La banda degli uomini
Letteratura italiana
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Verità o potere
Milano 1938, il Carlin è un uomo sostanzialmente innocuo, da anni dopo il lavoro vaga per le varie osterie declamando motti rivoluzionari, diritti dei lavoratori e idee politiche che gli procurano più di un problema unitamente al fatto di bere come una spugna.
Fino a che un giorno torna a casa pesto e sofferente, dice ai familiari di essere caduto ma il mattino successivo muore ed al medico pare evidente che si è trattato invece di un pestaggio.
Siamo in anni difficili, il regime fascista imperversa e gli oppositori non lavorano (il maestro Betti) o vengono controllati dalla polizia e in qualche caso malmenati, non è quindi una situazione semplice quella in cui si mettono i due figli più grandi del Carlin che cercano di scoprire la verità sulla morte del padre.
Le loro vicende finiscono con intrecciarsi con quelle di vari disperati alla ricerca di un minimo ventaggio dal parteggiare per i forti, funzionari di vari livelli del partito fascista che godono di favori e li elargiscono in minima parte a chi si presta ai loro capricci.
Conosciamo anime inquiete e anime vili in un romanzo in cui il giallo è un pretesto, più che altro è un noir ambientato in una zona di Milano a vocazione operaia in un momento storico delicato e sofferto in cui la condizione sociale della gente è resa chiaramente dall'autore.
C'è chi ha perso tutto anche la dignità e chi mette in gioco proprio quella per avere dei vantaggi in un mondo in cui la verità sembra un intralcio e mai uno scopo.
Nel complesso un pò lento, compassato, si fa leggere bene ma manca qualcosa nella caratterizzazione dei personaggi.