La ragazza e l'inquisitore
Letteratura italiana
Editore
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Opinioni inserite: 7
Una storia d'amicizia e d'amore durante l'inquisiz
Ho adorato i personaggi di questo libro, sono descritti con maestria e mai banali dalla scrittrice, ci sono i capitoli con le varie formule magiche, ma il tutto non è pesante, anzi mostrano un ritratto abbastanza fedele di ciò in cui credevano gli uomini e le donne di quel periodo.
La storia è incentrata su tre personaggi principali, la piccola Mayo la bambina che era da tutti ritenuta figlia del demonio e dalla sua stessa famiglia condannata a morte, Ederra la bella curandera amica e salvatrice di Mayo, Inigo il novizio che è l'assistente dell'inquisitore Salazar.
Quando guaritori e guaritrici vengono arrestati per stregoneria, Mayo va alla ricerca della sua amica e tutrice Ederra per liberarla.
Come fare?
Per far ciò inizia a seguire l'inquisitore e il suo seguito, ottenuta la fiducia del suo assistente grazie a delle erbe, Inigo la chiamerà il suo angelo azzurro.
In questo libro ciò che emerge è il rapporto tra le persone, che anche nell'orrore più cupo c'è spazio per una sincera amicizia, la solidarietà e il vero amore.
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Un viaggio nel Medioevo
Libro davvero piacevole, ma non intrigante o incredibile. Alcune parti del libro, secondo me, andavano studiate di più, coinvolgendo di più il lettore. Ma la storia e i personaggi non mi sono dispiaciuti, una volta finito di leggerlo, comunque, qualcosa di questo libro mi è sicuramente rimasto dentro. Parla del Medioevo nelle sue forme di credenze, dalle streghe alle pozioni magiche, alla paura del diavolo ai viaggi di personaggi descritti in maniera piacevole! Si parla quindi anche dell’inquisizione Spagnola, che è sicuramente quella che,all'epoca, ha goduto sempre della fama peggiore. Quindi, per una piacevole lettura, catapultati nel Medioevo, consiglio questa lettura sicuramente!
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inquisizione spagnola
Un romanzo storico a mio avviso molto interessante, narra della santa inquisizione nella Spagna nel 1600 e finalmente dice la verità sui loschi affari della chiesa in quegli anni...
Si basa su documentazioni vere ed è proprio per questo che mi è piaciuto. Poi l'autrice ci ha romanzato attorno una storia piuttosto appassionante, che si legge con piacere, altrimenti il libro sarebbe stato troppo pesante da digerire.
Certo, devo ammettere che anche con questa precauzione la storia alterna parti scorrevoli con altre parti più lente, però, se si è interessati all'argomento "streghe/chiesa" si rivela una lettura che, tra dati storici, mistero, amore e un pizzico di occulto, vale decisamente la pena di intrapprendere.
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mah..
Premetto che l'argomento delle streghe e dell'inquisizione mi piace e appena trovo un libro che ne parla me lo compro subito ma questo....
La lettura è scorrevole e il linguaggio che usa è facile, su questo punto non ho nulla da dire.
E' interessante la spiegazione storica dell'auto da fe e di come venivano processate le "streghe" e gli "stregoni".
La storia di Mayo e Ignigo è l'unico motivo per cui ad un certo punto vieni spinto ad arrivare fino alla fine.
Una delusione completa dal momento che verso la fine prendi il libro in mano solo perchè da fastidio lasciarlo li incompleto.
Il finale può rovinare la magia che ricrea un libro e lei è riuscita nell'intento!!!!
Ci sono libri molto più belli per esempio L"e Figlie del Libro Perduto" di Katherine Howe
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Streghe & co
Libro che si legge piacevolmente, nonostante i temi trattati siano seri e, soprattutto, storici. Certo, come in ogni romanzo storico, una parte di finzione c'è, e trattando di magia è ovvio che si finisce un pò nel fantastico.
