La follia di Adolfo
Letteratura italiana
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Staccai lo stemma di famiglia
Un titolo come quello che Carlo A. Martigli ha assegnato alla sua ultima opera, “La follia di Adolfo”, fa pensare al pazzo che ha funestato la storia della prima metà del secolo scorso. E invece no, il romanzo non parla di quell’Adolfo là, parla dello zio dello scrittore, ed è una saga familiare che identifica in quello zio la venatura un po’ folle che scorre anche nel sangue toscano dell’autore.
L’amore per le radici porta Martigli a ricostruire una storia familiare, nella quale lo zio Adolfo si caratterizza come dongiovanni dilapidatore di patrimoni, sempre sopra le righe, ma a modo suo generoso e creativo.
“Eccomi in viaggio, con l’auto paterna, verso Navacchio, dove da cinquecento anni si trovava la villa di famiglia che ormai apparteneva ad altri”.
La genesi del romanzo risale a un atto di ribellione dello scrittore: “Da un chiodo di ferro battuto staccai lo stemma di famiglia. Uno scudo con tre artigli d’argento in campo d’oro. Tre artigli, quelli che aveva usato un certo Paolo, nella metà del Trecento, dando vita al cognome M’artigli, il patronimico”.
Lo stemma, Carlo A. Martigli me l’ha inviato in foto e così l’ho diffuso nel web. Lo potete visualizzare a questo link, con una descrizione che contiene anche qualche spunto etimologico:
http://www.brunoelpis.it/fatti-e-libri/1515-lo-stemma-dei-martigli
Qui invece potete leggere una breve intervista che ho realizzato per l’occasione: http://www.brunoelpis.it/le-interviste/1514-cinque-domande-a-carlo-a-martigli-a-proposito-de-la-follia-di-adolfo
In appendice al romanzo trovate invece le ricette toscane di casa Martigli…
Bruno Elpis