La legione degli immortali
Letteratura italiana
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Quello che ha fatto grande l'impero romano
Il romanzo si presenta al lettore come un racconto, che un vecchio ex legionario della X legione narra ad un mercante che, in cambio di denaro, si propone di dargli un passaggio in un viaggio che lo (ri)porterà in Britannia.
Così veniamo a trovarci 30 anni prima, all'invasione della Britannia da parte di Cesare, il grande condottiero che con la X legione prima, e la XIV poi, inizierà a mettere a ferro e fuoco l'isola britannica. I teatri della storia sono in primo luogo la Gallia, dove a porto Izio vengono preparate le navi per il trasporto delle legioni, poi successivamente la Britannia il teatro di guerra, dove il sangue delle battaglie viene mescolato alle vicende intime di Lucio che conoscerà una bella schiava e inizierà una relazione con lei.
Proprio sull'intimità del personaggio che si concentra il corpo del romanzo, che ci fanno ricordare che in fondo, i legionari, spietate macchine da guerra sono pur sempre uomini con pregi e difetti, addestrati per uccidere ma nati per amare. [Spoiler] L'improvvisa scomparsa di Gwynith tingerà di giallo il romanzo e tutto si concentrerà sulle indagini per il suo ritrovamento...
Mi sono piaciute molto le descrizioni della Britannia, umida, selvaggia, fredda e tetra (sull'invasione della Britannia vi consiglio i primi 5 volumi della saga di Scarrow molto belli e caratterizzati), la parte storica nulla da eccepire, i dettagli delle battaglie risaltano molto bene, cruenti e spinti come piacciono a me. Molto bella la ricostruzione della storica battaglia di Atuataca dove Cotta e Sabino persero contro gli Eburoni, dove emerge tutta la potenza della guerra, Il clangore delle armi, le strategie, la disciplina e l'AQUILA di Roma...
Un libro che consiglio di cuore, ti dà quella sensazione di affetto verso i personaggi, che terminato il libro ti mancano, soffri con loro nei momenti difficili ma nel contempo ti emozioni e speri in un finale felice, ma che inevitabilmente una nota d'amaro lo lascia sempre.
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Atuatuca
Ecco un libro da leggere. Ne consiglio la lettura perché, più di molti altri, ambientati nello stesso periodo, questo testo riesce a fondere, in modo straordinario e travolgente, gli episodi storici realmente avvenuti con il mondo interiore e intimo dei legionari protagonisti delle vicende qui narrate.
Da una parte, sullo sfondo, la Storia. Cesare, imprevedibile, audace e vittorioso; i suoi legati, Labieno, duro e rigoroso, Cotta e Sabino, inadatti al comando congiunto. Dall’altra, in primo piano, la X legio ( poi la XIV ) con i suoi uomini, semplici e genuini, temprati da forti esperienze comuni, capaci di sacrificare la vita pur di salvare l’onore di Roma.
A mio avviso, delle due, è la parte intimistica quella migliore, ovvero quella che caratterizza il testo in modo unico e indimenticabile. La mano dello scrittore è ferma, senza sbavature, priva di retorica e ci regala pagine di rarefatta bellezza. Il lettore è portato a partecipare, a palpitare insieme ai protagonisti, a condividerne gioie, dolori, dubbi, paure. Qui c’è tutta l’epica romana, il racconto e l’eco delle battaglie, le lotte furibonde, gli scontri titanici, le gesta eroiche senza le quali lo stesso Cesare nulla avrebbe potuto; ma c’è anche l’amore per una donna, delicato e struggente, una storia tenera in aperto contrasto con la brutalità degli eventi. C’è la sacralità dell’amicizia, la dedizione verso i compagni, la fedeltà alla causa e all’aquila, simbolo di tutti i sacri e consolidati valori romani.
Nell’offrire questa gamma di situazioni e sentimenti, il tono del racconto cambia continuamente. Si passa dal registro celebrativo a quello che sottolinea la piccola e grande semplicità del quotidiano, così come si presentava in un accampamento militare; ci si muove in un clima da romanzo giallo o mystery, oppure in un contesto che esprime una robusta “ vis comica “.
Sono, però, le pagine dedicate alla battaglia di Atuatuca quelle che più rimangono nel cuore. Conoscevo l’episodio per averlo letto in uno dei volumi della McCullough, dedicati alla storia della Repubblica romana. La scrittrice, con eccezionale bravura e massima precisione nei dettagli, ci fornisce un completo resoconto, espresso in modo drammatico e oggettivo, di un oscuro episodio che ha lasciato il segno nella storia di Roma. Qui, lo stesso episodio, mette in evidenza e rivela con forza, emozioni, sentimenti e impulsi più intimi, profondi, soggettivi, senza abdicare ad una globale oggettività. Qui le lame penetrano non solo nella carne e nel cuore dei legionari , ma anche , metaforicamente , nella carne e nel cuore del lettore, che grida, urla, spera, piange con i “suoi” personaggi. Alla fine, superstite fra i superstiti, rimane allucinato, esausto, di fronte al silenzio, al vuoto, ai fantasmi dei caduti che sembrano fluttuare nelle nebbie di Atuatuca.
