Narrativa italiana Romanzi storici Mara. Una donna del Novecento
 

Mara. Una donna del Novecento Mara. Una donna del Novecento

Mara. Una donna del Novecento

Letteratura italiana

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Mara è nata nel 1920 e ha 13 anni quando comincia questa storia. Vive vicino a largo di Torre Argentina. Il papà è bottegaio, la mamma casalinga. Ha un’amica del cuore, Nadia, fascista convinta, che la porta a sentire il Duce a piazza Venezia. Le piace leggere e da grande vorrebbe fare la scrittrice o la giornalista. Tanti sogni e tante speranze la attraversano: studiare letteratura latina, diventare bella e indipendente come l’elegante zia Luisa, coi suoi cappellini e il passo deciso e veloce. Il futuro le sembra a portata di mano, sicuro sotto il ritratto del Duce che campeggia nel suo salotto tra le due poltrone. Questo è quello che pensa Mara, e come lei molti altri italiani che accorrono sotto il Suo balcone in piazza Venezia. Fino a che il dubbio comincia a lavorare, a disegnare piccole crepe, ad aprire ferite. Tra il pubblico e il privato la Storia compone tragedie che riscrivono i destini individuali e collettivi, senza eccezioni. Quello che resta è obbedire ai propri desideri: nelle tempeste tengono a galla, e nei cieli azzurri sanno disegnare le strade del domani.



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Mara. Una donna del Novecento 2021-10-25 06:36:58 lapis
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lapis Opinione inserita da lapis    25 Ottobre, 2021
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Una ragazza normale. Una ragazza fascista

Leggere la storia dalla prospettiva di oggi, avendo in mano le carte già scritte del futuro, facilita l’analisi e il giudizio, ma viverla in prima persona, la storia, è tutta un’altra faccenda. Se fossimo nati un secolo prima saremmo stati in grado di comprendere con chiarezza ciò che stava accadendo intorno a noi? Ritanna Armeni ci chiede proprio questo, di osservare il regime a partire dal 1933 non con gli occhi del XXI secolo, ma indossando i panni di una tredicenne romana di allora, cresciuta in una famiglia per bene, una ragazza normale. Una ragazza fascista.

“Il Duce ha dimostrato ancora una volta di meritare la nostra fiducia e il nostro amore. Sì proprio l'amore. Non si può non avere trasporto e un sentimento intenso di devozione per chi ci protegge, ci guida e ha così a cuore il nostro benessere e la nostra felicità.”

Mara si affida con entusiasmo a Mussolini, corre ad acclamarlo sotto il balcone di Piazza Venezia, si fa portavoce delle sue idee non perché comprenda la scacchiera del potere, ma con l’ingenua speranza che il regime possa garantire a tutti sicurezza, protezione e nuove opportunità. Non riesce a vedere le storture che si nascondono dietro la propaganda e la retorica pubblica e, paradossalmente, crede che proprio il regime possa darle libertà. In fondo, per la prima volta, le ragazze partecipano al sabato fascista, escono di casa da sole per gareggiare in calzoncini e lo stato le considera, sebbene vincolate al ruolo di mogli e madri. Saranno la guerra, le privazioni, le paure a insinuare i primi dubbi e a incrinare via via le convinzioni e le illusioni di Mara, conducendola lungo un percorso di maturazione interiore e politica che la porterà verso la democrazia.

Il grande pregio di questo romanzo è proprio di abbandonare i luoghi comuni e i pregiudizi, proponendo un punto di osservazione non convenzionale sulla storia e, in particolare, su una generazione intera di donne italiane. Mara è una giovane e convinta fascista, eppure non sogna maternità e famiglia, ma vorrebbe studiare all’Università, diventare indipendente, scrivere romanzi. Fantastica sulle vittorie olimpiche di Ondina Valla e prende come modello la colta zia Luisa, senza rinunciare a interrogarsi, a comprendere, a impegnarsi per le cose importanti. La sua, come quella di tante altre, è una sorta di resistenza silenziosa e inconsapevole agli stereotipi e agli imperativi del regime, che ha gettato un primo germe di libertà.

“Anche nei primi anni del fascismo c'è, quindi, chi rivendica l'autonomia femminile. Donne che vogliono partecipare alla vita pubblica e politica e non si vogliono limitare alla beneficenza e all'assistenza.”

Per comprendere meglio la voce di Mara, la scrittrice fa sentire chiara la propria voce, inframezzando la narrazione con molti inserti di storia, di curiosità e di costume che permettono di contestualizzare gli eventi e approfondire il filone tematico legato alla figura femminile del Novecento fascista. Stilisticamente il lavoro è di qualità, vi si trova armonia e omogeneità tra una narrazione in prima persona di grande forza empatica e un controcanto che ci offre interessanti spunti di riflessione.

“Sbaglia, non vede lucidamente quel che accade. Eppure penso che abbia fatto bene a seguire il suo sogno. È possibile che chi sbaglia abbia anche ragione?”

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Mara. Una donna del Novecento 2020-11-08 18:28:37 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    08 Novembre, 2020
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Donne. Tra illusioni, verità e amarezze

Con “Mara. Una donna del Novecento”, Ritanna Armeni ci fa destinatari di una storia dalla grande forza empatica. Mara ha solo tredici anni quando inizia l’avventura scolpita e siglata in queste pagine, è giovane, “innamorata” del Duce e disincantata. Siamo nel 1933, Mara e Nadia adorano Mussolini e attendono ogni giorno il notiziario alla radio per poterlo ascoltare e vivono quell’attesa con quei sospiri e quel cuore in gola proprio di chi è in attesa dell’idolo tanto desiderato.

