Le due vite di Elsa
Letteratura italiana
Editore
Nata a Vicenza, ha vissuto a Matera, Mantova, Genova, Trieste, per poi stabilirsi a Roma. Ha fatto studi musicali e ha frequentato la Scuola di Teatro dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa. È stata attrice e cantante in teatro, recitando al fianco di celebri artisti. In seguito si è dedicata alla scrittura e, dopo aver collaborato come giornalista con riviste di spettacolo, ha iniziato a scrivere sceneggiature e infine romanzi, La sorella di Mozart e La strana giornata di Alexandre Dumas, entrambi molto apprezzati dai lettori.
Recensione della Redazione QLibri
Chi è Elsa?
Prima di provare a comunicare la mia personalissima impressione su questo romanzo, preferisco puntualizzare che non conosco i precedenti lavori della Charbonnier, ossia La sorella di Mozart e La strana giornata di Alexander Dumas, di cui tuttavia lessi ,con piacere, opinioni positive in merito.
Il primo impatto con la lettura non è stato semplice, in quanto pur lasciandomi trasportare fiduciosa dalla storia narrata, senza pregiudizi e preconcetti, ma dando il tempo all'autrice per spianare la strada alla trama, tuttavia, superata abbondantemente metà del romanzo, ho dovuto tirare i remi in barca, riconoscendo amaramente che trattasi di un lavoro mal riuscito, ahimè.
L'errore fatale sta proprio nella elaborazione della trama; la creatura a cui si da vita, sembra avere in nuce caratteristiche di diversa natura, ma nessuna prevale e prende forma compiuta, assumendo così le sembianze di un ibrido che spazia dalla psicoanalisi allo spunto storico, per finire in una storia di complessi rapporti familiari.
Ritengo che quanta più carne si metta al fuoco, tanta più maestria sia necessaria per cucinare il tutto alla perfezione, amalgamando gli ingredienti, senza tralasciare di esaltarne i singoli sapori.
La nostra italianissima Rita Charbonnier paga dazio a causa della sua esperienza letteraria ancora acerba, che non l'ha sostenuta in questa terza sfida, perdendosi nei meandri di un romanzo che non decolla.
Chi si nasconde nell'animo della giovane Elsa, donna fragile e incompresa? Cosa la tormenta e la porta ad astrarsi continuamente dalla realtà? Perché fatica a trovare qualcuno che la comprenda e la aiuti? Qual è il confine tra mondo onirico e realtà, tra follia e lucidità?
Sono tanti gli interrogativi che vibrano in queste pagine e che, elaborati meglio, avrebbero fatto sfociare questo fiume in piena in un oceano meraviglioso.
Nulla da eccepire sulla buona forma stilistica dell'autrice, di cui è possibile apprezzare la fluidità narrativa e la capacità di animare i suoi personaggi, utilizzando un gergo di spessore e appropriato agli eventi.
Mi dispiace non poter promuovere questo romanzo, tuttavia questa esperienza non mi impedirà di conoscere quelli precedenti o un eventuale quarto lavoro della nostra autrice.
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Elsa, sei ancora qui?
La varietà degli ingredienti è importante nella riuscita di una buona narrazione, ma per amalgamarli bene occorre un buon espediente: in questo romanzo è la reincarnazione che riesce ad amalgamare in modo sapiente storie e diversi periodi storici, personaggi esistiti e inventati, mondi interiori e nuovi mondi, mondi fantastici e mondi reali.
La protagonista è una povera ragazza ricca, fragile e “malata nell’anima”, che vive nell’epoca fascista. Elsa si muove in un ambiente altolocato tra segreti altolocati, follia e lucidità, sofferenza e riso. Ma attraverso i sogni, si intravede anche un mondo ancora più remoto, che preme per confrontarsi con il presente: Elsa è abitata da un’altra donna, un personaggio storico, che a volte sembra completamente diversa da lei, mentre in altri momenti si mostra anche troppo vicina.
L’altra donna non è l’unico fantasma a perseguitare la protagonista, che deve affrontare anche i morti di famiglia, ancora più nascosti ma non meno insistenti. Inoltre ci sono i viventi che la circondano: familiari, medici e altre figure in carne e ossa, a volte più inquietanti delle anime defunte. Oppressa da questa moltitudine di morti viventi e vivi sfuggenti, Elsa affronta un doloroso viaggio alla ricerca dell’autenticità, per uscirne finalmente integra, armata della chiarezza necessaria per vivere.
La storia, introspettiva ma non priva di azione e di colpi di scena, è ben strutturata e coinvolge con garbo il lettore; ho notato però qualche qualche sbilanciamento nello sviluppo dei personaggi, a volte troppo brusco. La scrittura è equilibrata, tanto ben adattata alla trama che si nota poco. Il ritmo è ravvivato anche da momenti di comicità, inaspettati e gustosi.
In sintesi, questo romanzo è un gradevole intreccio di livelli narrativi diversi, consigliabile a chi ama i romanzi storici ma anche l’introspezione, gli aspetti sociali e le accurate descrizioni di ambienti.
