Narrativa italiana Romanzi storici L'armata dei sonnambuli
 

L'armata dei sonnambuli L'armata dei sonnambuli

L'armata dei sonnambuli

Letteratura italiana

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Marie è una donna del popolo che alla rivoluzione chiede pane e libertà per sé e per suo figlio. Finirà invece per ottenere una vita diversa. Leo è un attore immigrato a Parigi dall'Italia sulle orme del grande maestro Goldoni, in cerca di fortuna e successo. Scoprirà che la rivoluzione è il palcoscenico più promettente, ma dal quale si può cadere in maniera rovinosa. D'Amblanc è un medico molto particolare, allievo del grande Mesmer prima della rivoluzione, ne prosegue le pratiche anche nel tempo rinnovato dal grande cataclisma. Ma l'assioma che lo ha sempre guidato ormai vacilla e questo lo spinge a un'indagine che lo porterà fino al cuore della Francia e dei propri incubi. L'uomo che si fa chiamare Laplace è un paladino votato a una causa. Ha la pazienza del ragno. Sceglie di nascondersi tra i folli per mettere alla prova se stesso e le proprie teorie. Sogna un'armata di sonnambuli.



Recensione della Redazione QLibri

 
L'armata dei sonnambuli 2014-04-30 05:46:57 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    30 Aprile, 2014
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La storia secondo Wu Ming

Il collettivo Wu Ming colpisce ancora, pubblicando un romanzo articolato, complesso, polifonico.
Si tratta de “ L'armata dei sonnambuli”, l'ennesima riscrittura della storia in cui eccelle il gruppo di autori bolognesi.
Il romanzo è deliberatamente strutturato come un lungo copione teatrale, capace di mettere in scena
tanti attori, tante maschere, tanti volti catturati dalle cronache dell'epoca, uomini politici, re e regine, monarchici, patrioti, sanculotti, malfattori, cortigiane; il grande teatro è la Francia post rivoluzione intorno agli anni 1792.

I Wu Ming sono abili penne nel raccontare la storia passata utilizzando materiali dell'epoca e riempendoli di vita e movimento, di pensieri ed azioni, rendendo gli eventi palpitanti davanti agli occhi del lettore. La Storia perde il manto polveroso, abbandona la staticità in cui il tempo l'ha relegata, per divenire vitale, per tornare in auge, per assumere i connotati di una grande allegoria.

Il periodo storico che ispira il romanzo è tra i più ferventi; anni di lotte, di fazioni, di intrighi politici, di terremoti sociali.
Un periodo che si presta a divenire palcoscenico; si incastrano come scatole cinesi immagini legate alla Rivoluzione dove gli uomini combattono per strada e nelle piazze, immagini di internati psichiatrici utilizzati come cavie per i nuovi esperimenti in campo medico che prevedono l'utilizzo dell'ipnosi, immagini di compagnie teatrali, immagini d corpi straziati dalla lama della ghigliottina.
Una galleria sfaccettata di uomini, un'orda affamata di pane e diritti, una masnada di furfanti e poveretti, una vera e propria armata di uomini la cui mente viene controllata con nuove tecniche scientifiche per scopi abietti e di opportunismo politico e sociale.
Una rivoluzione scissa in tante rivoluzioni, ciascun personaggio combatte la propria; chi cerca la giustizia, chi il pane, chi la libertà, chi la sopraffazione, chi la vittoria.

Lo spaccato offerto dagli autori è un groviglio incandescente, è un coro di voci che grida, è la Storia che si mescola ad un pizzico di fantasia, è il passato raccontato dai protagonisti.
E' un lavoro dall'impianto poderoso, costruito su solide basi storiche e documentali, nulla è lasciato al caso ma tutto confluisce verso il filo conduttore, verso il significato che gli autori vogliono attribuire alla gigantesca rappresentazione; la storia di ieri che si rispecchia in quella successiva e odierna.
Il linguaggio è scoppiettante, ribolle di termini gergali, turpiloqui, si adatta perfettamente al clima e al pathos della narrazione divenendo concitato e febbricitante.

Wu Ming non offre una lettura agevole, per la moltitudine dei personaggi, per le citazioni riportate, per la concatenazione degli eventi; eppure questo ultimo romanzo è una avventura che va vissuta fino all'ultimo rigo per poterne cogliere appieno l'essenza ed il messaggio.
Si accomodi il lettore in platea e si accinga ad essere catapultato per le strade di Parigi, affollate, imbrattate di sangue, brulicanti di vita; crocevia di amara realtà e sogno di speranza.

