Narrativa italiana Romanzi storici La scuola dei dittatori
 

La scuola dei dittatori La scuola dei dittatori

La scuola dei dittatori

Letteratura italiana

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Nell'estate del '39, al termine di un viaggio di studio in Europa, arrivano a Zurigo due americani: Mr Doppio Vu, che molti ritengono il futuro dittatore d'America, e il suo consigliere, il professor Pickup, un ideologo inventore della pantautologia. Nei loro incontri coi personaggi ufficiali del fascismo e del nazismo non hanno appreso nulla di nuovo sulle tecniche per la conquista del potere. Sarà un emigrato politico italiano, Tommaso, detto il Cinico per la sua spregiudicatezza, a impartir loro lezioni sull'argomento, confermando che la verità nascosta in ogni sistema politico è di preferenza reperibile presso gli oppressori.



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La scuola dei dittatori 2019-07-24 09:22:16 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    24 Luglio, 2019
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«Ognuno è sé stesso e non può che essere sé stesso

«Ognuno è sé stesso e non può che essere sé stesso»

«E se volete diventare dittatore, dovete farvi l’abitudine. Una dittatura è un regime in cui, invece di pensare, gli uomini citano. Essi citano tutti lo stesso libro che fa testo. A nostro vantaggio possiamo almeno dire di citare autori diversi»

Leggere Ignazio Silone è sempre un’esperienza unica perché per quanto lo si possa conoscere, poco o tanto che sia, è sempre una rinnovata scoperta. Tre gli ingredienti fondamentali delle sue opere: una trama originale ma solida nella sua costruzione, tematiche ancora oggi attualissime e uno stile narrativo che accompagna passo passo il conoscitore sollecitandone la riflessione.
Ne “La scuola dei dittatori” il sipario si apre nell’anno 1939 in quel di Zurigo. Tre sono gli attori invitati a recitare la loro parte: Mr. Doppio Vu, americano la cui purezza non è stata ancora totalmente assicurata e aspirante dittatore, Prof. Pickup, l’assistente che lo accompagna nel viaggio, ideatore e fondatore della pantautologia, futuro assistente dell’accompagnato e timoroso della sua probabile impurità, Tommaso il cinico, che chiama le cose con il proprio nome, che cerca un significato recondito ai fenomeni che si dipanano e che aborra gli eufemismi. I primi due si recano dal terzo per avere delucidazioni e per ricevere le istruzioni necessarie per trasformare il sistema democratico americano in uno totalitario. Da ciò non stupisce l’impostazione dell’opera caratterizzata da una serie di capitoli, proprio come se si trattasse di una serie di lezioni universitarie, in ciascuno dei quali viene affrontato un argomento fondamentale affinché una dittatura possa insediarsi. Ogni problematica che viene trattata e ogni argomento che viene edotto non sono lasciati al caso bensì sono il frutto di una articolata ricostruzione. Ecco perché si parla tanto di complotto quanto di controrivoluzione a una rivoluzione non compiuta, di arte e gioco di suggestione delle masse con la parola scritta e parlata, con la convinzione di poter creare un nuovo ordine mediante un sistema politico nuovo che si contrappone al vecchio esistente e malfunzionante e tanto altro ancora.

«Prof. Pickup: Gli sviluppi e le complicazioni successive non devono però farci dimenticare questa verità iniziale: il fascismo è stata una controrivoluzione contro una rivoluzione che non ha avuto luogo.
Tommaso il Cinico: Non so. Comunque mi permetto di riassumere il mio pensiero in questa forma: la prima condizione affinché prevalga un sistema totalitario, è la paralisi dello stato democratico, cioè, una insanabile discordanza tra il vecchio sistema politico e la vita sociale radicalmente modificata; la seconda condizione è che il collasso dello stato giovi anzitutto al partito d’opposizione e conduca a esso le grandi masse, come al solo partito capace di creare un nuovo ordine; la terza condizione è che questo si riveli impreparato all’arduo compito e contribuisca anzi ad aumentare il disordine esistente, mancando in pieno alle speranze in esso riportate. Quando queste premesse sono consumate, e nessuno ne può più, irrompe sulla scena il partito totalitario. Se esso non ha alla sua testa un imbecille, ha molte probabilità di arrivare al potere»