Lo consiglio a chi ha paura delle streghe
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Noia
Nerea Riesco, nata a Bilbao e cresciuta a Valladolid, attualmente lavora a Siviglia come giornalista e tiene corsi di Scrittura Creativa all’Università. Il suo primo romanzo “ Ladronas de almas” è stato pubblicato nel 2002. Nel 2004 vince la nona edizione del premio “ Ateneo Joven de Novela” con il suo secondo romanzo “ El pais de las mariposas”. “ Ars Magica”, edito in Italia con il titolo “ La ragazza e l’inquisitore” è il suo ultimo lavoro e sta per essere pubblicato in altri dieci paesi. Basandosi sui memoriali dell’inquisitore Alonso De Salazar y Fria conservati presso l’Archivio Storico Nazionale di Madrid insieme ad una grande quantità di lettere e do*****enti che si trovano nel settore dedicato all’Inquisizione, l’autrice cerca di fare luce nell’oscurità intrisa di paure della Spagna del diciassettesimo secolo. Alonso de Salazar fu uno dei tre inquisitori che prese parte al processo delle streghe di Zugarramurdi. Fu certamente un inquisitore particolare che, nei suoi viaggi lungo i Paesi Bassi e la regione navarrese, andò alla ricerca di prove per dimostrare che non esistevano persone che potessero avere dei poteri magici maligni. Questa figura rivoluzionaria per l’epoca e per il comune sentire di quei tempi e dei nostri lasciò ai posteri otto volumi riportanti il suo operato. Essi rimasero accantonati per quattro secoli nelle cantine del Sant’Uffizio fino al loro ritrovamento da parte di uno studioso americano che indagava sull’Inquisizione Spagnola. Salazar è dunque il rappresentante della parte “razionale “del romanzo. Gli fanno corona diverse figure realmente esistite: il re Filippo III, la sfortunata regina Margherita d’Austria, il potente Duca di Lerma, il suo segretario Rodrigo Calderòn, il giovane novizio Inigo, il Frate Domingo e tanti altri. La parte “magica” del libro è rappresentata da Mayo de Labastide, unico personaggio di pura fantasia. Mayo ha sedici anni, un fisico da rondine e gli occhi nerissimi e profondi. Conosce le arti della guarigione, dell’erboristeria, della magia e persino della profumeria. Vive a stretto contatto con una natura di cui subisce il fascino fatato facendosi sedurre da ogni suo giornaliero prodigio e si accompagna a Beltràn, un asino sotto le cui spoglie dovrebbe nascondersi un uomo legato da un incantesimo talmente forte che, nonostante l’intensità degli sforzi della ragazza, non si riesce a riportare alle sue originarie condizioni. Mayo è alla disperata ricerca della sua nutrice, la bellissima Ederra che dopo essere stata condannata a morte per stregoneria, è svanita nel nulla. Per ritrovarla Mayo dovrà percorrere le stesse strade di Salazar, seguendolo come un’ombra. L’autrice ha voluto così rappresentare, soprattutto con questi due personaggi agli “ antipodi”, la dualità del pensiero umano, l’animo razionale e quello fantastico, respingendo per il suo libro l’etichetta di romanzo storico, nonostante la perfetta ricostruzione del periodo. “ Gli uomini cambiano poco nel tempo” asserisce l’autrice” e continuano ad essere spinti dalle stesse passioni, dagli stessi interessi: l’amore, l’odio, la vendetta, la sete di potere”. E la Storia non è altro che “ il tentativo da parte di una persona di influire sui propri simili manipolandoli ed utilizzando il potere che detiene. Quindi, scrivere un romanzo storico equivale in qualche modo a scrivere sull’essere umano e far sì che possano essere riconosciuti gli errori del passato e magari anche quelli del presente.” L’inquisizione Spagnola è quella che ha goduto sempre della fama peggiore. In effetti, contrariamente a ciò che si è sempre creduto, ha condannato al rogo per stregoneria poche persone rispetto all’infinità di uccisioni perpetrate ad esempio dall’inquisizione germanica o da quella olandese. Questo, perché l’inquisizione spagnola non era direttamente dipendente da Roma e per esistere doveva autofinanziarsi. Il modo migliore per farlo era di impossessarsi dei beni dei condannati e non necessariamente essi dovevano finire sul rogo ma era sufficiente una condanna al carcere. Una volta scontata la pena, i prigionieri tornati in libertà erano obbligati a pagare all’inquisizione il loro mantenimento in carcere, il che a conti fatti risultava piuttosto “salato”. L’inquisizione spagnola fu certamente crudele ma non più di quelle di altri paesi dell’Europa. Erano soprattutto le donne ( l’80-90% delle condanne per stregoneria) a farne le spese perché spesso si trovavano in condizioni di debolezza sociale e senza protezione alcuna, quindi facili capri espiatori da dare in olocausto per mitigare le paure e i pregiudizi del popolino. Anche l’invenzione della stampa contribuì alla diffusione dei pregiudizi negativi nei loro confronti: basti pensare ai vari manuali per inquisitori, come il “ Malleus Maleficarum” in cui venivano illustrate le più tremende torture volte a far confessare rapidamente le donne che, considerate per la loro debolezza fisica e mentale più soggette ai malefici del demonio, fossero sospettate di stregoneria. L’argomento è sicuramente di grande interesse, il materiale storico da cui sono stati attinti i fatti abbondante e ricco, l’idea di amalgamare la logica e l’irrazionalità rapportandole al dualismo tipico dell’animo umano indubbiamente fascinosa, ma leggendo il libro, si è pervasi da una sensazione di noia che ci imprigiona anche per la poca scorrevolezza della scrittura e per la quasi totale assenza di dialoghi fino a culminare in un autentico naufragio narrativo contro il quale ogni formula magica sembra essere vana.
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Tiene vivo il genere
Mi sembra che il racconto, pur con le superstizioni reali e le credenze del medioevo, sconfini nel fantastico, comunque c'e' una buona descrizione di quello che l'inquisizione spagnola faceva in quei tempi. Certo chi si aspetta trame, intrighi coinvolgenti come nel romanzo del 2007 "La cattedrale del mare" di Hidelfonso Falcones, deve adattarsi ad un ritmo piu' lento.