Nevicava sangue
Letteratura italiana
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Inizio '800. Francesco è un mandriano con a carico l'anziana madre e Lucia, l'adorata figlioletta. Viene costretto dal proprio "padrone" a partire per la campagna di Russia di Napoleone. Arruolato in artiglieria abbandona con la morte nel cuore quei luoghi rurali e ameni in cui ha passato la sua vita per avventurarsi in territori conosciuti solo per sentito dire.
L'orrore della guerra non tarderà a manifestarsi, se l'arrivo a Mosca risulterà meno pericoloso o duro del previsto, sarà il ritorno, una ritirata sferzata da neve e gelo implacabili, senza viveri e con equipaggiamento a dir poco inadeguato, a trasformare la gloriosa armata in un branco di straccioni falcidiati da stenti, malattie e dai continui attacchi delle truppe cosacche e tartare.
Baldini questa volta l'orrore lo mostra attraverso un noto fatto storico portando a galla senza mezzi termini la crudeltà e la ferocia dell'uomo. In mezzo a questo mare di disperazione e sangue Francesco annaspa, rischia più volte la morte consapevole di essere precipitato all'inferno ma determinato a non trasformarsi in un mostro come tanti suoi commilitoni.
Il mezzo per restare attaccato al suo mondo è Berto, un cavallo da traino, oltre all'amico di infanzia Tonio.
Toccante e crudo, scritto con il solito stile limpido, "Nevicava sangue" è a mio avviso uno dei migliori lavori del bravo Eraldo Baldini.