse per la botanica a quello per l'essere umano; la mano dell''autrice si solleva dalle descrizioni sulla bellezza ed i colori della natura per indagare i misteri e le zone d'ombra del cuore.
I dubbi, le domande, le incertezze, le supposizioni di Bianca sull'animo umano prendono sostanza infondendo al racconto una natura intimistica, un'analisi profonda dei personaggi, della loro moralità e dello loro inclinazioni.
Il risultato raggiunto dalla Masini è buono, mettendo in luce il punto di forza di una scrittura elegante ed evocativa, portata maggiormente per la caratterizzazione del personaggio.
Lo sfondo storico e sociale dell'epoca è discreto, mette in evidenza la posizione ed il ruolo femminile, le problematiche legate agli abbandoni presso la ruota di neonati indesiderati, le dinamiche familiari, tuttavia senza ambizioni di approfondimento.
Sicuramente non era nelle intenzioni dell'autrice di dare alla luce un romanzo storico, bensì un romanzo che innestasse su una base storica una storia che indagasse sulla difficoltà di catalogare i sentimenti e di interpretare il cuore degli uomini.
Gli affetti sfuggono ad un'analisi di tipo scientifico ieri come oggi e Beatrice Masini lo racconta ai suoi lettori con una penna seducente.
Indicazioni utili
Miss,mia cara miss...
Brusuglio è una frazione del Comune lombardo di Cormano, rifugio splendido per i Milanesi che amano la campagna oggi come lo fu nell'Ottocento per Alessandro Manzoni che ebbe qui la sua dimora estiva e come lo è per don Titta ,poeta geniale dal carattere difficile e dal temperamento inquieto, protagonista di questo romanzo. Dunque don Titta nella sua splendida tenuta di Brusuglio ospita la sua numerosissima famiglia,,donna Clara ,matriarca attenta e oppressiva, donna Julie moglie del "Vate" che sembra vivere all'ombra del marito e della suocera senz'altro scopo nella vita che crescere i suoi cinque pargoli :Enrico,Pietro,Giulietta,Matilde e Franceschina, le cui urla e gli interminabili piagnistei sono la colonna sonora di buona parte della giornata.Nelle numerose stanze della dimora vivono oltre ad un'affezionata servitù alcuni amici inseparabili del Titta:Stuart Aaron James Innes, affabile gentiluomo inglese che con l'irascibile Tommaso, provetto poeta,seguono il loro ospite in coraggiose e ardite cospirazioni contro l'oppressore austroungarico.Infine c'è lei, Bianca Pietra, l'altra protagonista della storia , italoinglese, la Miss, come la chiamano tutti in casa, è una pittrice in carriera che don Titta ha assunto per ritrarre tutte le sue creature floreali,infatti oltre alla poesia,don Titta coltiva,è il caso di dire,una passione irrefrenabile per la botanica:innesti,incroci, potature,cimature etc etc sono la sua vita e le sue creazioni come le poesie, desidera immortalarle sulla carta. Bianca è una giovane donna,colta e indipendente, che suscita l'invidia delle donne e la passione negli uomini,ma lei non si cura nè degli uni nè dell'altre, si dedica esclusivamente al suo mestiere con tenacia fino a quando ritraendo Pia, la più piccola e dolce delle serve che la seguono dappertutto per volere dei padroni, scopre una somiglianza che le mette un tarlo in testa che non riuscirà più a eliminare se non quando si ritroverà invischiata in uno..."scandalo!" ,sì dice l'invadente Bernocchi,il più odioso fra gli ospiti del Titta, alla bella pittrice, "l'elleboro nel linguaggio dei fiori vuol dire :"scandalo!"
L'architettura narrativa di questo romanzo mi ha ricordato il romanzo inglese dell'Ottocento,equilibrato nelle espressioni,articolato nella trama e colto nei contenuti, penso alla penna delle sorelle Charlotte ed Emily Brontë, non per niente la Masini è una delle traduttrici migliori che abbiamo in Italia e fu scelta a suo tempo per tradurre il capolaroro di Joenne K.Rowling :Herry Potter.