Silone ricerca le radici del totalitarismo, ne spiega i contenuti, ne spiega la diffusione, ne affronta il sedimentarsi e la perpetrante diffusione, ne eviscera gli aspetti più caratteristici. Il tutto con uno stile narrativo accattivante, ironico, sarcastico. Al tempo stesso, la sua è un’analisi a mente fredda, ponderata, consolidata e sostenuta da basi storiche e filosofiche e per questo agghiacciante. Perché per quanto alcuni aneddoti facciano sorridere, per quanto l’impostazione sotto la forma del dialogo renda la scorrevolezza dell’opera rapida ed esaustiva, il conoscitore non può esimersi dall’interrogarsi sulle problematiche affrontante e trasportarle a un presente che sembra aver dimenticato il proprio passato e dunque non aver appreso da questo.

«L’uomo normale resta mediocre appunto perché non può fare a meno di disperdersi in molti svariati desideri. L’uomo, invece, posseduto dall’autentica vocazione del potere, non sogna che il potere. Il potere è la sua condanna, la sua idea fissa, la sua professione, la sua famiglia, il suo piacere. Tutto il suo potenziale psichico essendo assorbito in quell’unico punto, egli appare facilmente al volgo uomo straordinario, e così diventa un capo. Allo stesso modo di quelli che si concentrano totalmente in Dio e diventano santi, e di quelli che non vivono che per il denaro e diventano miliardari»

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La scuola dei dittatori 2017-01-16 11:46:57 Belmi
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Belmi Opinione inserita da Belmi    16 Gennaio, 2017
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Come conquistare il mondo

Chi conosce Ignazio Silone sa cosa aspettarsi da un suo libro, ma chi come me se lo ritrova davanti per la prima volta, ne rimane doppiamente colpito.

“La scuola dei dittatori” è un libro che fa riflettere e soprattutto preoccupare per la validità (ancora oggi) dei suoi contenuti.

Siamo a Zurigo e l’anno è il 1939 e tre sono i protagonisti, abbiamo: Tommaso il Cinico che ricopre il ruolo di “insegnante”, soprannominato il Cinico “poiché egli aborre gli eufemismi ed ha l’abitudine di chiamare le cose con loro nome”; Mr Doppio Vu, aspirante dittatore dell’America e infine il Prof. Pickup, l’assistente del futuro dittatore, ideatore della pantautologia.

Il libro è suddiviso in capitoli ed ognuno di essi è dedicato ad un argomento fondamentale per un aspirante dittatore. Gli argomenti non lasciano niente al caso, si parla di colpi di stato, di complotti, dell’arte del doppio giuoco e su come suggestionare le masse.

Il nazismo con Hitler e il fascismo con Mussolini sono gli esempi più eclatanti, ma non gli unici.

Silone, tramite il “suo cinico,” non “le manda a dire” e il suo stile così diretto, esilarante e ironico, da una parte fa sorridere, e a volte proprio ridere, il lettore per il “ridicolo” così evidente; riflettendoci a freddo, è però un’altra la sensazione che rimane ed ha il sopravvento, ovvero la preoccupazione perché alla fine della fiera purtroppo mi sono resa conto che di dittatori o aspiranti tali ne è pieno il mondo.

Questo libro mi ha portato a profonde riflessioni e non posso fare a meno di consigliarlo. Ve ne lascio un piccolo assaggio:

“Tommaso il Cinico: Non so. Comunque mi permetto di riassumere il mio pensiero in questa forma: la prima condizione affinché prevalga un sistema totalitario, è la paralisi dello stato democratico, cioè, una insanabile discordanza tra il vecchio sistema politico e la vita sociale radicalmente modificata; la seconda condizione è che il collasso dello stato giovi anzitutto al partito d’opposizione e conduca a esso le grandi masse, come al solo partito capace di creare un nuovo ordine; la terza condizione è che questo si riveli impreparato all’arduo compito e contribuisca anzi ad aumentare il disordine esistente, mancando in pieno alle speranze in esso riportate. Quando queste premesse sono consumate, e nessuno ne può più, irrompe sulla scena il partito totalitario. Se esso non ha alla sua testa un imbecille, ha molte probabilità di arrivare al potere”

“Non credo che l’uomo onesto debba necessariamente sottomettersi alla Storia”.

Buona lettura!

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