Narrativa italiana Romanzi storici La follia di Adolfo
 

La follia di Adolfo La follia di Adolfo

La follia di Adolfo

Letteratura italiana

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Toscana, 1911. Adolfo, il folle, il dongiovanni, il cadetto di una nobile famiglia rispettosa delle regole e amante del buon cibo. Ed è proprio dai manicaretti che cucina Finimola, la cuoca di famiglia, e dalla sua corpulenta avvenenza, che inizia la saga dei Martigli. Dalla guerra di Libia, agli amori, dai matrimoni alle piccole pazzie quotidiane, gli episodi familiari si snodano leggeri e profondi conditi dai sapori di una terra sanguigna, vivace e saporita come i suoi personaggi. Adolfo, il cui nome significa "nobile lupo", conduce le danze, più da pecora nera che da capo branco, trascinando in un vortice da tragicommedia perfino i suoi discendenti, come l'autore del romanzo, che porta nascostamente il suo stesso nome.



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La follia di Adolfo 2017-02-03 02:38:21 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    03 Febbraio, 2017
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Staccai lo stemma di famiglia

Un titolo come quello che Carlo A. Martigli ha assegnato alla sua ultima opera, “La follia di Adolfo”, fa pensare al pazzo che ha funestato la storia della prima metà del secolo scorso. E invece no, il romanzo non parla di quell’Adolfo là, parla dello zio dello scrittore, ed è una saga familiare che identifica in quello zio la venatura un po’ folle che scorre anche nel sangue toscano dell’autore.

L’amore per le radici porta Martigli a ricostruire una storia familiare, nella quale lo zio Adolfo si caratterizza come dongiovanni dilapidatore di patrimoni, sempre sopra le righe, ma a modo suo generoso e creativo.

“Eccomi in viaggio, con l’auto paterna, verso Navacchio, dove da cinquecento anni si trovava la villa di famiglia che ormai apparteneva ad altri”.
La genesi del romanzo risale a un atto di ribellione dello scrittore: “Da un chiodo di ferro battuto staccai lo stemma di famiglia. Uno scudo con tre artigli d’argento in campo d’oro. Tre artigli, quelli che aveva usato un certo Paolo, nella metà del Trecento, dando vita al cognome M’artigli, il patronimico”.

Lo stemma, Carlo A. Martigli me l’ha inviato in foto e così l’ho diffuso nel web. Lo potete visualizzare a questo link, con una descrizione che contiene anche qualche spunto etimologico:
http://www.brunoelpis.it/fatti-e-libri/1515-lo-stemma-dei-martigli
Qui invece potete leggere una breve intervista che ho realizzato per l’occasione: http://www.brunoelpis.it/le-interviste/1514-cinque-domande-a-carlo-a-martigli-a-proposito-de-la-follia-di-adolfo

In appendice al romanzo trovate invece le ricette toscane di casa Martigli…

Bruno Elpis

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