La briganta e lo sparviero
Letteratura italiana
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Storie d'amori di briganti
Filomena Pennacchio è figlia di una pazza, fa parte di quelle vite di scarto che nell'Italia in guerra, quella del Nord contro il Sud che chiamarono Risorgimento, che affamò e assassinò poveri contadini come scriveva Gramsci in Ordine Nuovo nel 1920, cerca di sopravvivere alla fame e al disprezzo degli altri riuscendovi perchè è "janara" nel senso di donna indomita come la dea Diana. Giuseppe Schiavone è contadino strappato agli affetti e al piccolo paese irpino dove è nato, tornato dal militare sarebbe dovuto convolare a nozze con la fidanzata di sempre, Rosa Giuliani, invece il Piemontese succeduto al Borbone lo vuole di nuovo sotto le armi.
I signori cambiano il colore delle divise ma i soprusi sono sempre gli stessi.
Giuseppe Schiavone decide di disertare, con la morte nel cuore abbandona nuovamente la vecchia madre e si rifugia come un lupo sui monti in cerca di un suo branco e lo troverà; diventerà brigante al servizio di Carmine Crocco, con lui scoprirà l'arte del comando, con Ninco Nanco invece la ferocia, si trasformerà nello "sparviero", il brigante che piomba improvvisamente sul nemico per poi sparire nel nulla. In questa seconda vita incontrerà quella che diventerà la sua amante, Filomena che saprà sedurlo guadagnandosi l'odio del più pericoloso dei nemici che un uomo e una donna possano avere, il partner tradito, sarà infatti Rosa Giuliani l'ago sulla bilancia nel destino dei due briganti. Licia Giaquinto scrive di pancia con il rigore formale di Celan, ci consegna una storia di sangue e veleno, di rivincita e perdizione, soprattutto scrive con la passione di chi ama la propria terra ma non rinuncia al rigore della ricostruzione storica attenta e competente.