Rubare la notte
Letteratura italiana
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Lo sguardo della meraviglia
«Le faceva molta impressione la sua capacità di distrarsi all’improvviso, di venire risucchiato lontano. Per lei era un po’ come se spiccasse il volo per andare in un altro, pericolosissimo mondo».
“Un giorno anche io mi comprerò un aereo e insieme sorvoleremo Saint-Maurice, e tutti applaudiranno il coraggioso aviatore”.
«Avrei continuato a volare per sempre».
Estasi è il termine che credo riassuma meglio l’atmosfera di questo libro. E le citazioni sognanti potrebbero continuare a lungo.
Ma andiamo con ordine.
E’ particolare questa biografia di Antoine De Saint-Exupéry, noto come autore del celeberrimo (e altrettanto discusso) “Il piccolo principe”. Credo però che per scrivere una recensione di questo “Rubare la notte” sia opportuno dimenticare l’associazione al Piccolo Principe e godersi la lettura di una storia così speciale.
La vita che viene ricostruita è quella di un uomo diviso tra la scrittura, la passione per l’aviazione, l’affetto per la madre e l’incapacità di trovare una donna che potesse amare davvero.
Antoine, soprannominato Tonio, nasce da una famiglia aristocratica e, pur rimasto giovanissimo orfano di padre, vive un’infanzia felice e tutto sommato spensierata, nonostante la perdita di un fratello tanto amato, fatto però che per l’epoca non era inusuale.
Negli anni dell’infanzia l’affetto per sua madre si fa viscerale e tale rimarrà anche nell’età adulta. Madre alla quale scriverà (non so se nella finzione letteraria o nella realtà) molte lettere da tutte le parti del mondo nelle quali si troverà e che ci aiutano a conoscere meglio il personaggio e a vedere con i suoi occhi perennemente stupefatti la realtà.
La passione per il volo nasce prestissimo, da quando inizia ad andare a seguire il lavoro dei meccanici che operano sugli aerei. E quello diviene il suo sogno: poter pilotare un aereo.
La madre, spaventata, cerca di dissuaderlo ma niente può fermare una passione così grande. D’altra parte sono anche anni nei quali gli aerei vengono sempre più utilizzati per trasportare posta, per esempio, settore nel quale Tonio lavorerà a lungo.
Nel suo girovagare per il mondo si innamorerà molte volte, ma senza riuscire mai a trovare un approdo definitivo. E si renderà conto di questa sua incapacità. L’unica donna alla quale si sentirà in qualche modo legato nonostante viva nel frattempo altre storie è la moglie Consuelo, artista eclettica e personaggio molto particolare.
E nel frattempo scrive non appena ha tempo quelli che saranno successi letterari, perché si tratta di un autore prolifico anche se noi ne ricordiamo quasi una sola opera.
Antoine morirà nei cieli sopra Marsiglia in una notte del 1944 durante un volo di ricognizione alla fine della seconda guerra mondiale. La sua vita insomma finirà tra le stelle, là dove ha sempre sognato di essere.
Quello che colpisce in questo libro è l’atmosfera: il protagonista in fondo rimane sempre bambino e con gli occhi di un bambino guarda il mondo: quel periodo della vita è stato talmente sereno e intenso da non volersene liberare e questo in qualche modo lo porta a rifiutare l’età adulta. Forse da qui nasce la difficoltà ad innamorarsi veramente.
Rubare la notte è un romanzo che si legge con gli occhi sgranati del protagonista che così vede il mondo dall’infanzia fino a tutta l’età adulta. Tutto lo stupisce positivamente, tutto è bello ed esaltante, il progresso è una magia. Il mondo, in fondo, è una splendida magia.
I temi principali sono l’amore per il volo, l’affetto per la madre e il controverso rapporto con le donne, intorno ai quali ruota la storia di questa esistenza.
Ho particolarmente apprezzato lo sguardo sognante con cui Romana Petri ha scritto “Rubare la notte” che riesce a rendere benissimo pensieri e sensazioni del protagonista dalla prima all’ultima pagina senza mai cedere passando attraverso l’amore per l’aviazione, le tante lettere alla madre e gli amori di così breve durata.
Credo però che questo non basti a renderlo un romanzo memorabile: dopo un po’ l’insieme risulta ripetitivo e anche un po’ noioso.
Non si tratta quindi di un libro che rimarrà nella storia della letteratura ma se si vuole scoprire di più di un personaggio così originale e del suo modo di vedere il mondo con occhi fiabeschi può valer la pena di leggerlo.
Indicazioni utili
Volai, e volai sempre, e fortissimamente volai
Se 'Il piccolo principe' è uno dei libri più letti e tradotti al mondo, non gode di altrettanta fama il suo autore. Antoine de Saint-Exupéry è certamente meno conosciuto della sua "magnum opus", tuttavia questa precisa e puntuale biografia è la risposta al problema e permette al lettore di perlustrare a fondo i meandri (mitici) di vita vissuta dello scrittore-aviatore francese.
"Tonio" nasce a Lione da una famiglia aristocratica all'inizio del Novecento, perde il padre all'età di quattro anni e cresce legandosi alla madre in un rapporto oltre i limiti dell'ossessivo-compulsivo (mantenuto e rinsaldato anche a distanza tramite una fittissima corrispondenza). 'Sempre con quella virgola di naso all'insù' e attratto 'dal mondo femminile e dalle magnetiche pieghe che prendevano le gonne passo dopo passo', già in tenera età vive in un mondo diverso da quello degli altri bambini e parla di motori a scoppio, di sistemi di irrigazione e di biciclette volanti. Il suo 'baptême de l’air' del 1912 con i fratelli Wroblewski è solo il preludio alla vita di 'un uomo scisso tra terra e aria', riassunta (neanche troppo brevemente) attraverso la prematura morte di due fratelli, l'Ecole Navale, il servizio militare, i decolli non autorizzati del 1923, la linea aeropostale francese, il matrimonio con la scrittrice-pittrice Consuelo Gomez Carrillo, la città di New York, la Seconda Guerra Mondiale, il ritorno alle ricognizioni aeree all'età di 43 anni e l'ultimo volo sopra i cieli di Marsiglia nel 1944 che ancora oggi rimane avvolto nel mistero.
A ottant’anni esatti dall'uscita della prima edizione de 'Il piccolo principe', un'opera con doppio narratore che mescola in modo omogeneo felicità, tristezza, nostalgia e solitudine presentando un concetto tutto personale di avventura - 'un bisogno costante di scoprire nuovi posti, di lasciarmi portare dalle gambe, di essere incerto del domani' -, una dimensione sentimental-filosofica alquanto dettagliata e un protagonista ben interiorizzato e dalla personalità policromatica.
Nonostante la fluidità del testo sia inficiata da alcune digressioni statiche, la piacevolezza non ne viene intaccata e l'autrice certamente coglie in pieno l'obiettivo di rendere omaggio all'"aviatore letterato".
Sulla falsariga del romanzo ben più famoso di "Tonio", vi muoverete tra mille avventure 'à mille milles de toute terre habitée' per poi sparire di colpo.
Sparire di colpo, misteriosamente, senza lasciare traccia.
O, meglio, una traccia è rimasta.
Una traccia di cui 'Ho già scritto sei righe di un libro che ho in mente. Per me è già molto. Sei righe in un giorno mi fanno ben sperare, credo che lo porterò, a termine anche se non saprei ancora raccontarvene la trama. Ma una cosa è certa, parlerà di volo, di deserti, di stellate notti.'
Indicazioni utili
'Il ritorno del giovane principe' di Alejandro Roemmers.