La storia ha, però, ancora più di una verità da sfoderare e non di poco conto. Tuttavia, neppure la conclusione, sapientemente condotta, dà pieno conforto e sollievo. La malinconia rimane così il segno distintivo di questo libro, potente, coinvolgente, emozionante, in una parola indimenticabile.
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La legione degli Immortali
Senza ombra di dubbio uno dei migliori libri che abbia mai letto sulle gesta degli antichi romani. Un romanzo ottimo sotto tutti i punti di vista. Avvincente e scritto in maniera perfetta senza una pagina di troppo; mai noioso o con cali di tensione. Non è il solito romanzo storico che si limita a descrivere combattimenti e tecniche di guerra, ma è apprezzabile anche dal punto di vista puramente sentimentale. Affronta in maniera approfondita il sentimento d’amore che può nascere, quanto meno te lo aspetti fra uomo e donna, ma anche il sentimento di profonda amicizia fra compagni d’armi, uniti anche dall’attaccamento per la stessa causa.
Un mix veramente ben riuscito che solo un scrittore di talento può scrivere. Lo consiglio anche a chi non ha mai preso in considerazione la lettura di questo genere, perché al suo interno troverete molto di più quello che potreste pensare guardando la prima di copertina. Penso che sia la prima volta, e ne ho letti diversi, che mi commuovo leggendo un libro che ha Giulio Cesare come filo conduttore; anche se in questo caso la sua figura rimane molto in secondo piano, lasciando spazio ad una storia molto ben architettata.
Il finale è un qualcosa di particolare, credo che non sia possibile idearne uno più soddisfacente.
Bravo Massimiliano Colombo!
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Il mito dei nostri Avi ai tempi delle Legioni
Catapultati in un altra epoca, scagliati in mezzo ai ranghi, dove il ferro dei gladio e delle daghe animavano la metallica melodia dei combattimenti corpo a corpo. Le urla latine dei centurioni imponevano ordine e obbedienza in una società di soldati che facevano di tutto:combattevano nemici, costruivano forti, riparavano navi, piantavano viti da uva.
Facciamo conoscenza con i legionari della decima legione e li accompagniamo in Britannia per l'invasione di Cesare, li scortiamo al rientro, in compagnia di una britanna dai capelli rossi e dagli occhi verdi che battera' il ritmo della storia e che avrà un finale epico che rimarrà nel cuore. Il racconto inizia lento, si snocciola il viaggio di un Romano che torna in Britannia dopo una vita, ha vissuto facendo il legionario, poi, dissipandosi la bruma entriamo in un campo militare e facciamo la conoscenza di Gaio Emilio Rufo e Lucio Petrosidio e altri legionari veterani che saranno i perni del racconto che si rimescolera' col viaggio del Romano.
Si saggia di persona l'organizzazione di un popolo che anche a migliaia di cholometri da Roma impone i suoi dictat nel modo di costruire un campo, di condurre una battaglia e di tessere alleanze, con i Galli, soggiogandoli a volte senza impugnare la spada ma usando la carta della Pax Romana. Ma dopo un inverno di quiete, in seguito all'attacco di una coalizione di Galli, sara' la XIV legione a trovarsi ad un bivio e dovrà pagare le conseguenze di una scelta nefasta da parte dei suoi due comandanti parigrado. Qui esploderà la battaglia raccontata con spietato realismo dove l'orgoglio e l'onore saranno le ultime monete di scambio per la sopravvivenza... dove le urla di Gaio Emilio Rufo al re degli Eburoni rimangono una mezza pagina che da sola merita la lettura dell'intero libro.
Le ultime pagine del libro ci deliziano con delle considerazioni del Debello Gallico di Cesare in cui vengono fotografati i momenti salienti del libro, i personaggi principali e le loro scelte avvenute nella storia. INDIMENTICABILE.
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Il gusto della lettura
Ho letto Scarrow, Manfredi, Riches, Kane etc... però era da tempo che non mi emozionavo tanto con un "libro"; ho sofferto, riso, amato, sognato, odiato e pianto con Lucio, Gwynith, Quinto, Valerio, etc... Credo che Massimiliano Colombo(per me una gran scoperta) abbia avuto la capacità di elevare la qualità a un livello molto alto, per niente facile da superare; aggiungo che ho già comprato Il vessillo di porpora e Draco (presto in partenza la lettura di questi due) e sono sicuro di poter sperimentare nuovamente forti emozioni e passione per la lettura così como le ho vissute con LA LEGIONE DEGLI IMMORTALI.
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EMOZIONANTE
Incalzante, non dà tregua. Ci si innamora dei personaggi ed è triste doverli abbandonare alle ultime pagine. Inoltre fornisce una lezione di storia a ricordare che l'Italia ha un passato, glorioso, non solo di gesta vincenti ma di Eroi. Un libro che fa recuperare la memoria del nostro passato collettivo. Questo libro mi ha segnato ed ha attivato in me energie sommerse.
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Stringiamoci a coorte,siam pronti alla morte!
Se volete una storia forte,ricchissima di emozioni,onore a cariolate,amore,passione,amicizia, coraggio,una vicenda basata su vicende storiche precise,se volete piangere e sussultare questo è il libro adatto a voi.
Lo stile è incalzante,scorre via come un torrente in piena,i personaggi sono vivi e pulsanti,le ambientazioni sono tangibili e ci immergono in una storia che ci travolge lasciandoci spossati,e felici.