“Abbiamo visto il Duce, innanzitutto, che ha pronunciato un discorso magnifico. È straordinario, forte e buono, il suo volto dà fiducia, quando fa il saluto romano strappa un urlo di gioia. Il grido «Duce, Duce» viene proprio dal cuore.”

In casa, altra voce che abbraccia il fascismo, è la zia Luisa, donna che crede in quei valori e che continuerà a crederci a dispetto di tutto quello che accadrà a cui si contrappone la nonna di origini toscane e fermamente contraria al leader della dittatura. Da qui già un primo paradosso della società: le donne iniziano a sentirsi libere proprio sotto la dittatura ovvero sotto un regime che per definizione priva il cittadino, e ancor più il gentil sesso, di ogni diritto e libera espressione d’essere. Ciò accade perché anche se queste non godono dei pieni diritti di cui al contrario sono titolari gli uomini, possono lavorare anche ricomprendo incarichi maschili o uscire in calzoncini rigorosamente autorizzati o partecipare alle sfilate.
E se da un lato Mara e Nadia sono l’espressione dell’adolescenza più pura, genuina e fresca, dall’altro abbiamo Giulio, altro compagno di queste pagine che è silenzioso e schivo, riflessivo e meditabondo che funge da contrappeso tra le varie voci.
Quando conosciamo Mara ella non ha altro che tredici anni, tanti sogni, speranze, pie illusioni, alimentate dalla zia stessa che le promette che le avrebbe pagato gli studi universitari essendo lei brava a scuola, amante dei libri e desiderosa di fare la scrittrice, ma quando la lasciamo è tempo di referendum e la vita è pronta a battere alla porta con la sua più crudele verità. La donna viene scaraventata nella realtà e in quella che da questo momento sarà la vita adulta.
Quello che viene descritto è una pagina della storia del nostro tempo che ha quali protagonisti non solo il fascismo quanto anche le donne in una forma di Stato e di governo che giungerà alla sua fine a causa di una fame che non è più contenibile. La guerra durerà troppo a lungo, il lavoro sulle spalle delle donne rimaste sarà pesantissimo e le proverà non solo nel fisico quanto anche nell’anima. Quella inziale lusinga con cui il regime le carezzerà e imbonirà all’inizio si tramuterà in una maglia che diventa sempre più stretta, sino a schiacciare. Le bugie, le illusioni inizieranno a sgonfiarsi, gli amori perderanno di consistenza e verità, non resteranno altro che amarezza e sì, ancora fame. Da un lato ci sarà chi continuerà a credere in Mussolini, dall’altro chi si risveglierà e imbraccerà le armi.
Un lavoro accurato, minuzioso, erudito è quello della Armeni, un lavoro in cui a far da padrona è l’empatia. Il lettore entra subito in simbiosi con la protagonista, sorride con lei, piange con lei ma entra anche nel concreto nella realtà di quegli anni, sente sulla pelle i sorrisi di una foto del Duce ritagliata, tocca con mano l’esaltazione durante i comizi, percepisce una sicurezza che oggi è sempre più vacillante e messa a dura prova.
In tutte queste voci che prendono forma vi è anche quella dell’autrice che, nei tratti in corsivo, aggiunge quelle considerazioni necessarie per staccarsi dal narrato, contestualizzare il quadro storico e tornare alla verità.
Un saggio-romanzo di cui consiglio la lettura, un titolo adatto a chi ama le storie vere, le storie di donne, le storie di libertà e riflessione. Da leggere con calma, assaporandolo pagina dopo pagina.

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Mara. Una donna del Novecento 2020-08-31 07:26:07 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    31 Agosto, 2020
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ritratto di donna

Ritanna Armeni, giornalista e scrittrice, ha pubblicato tra gli altri, Di questo amore non si deve sapere, Una donna può tutto; ora torna in libreria con Mara. Una donna del Novecento; che potrebbe avere un sottotitolo significativo: la storia del 900 da un punto di vista strettamente femminile. Una storia di emancipazione, dunque, che passa anche attraverso ferite profonde, mai del tutto rimarginate.
Con uno spesso taglio cinematografico, il romanzo racconta la storia di Mara, ragazzina nel 1933, che ripone una fiducia illimitata nel Duce, infatti in lui rispecchiano tutte le sue speranze per un futuro migliore. I capitoli della vita privata sono, nel testo, inframmezzati da un’analisi molto rigorosa dal punto di vista storico, di molti argomenti tipici del periodo. Ad esempio l’analisi della situazione delle donne fasciste:
“Tutte stupide o invasate le donne del ventennio? Per capire quel che effettivamente avviene nel rapporto con il regime e con il duce dobbiamo spostare lo sguardo su quel che aveva offerto loro lo stato liberale, nato dal Risorgimento. Leggo che per Giuseppe Mazzini – il più benevolo- la donna deve limitarsi a essere l’Angelo della famiglia. “Madre, sposa, sorella” scrive “è la carezza della vita, la soavità dell’affetto diffuso sulle sue fatiche, un riflesso sull’individuo della provvidenza amorevole che veglia sull’Umanità”.
Mara vive una adolescenza abbastanza spensierata facendo tutte quelle cose che piacciono ai giovani: le piace leggere, sogna di diventare una scrittrice, ama i bei vestiti e incomincia con grande titubanza a guardare al mondo maschile. Fino al crollo di tutte le illusioni ….
Un romanzo che è anche saggio. Una lettura briosa, che procede spedita, che illustra condizioni di vita e di pensiero, di altri tempi. Molto utile, a mio parere, alle giovani generazioni per apprendere meglio ciò che è stato, affinchè non abbia più da ripetersi. Una scrittura che alterna pubblico e privato, costruito con ottima sapienza narrativa. Un bel ritratto di donna, da assaporare con gusto.

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