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Alla ricerca della propria identità
Dopo due biografie romanzate (La sorella di Mozart e La strana giornata di Alexandre Dumas) che hanno riscosso notevole successo, Rita Charbonier ha deciso di cambiare registro, una scelta coraggiosa perché rappresenta sempre un’incognita, soprattutto per le eventuali reazioni dei suoi lettori, abituati a storie di genere ben diverso.
Questa volta ha creato un personaggio del tutto nuovo e quindi senza che abbia pescato nei molti della storia, ovviamente questi reali e non di fantasia.
Eppure, anche Elsa Puglielli – così si chiama la protagonista – assume caratteristiche di veridicità, ci sembra una presenza non astratta, ma una persona che è esistita, tanto l’afflato, che si viene a formare pagina dopo pagina, fa credere magari di averla conosciuta, oppure di avere incontrato nel corso della nostra vita una donna con identiche caratteristiche.
La trama non è semplice, anzi ha quella particolare complessità che si incontra quando ci si imbatte negli oscuri meandri della psiche umana, la cui perfetta conoscenza è ancora ben lungi dall’essere completata.
Elsa è fragile, ma rivela una forza interiore del tutto superiore alle attese. Eppure, quella ragazza che vive, come in una campana di vetro, in un villino periferico di una Roma fascista, stanze che odorano di chiuso, mentalità ristrette che cercano di celare un essere “diverso”, è in preda a una continua lotta per rendere propria la sua vera identità, una battaglia all’apparenza senza speranza, combattuta senza l’aiuto dei familiari che anzi, per quell’accentuato perbenismo, particolarmente stringente durante il ventennio, si vergogna e fa di tutto per dimenticarla.
Questo è il libro di una donna che, fra tante sofferenze, riuscirà con l’aiuto di un medico e grazie all’ascendente che esercita su di lei Anita Garibaldi, in cui si identifica, a uscire dal girone infernale in cui ha condotto la sua esistenza, trovando ed affermando la sua autentica personalità.
Forse ci voleva solo la sensibilità femminile di una scrittrice, peraltro di qualità come Rita Charbonnier, per allestire una trama che potesse riuscire facilmente comprensibile, senza incorrere nel rischio del romanzo d’appendice, da cui si salva appunto sia per lo stile, misurato e pulito, sia per il grande pregio di descrivere una psiche contorta, senza indulgere al sensazionalismo, al dramma di facile effetto o addirittura alla commozione ricercata e pretesa.
Come ho già scritto sopra, Elsa vincerà la sua battaglia, ma non voglio dirvi come e quando: sta a voi lettori scoprirlo dopo aver amato le pagine di un libro che facilmente non si scorda.
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Donne che lottano e vincono
Questa e' la mia prima recensione su Qlibri. Sono arrivata qui dal sito dell'autrice del romanzo, dove mi ero fiondata a cercare informazioni . Provo a postare un'opinione diversa, sempre personalissima.
L'ho letto in un giorno e mezzo... - lo stesso tempo che ci metto a rileggere i miei romanzi preferiti della Austen-, anche se cercavo di costringermi ad andare piano per poter gustare di piu' il piacere della lettura. E' una storia complessa, sicuramente. C'e' di mezzo il fascismo, Anita Garibaldi, la psicoanalisi... Ma e' anche una storia scorrevole, intrigante e commuovente (penso alla morte di Anita e della madre,e al finale pirotecnico) e persino divertente in certi momenti (penso alla scena della zia e dell'attore che non riescono a consumare l'amplesso-), dove si staglia il personaggio della protagonista, un'eroina molto particolare, perche' lei... non parla!!
Elsa e' un personaggio bellissimo. Una ragazza che vuole esprimersi ma non ci riesce, lei vuole un ruolo attivo nella vita, vuole essere come sua madre -che ha cercato di seguire i suoi desideri, ma ha incontrato ostacoli tremendi - e non come sua zia, che e' rimasta invece bloccata nel ruolo di angelo del focolare. La prospettiva femminile nella storia mi è sembrata interessante , il discorso su come le donne riescono, o non riescono , ad esprimersi nella societa'. Anche a livello psicologico, e di queste cose un po' me ne intendo ,la problematica della protagonista e' trattata in modo molto corretto - e non era facile-. Ma comunque tutti i personaggi sono ben delineati e tutti si evolvono, non solo quelli femminili.
Secondo me questo e' un libro che si presta a diversi livelli di lettura. Un primo livello fa pensare che sia un semplice romanzo storico, che ti puo' piacere oppure no. Lo puoi trovare buono o cattivo sul livello della costruzione, dell'ambientazione e della lingua (a me personalmente e' sembrato proprio di fare un tuffo in un mondo che per fortuna non c'e' piu').Ma se uno ci guarda attraverso, e lascia emergere i significati profondi, puo' avere qualche bella sorpresa. Quindi decisamente lo consiglio.