Le ateniesi
Letteratura italiana
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Opinioni inserite: 3
Purtroppo sono deluso
Da tempo volevo leggere qualcosa del professor Barbero.
Il suo lessico e la sua vivace "verbalità" mi ha sempre favorevolmente impressionato.
Avendolo ascoltato con interesse ed ammirazione nella famosa trasmissione culturale televisiva a cui spessissimo ha partecipato ed andandolo a cercare nel suo canale Youtube, ho deciso di acquistare una sua opera e pieno di speranza ho iniziato la lettura...
Credo però di aver sbagliato libro...
Non vorrei mai fare recensioni negative perché, credo, che chi ha amato questo libro mi odierà, quindi chiedo a chi l'ha letto ed amato di non proseguire nella lettura di quella che è soltanto la mia personalissima opinione.
Il romanzo parte davvero bene, l'inizio è forte e colpisce dolorosamente come una lama arrugginita.
Siamo in mezzo ad una guerra, la battaglia di Mantinea, il nostro punto di vista è quello di due contadini Ateniesi lontani da casa, dalle loro case, dalle loro terre, dai loro vigneti, mogli e figlie; Costretti ad una battaglia che li terrorizza e che presto li segnerà per sempre.
Purtroppo però, la parte migliore, è proprio e solo questa... Il resto del romanzo è una lenta e poco interessante ricostruzione della commedia "Lisistrata" di Aristofane, alternata al racconto di uno stupro di gruppo che si svolge contemporaneamente alla messa in scena della stessa.
Le due "ricostruzioni" si alternano da un lato tediandoci con una prosa lenta e ricca di dettagli che personalmente non mi interessano, dall'altra angosciandoci con il lento ed inesorabile stupro di due povere ragazzine "contadine Ateniesi". Da padre io certi dettagli non li riesco più a reggere.
Credo quindi di essere stato io il lettore sbagliato. Le pagine si sono trovate tra le mani della persona sbagliata...
Il libro forse non è brutto, ma io l'ho trovato brutto... Come il gelato al puffo o la rucola sulla pizza....
Mi spiace ma il mio primo romanzo di Barbero mi ha veramente deluso.
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LISISTRATA REDIVIVA?
Alessandro Barbero, classe 1959, autore di romanzi storici, in quest’ultimo rende omaggio ad Aristofane, colui che nelle sue commedie irrise alla democrazia ateniese antica e ai suoi principali leader. La sua satira si rivolse a uno stile di vita che aveva come base una politica imperialistica, aggressiva e guerrafondaia, volta a finanziare la partecipazione retribuita del popolo all’assemblea, ai tribunali popolari e al teatro. Nella letteratura greca del periodo ( V e IV a. C.) Atene ebbe occasione di riflettere sulle conseguenze del suo operato, e sono molte le pagine di storiografi e tragediografi in cui è possibile riscontrare una disanima della guerra nonché intuire i sensi di colpa per la ferocia imposta dalla medesima, come ad esempio la strage dei cittadini maschi della piccola isola di Melo, colpevole di non essersi schierata, patria d’origine di uno dei personaggi del libro. Aristofane in uno dei suoi capolavori, “Lisistrata”, immagina che le donne trovino il mezzo per costringere le due città rivali Atene e Sparta alla pace: stringere un’ alleanza con le donne spartane e negare il letto ai rispettivi uomini. Nel romanzo Barbero racconta il momento della rappresentazione della commedia, citando passi salienti del testo e sintetizzandone la messa in scena con riferimento alle meravigliose parti corali. In parallelo all’utopica rivincita delle donne in teatro lo scrittore descrive per molti capitoli lo stupro di due ragazze d’origini umili perpetrato da un branco di rampolli ricchi. Il montaggio alternato sicuramente è efficace, mantiene viva la tensione, soprattutto tenuto conto che il contesto storico è verosimile, senza inutili forzature attualizzanti. Interessante ricordare con “Le Ateniesi” che sulla cosiddetta miglior forma di governo avevano dubbi persino coloro che l’avevano inventata.
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la Grecia del 411 a.C molto simile ad oggi
Romanzo particolare, Barbero racconta di una storia avvenuta nel 411 a.C, la messa in scena di Lisistrata di Aristofane dove per la prima volta le donne ebbero un ruolo da protagonista, ma proprio mentre la commedia attirava curiosità e spettatori , due giovani ragazze Charis e Glicera, vengono violentate da Cimone, ricchissimo personaggio locale. Contrasti sociali, apparentemente risalenti ad antiche epoche, vengono messi in evidenza in questo libro, creando un parallelismo col presente e con quello che è accaduto e che ancora avviene in Grecia ai giorni nostri. Un piccolo Paese ai margini del cuore economico dell'Europa che è riuscito a sconvolgere i piani dei banchieri e affaristi vari, e così fu anche all'epoca del romanzo quando i sussulti antidemocratici si risvegliarono nel momento in cui si percepì una diffusa fragilità.
Concludo estrapolando un passaggio in cui Crizia,politico, filosofo e scrittore, e poi a capo della tirannide, esterna il suo pensiero sulla società ateniese dell'epoca(p30):
""Lo vedete anche voi : in questa città non si può più vivere, i mascalzoni comandano, in tribunale non c'è giustizia, i parassiti trionfano, il denaro pubblico si spreca. In compenso la ginnastica , la musica, le forme più alte della vita umana sono derise""...
Per riflettere