Le uova del drago
Letteratura italiana
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La vitalità della storia
Magica storia ambientata in Sicilia, col sapore della Sicilia dentro, anche per chi non è siciliano, un po' marzapane e un po'peperoncino. Lettura difficile,che richiede concentrazione, ma di grande fascino quando si riesce ad entrare dentro i meccanismi di un racconto e di un tessuto linguistico denso, ricco, lontanissimo dai calchi dialettali di Camilleri, ma intriso, nel lessico e nella stessa struttura grammaticale, del gusto di una regione unica, come lo sono quasi tutte le regioni italiane. In questo libro ho ritrovato la stratificazione arabo-normanna della storia siciliana,il folklore,la realtà piccola e quella grande della Storia, i pupi e la tragedia.Mi ha conquistata.
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Meno male che l'ho preso in prestito...
Leggendo la trama di questo romanzo, pensavo che sarebbe stato gradevole leggerlo e che la storia fosse avvincente, ricca di colpi di scena e di azione. E invece, dopo un centinaio di pagine, mi sono dovuta ricredere: l'ho trovato talmente brutto che non l'ho nemmeno terminato (non sono neanche arrivata a metà): è terribilmente noioso, pesante e soporifero, è un'assurda, ingarbugliata e intricata accozzaglia di eventi incomprensibili e assai difficili da seguire. Una parte della storia è ambientata in Sicilia, durante la Seconda Guerra Mondiale, ma non sono proprio riuscita a capire cosa diamine c'entrassero le varie scenette dei pupi siciliani nel prologo, con tutte le tragedie e gli avvenimenti della guerra narrati nel romanzo. Per non parlare poi delle numerosissime frasi e discorsi in dialetto siciliano: a stento capisco il dialetto di Piacenza, la città in cui vivo, figurarsi il dialetto siciliano! Come fanno a capire quelle parole tutti coloro che non conoscono quel dialetto? Io, personalmente, non sono riuscita a capire una sola parola. Inoltre non mi sono piaciuti per niente i giudizi revisionistici e antistorici di Buttafuoco che ha alterato e modificato il ruolo dei vari personaggi in modo alquanto eccessivo: trattava i soldati tedeschi come delle povere, indifese e innocenti vittime sconfitte e massacrate dai cattivoni, crudeli e sadici angloamericani. Ma se lo sanno tutti che in guerra il bene e il male non stanno mai da una parte sola! In questo romanzo c'è proprio la netta divisione tra bene e male (proprio come in un fantasy) ma io non l'ho trovato giusto. Per qualunque causa si combatta, il male e il bene in guerra sono molto difficili da stabilire nelle azioni delle varie persone. A parte ciò, sono stata letteralmente divorata dalla noia mentre lo leggevo: non facevo altro che sbadigliare e asciugarmi gli occhi. Sconsigliatissimo.