Narrativa italiana Romanzi storici Nessuno può fermarmi
 

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Nessuno può fermarmi

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Bartolomeo, stralunato e gentile studente di filosofia, trova sul fondo di un cassetto una lettera indirizzata a sua nonna Lina: poche righe "Disperso, presunto annegato" che smentiscono la storia famigliare di nonno Bart morto al fronte. Nessuno è in grado di dirgli di più, su quel nonno del quale porta il nome ma che non ha mai conosciuto. Non la nonna, che si è spenta da poco; non suo padre, che nulla sa né sembra interessato a sapere. Le tracce che affiorano lo guidano a casa di Florence, una magnifica vecchia signora inglese che frequentava i suoi nonni a Little Italy, il quartiere degli immigrati italiani di Londra. Lei sembra sapere molte cose, anche se per qualche motivo non vuole parlare. Mentre Bartolomeo inizia la sua ricerca della verità, Florence riprende per lui i fili del passato. Riaffiorano l'amore per Michele e l'amicizia con Lina e Bart, e la vita di Clerkenwell, l'allegria operosa dei caffè, i canti e la musica, la folla della processione della Madonna del Carmelo, le serate danzanti. Finché Bartolomeo e Florence partono per un viaggio che li condurrà a illuminare un episodio caduto nell'oblio: il naufragio dell'Arandora Star, carica di internati italiani e silurata dai tedeschi. Nella tragedia del 2 luglio 1940 annegano in 446, civili deportati dopo la dichiarazione di guerra di Mussolini all'Inghilterra, vittime innocenti del sospetto e della xenofobia. Bartolomeo e Florence sottraggono al silenzio le storie di quelle vite spezzate, e avanzano stretti l'uno all'altra, un ragazzo che si fa uomo e una vecchia che ritrova la tenacia della giovinezza, verso l'ultima incredibile rivelazione.



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Nessuno può fermarmi 2017-12-06 09:09:13 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    06 Dicembre, 2017
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La dimensione del ricordo

Fin dalle prime pagine di questo romanzo, che intreccia fatti veri con personaggi inventati, emerge, direi prepotente, la dimensione del ricordo. I protagonisti sono una strana coppia: un giovane, che, con il suo modo di fare un po’ antico ed un po’ fuori dal tempo, cerca di ricostruire il passato del nonno ed un’anziana amica della nonna, che rivive il passato ed i cui ricordi affiorano alla memoria come rami trascinati dalla corrente. Il tutto inizia quasi per caso, con una costante che è la voglia di sapere, in lotta perenne con la paura di scoprire qualcosa che sarebbe stato meglio non sapere. Per tutta la durata della narrazione permane anche un forte senso dell’attesa per la rivelazione finale, che in effetti arriva, anche se un po’ già intuibile. Mi è piaciuto il frequente cambio di io narrante, alternando anche presente e passato, ed a volte il registro cambia anche quando non te lo aspetti proprio: è un modo di raccontare che ti fa entrare molto di più nella storia e nell’animo dei protagonisti. Impressionante il racconto del naufragio della nave, fatto tra l’altro accaduto veramente. Il sentirselo raccontare da uno dei protagonisti fa un certo effetto. Importanti le riflessioni sui rapporti umani e familiari, che invitano a capire l’importanza del confronto e dello scambio, perché il silenzio, anch’esso forma di comunicazione, è il peggior nemico delle relazioni umane.

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