Lo stupore del mondo
Letteratura italiana
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Opinioni inserite: 4
BELLO MA NON TROPPO, BRUTTO MA NON TROPPO
Spesso leggo libri perché esortato dai pareri favorevoli di altri lettori; mai mi era capitato, come in questo caso, di scegliere un libro “bastonato” e criticato da più parti, solo per rendermi conto se le critiche erano condivisibili.
Un sacrificio che non mi è costato molta fatica perché questo romanzo appartenente al genere storico a me più caro.
L’impressione che ho avuto è stata quella di leggere un libro scritto da un autrice prestata ad un genere che non era il suo. Il romanzo è molto scorrevole, con una buona resa anche nei dialoghi, ma forse troppo incentrato sulle vicende che riguardano l’aspetto sentimentale dei protagonisti. La parte prettamente storica, sulle peripezie di Federico II, è invece raccontata in modo abbastanza superficiale, senza soffermarsi su alcuni aspetti particolari, che posso invece caratterizzare un romanzo da un altro. E’ come fare il giro turistico di Roma in autobus, senza poter scendere a visitare i monumenti che si incontrano. Possiamo dire di aver visitato Roma o di aver visto un po’ di tutto, ma nulla in particolare?
Per quanto riguarda le clamorose sviste, per aver utilizzato all’interno del romanzo cose e/o animali, che in realtà non potevano ancora esistere perché l’America non era sta ancora scoperta, è un’evidente dimostrazione di come sia difficile scrivere un libro storico. Ogni frase, anche la più semplice deve essere prima verificata e ponderata perché altrimenti si fanno brutte figure.
Tuttavia nella riuscita di un libro ci sono anche altri fattori importanti, come lo stile di scrittura e la capacità di creare una storia che deve appassionare i lettori, e credo che questa scrittrice lo sappia fare.
Al netto di questi errori non l’ho trovato un libro da buttare, ma sicuramente non paragonabile ad altri del suo genere.
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Alla corte di Federico II...
Dopo un breve digiuno dai libri ho trovato questa storia medievale impilata tra i libri di una mia compagna e mi ha subito incuriosito.
Il testo è davvero semplice, e, come già detto in precedenza un pò impreciso, ma giacchè non c'è da prenderlo come uno storico di studio credo si possa perdonare.
Intorno alla corte di Federico II si intrecciano i destini di personaggi diversi, tutti uniti da sentimenti contrastanti verso un re amante allo stesso modo delle arti e della guerra.
Personalmente l'ho trovato molto carino, un misto gradevole di realtà e fantasia, appassionante e coinvolgente. Una storia d'amore, di vendetta e di lealtà che si snoda durante il periodo di vicende belliche avvenute sotto la guida del re Federico II. Ambienti e personaggi sono ben delinati sia nel carattere che nella descrizione.
E' una lettura leggera ma non banale, non noiosa e scorrevole. Unica pecca: il finale sembra scritto in fretta, e diventa un pò troppo spiccio, laddove poteva essere approfondito.
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- no
Una storia d'amore all'epoca del grande FedericoII
Un bel libro sul periodo storico del grande imperatore Federico II , tollerante e carismatico, colto e ambizioso, lungimirante ed sanguigno: l'uomo che dai contemporanei fu ribattezzato Stupor Mundi che rivive in queste pagine in tutto il suo fascino e le sue contraddizioni.
Un gradevole storia d'amore a cui fa' da sfondo un periodi ricco di passione per il sapere e per il potere, la poesia, la guerra e la falconeria, gli amori e i tradimenti: il tutto in una narrazione incalzante e coinvolgente ....anche se con qualche imprecisione storica. A chi interessa il personaggio storico consiglio di leggere Il falco di Svevia di Bordhin, decisamente piu' profondo e storicamente accurato e di consultare il sito dedicato a Federico II.
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quando il medioevo
quando il Medioevo è una convenzione dell'immaginario cinematografico.
O quando gli autori, o i responsabili dell'editing, rivelano una crassa ignoranza di ciò che una volta si apprendeva nelle scuole elementari.
La qual cosa è anche più grave se l'autrice si picca d'insegnare in corsi di scrittura creativa.
E' noto all'autrice che il giaguaro (citato a p 211) e la patata (citata a p 266) sono specie autoctone dell'America Meridionale.
E che si dovrebbe aspettare almeno che Cristoforo Colombo "scopra" l'America?
E passino pure come sofismi di eruditi il fatto che i corpetti femminili (p 80) non esistessero.
Evidentemente la priorità del momento erotico del "brancicar le poppe" è stata preminente.
Naturalmente neppure gli elmi con celata esistono ancora nel secolo XIII.
Quando il Medioevo, per giunta sbagliato o costruito sulla scorta di Wikipedia, è solo pretesto scenografico per la solita storia d'amore.