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L'armata dei sonnambuli 2016-11-05 16:27:47 Mane
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Mane Opinione inserita da Mane    05 Novembre, 2016
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Inc'edibileee

Wu Ming, il collettivo di scrittori italiani, autori di diversi romanzi a sfondo storico, che non avevo mai incontrato prima nelle mie letture, con quest’opera mi si presenta nel migliore dei modi possibili.
La prima stoccata vincente questo libro la mette a segno appena lo posso avere tra le mani: una splendida copertina all’esterno (complimenti al realizzatore) e una piacevole impaginazione all’interno (complimenti agli editori suppongo). “Gioco sleale” in fin dei conti perché ho un debole per l’aspetto e le fattezze dei libri quando catturano il mio ideale.
L’incipit è magistrale, sorprende il lettore con una prospettiva quanto mai singolare: sono i nasi delle persone a parlar di loro stesse, una parte per descrivere il tutto come in una sorta di sineddoche. L’artificio letterario risulta particolarmente efficace e se si presta particolare attenzione si può cogliere come si spinga ben oltre le prime pagine accompagnando il lettore con un sottilissimo filo conduttore fino all'epilogo del romanzo.
Ammantato del fascino dell’atmosfera della rivoluzione francese, sapientemente rievocato, e arricchito dalle apparizioni di personaggi ed eventi documentati (la cui cura è quasi marchio di fabbrica del collettivo) il romanzo si dipana attraverso l’intreccio di più storie: quella di un medico incantato dal mesmerismo ma tormentato dagli interrogativi, quella di un egocentrico giovane attore bolognese che sogna la sua ascesa sui palchi più impegnativi, quella di una donna del popolo animata e combattuta nel suo spirito rivoluzionario, quella di una acuta mente bramosa di potere e anelante alla restaurazione dell’ordine monarchico, quella di un umile soldato apparentemente semplice ligio esecutore di ordini ma in realtà saldamente albergato da valori nobili.
Ogni figura del racconto, dalla più ingombrante alla più minuta comparsa, dalla più fedele ai fatti alla più fantasiosa, gode di una ottima caratterizzazione che garantisce la possibilità di orientarsi in una scena vivace, popolata da molteplici maschere.
Inoltre le ampie variazioni di registro linguistico, dal volgare fino all’aulico, sono mirabilmente sfruttate in un continuo avvicendamento per immergere pienamente il lettore nel contesto narrativo.
Infine l’ottima tessitura della trama tiene viva la curiosità fino alla conclusione, mentre pagina dopo pagina si assapora il clima della ribellione al sistema, abbracciandone ogni aspetto: speranze, gloriose conquiste, illusioni e amare contraddizioni.

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Wu Ming
e a chi adora le storie di rivalsa e di vendicatori solitari
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L'armata dei sonnambuli 2015-06-30 13:12:27 Anna_Reads
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Anna_Reads Opinione inserita da Anna_Reads    30 Giugno, 2015
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Vero, Verosimile, Qui.

Questo libro è stata una folgorazione. Per l’ambientazione, la scelta narrativa, lo stile, i personaggi.
Quasi 800 pagine che scorrono via veloci, con l’unica angoscia del crescente assottigliarsi dello “spettacolo” che rimane ancora da godere.
Va detto – senza togliere nulla alla bellezza di questo libro – che penso che parte di questa fascinazione così forte, dipenda dall’immediata eco che mi è suonata in testa con “Il ‘93” di Victor Hugo; ambientato nello stesso periodo e riguardante, in parte, i medesimi eventi (anche se nell’opera dei Wu Ming, la Vandea viene solo nominata, mentre in “ ’93” è quanto meno co-protagonista).
La lettura di “ ’93”, avvenuta (la prima volta) alla fine del liceo è stata talmente coinvolgente da tenere il libro – stabilmente – nella mia top ten e da indurmi usare tuttora espressioni espunte da esso (“accompagnamo Marat alla Convenzione!” per definire qualcosa di particolarmente noioso). Quindi un libro che promettesse di farmi rivivere quella magia partiva già avvantaggiato. Per tacere della fascinazione che – tout court – esercita la Rivoluzione Francese, specie in tempi come quelli odierni.
Quando però le aspettative sono alte, il rischio di tonfo sonoro lo è altrettanto.
Qui assolutamente non si corre tale rischio.
La narrazione – articolata come un’opera teatrale - segue le vicende di diversi protagonisti: una rivoluzionaria del foborgo sant’Antonio, un medico magnetista, un cospiratore monarchico, un attore italiano trapiantato a Parigi, un ciabattino/sceriffo rivoluzionario, un piccolo Gavroche e molti altri, figure che sfavillano per un momento in questo tumultuoso palco; sullo sfondo gli anni della Rivoluzione Francese.
Apriamo con l’esecuzione di Luigi XVI (il cittadino Capeto) e chiudiamo con la ghigliottina sull’ultima tricoteuse.
Parigi e i suoi ponti (e sotto-ponti), la Convenzione e i suoi banchi, l’ospedale di Bicetre e la sua Corte dei Miracoli, e un’Alvernia da vero film horror, i luoghi di queste storie.
Molto difficile narrare la vicenda (e non tenterò di farlo) perché è quella che si definisce una storia corale.
Chissà perché quando penso alle storie “corali” mi vengono in mente storie sommesse, sottovoce, da ciclo dei Vinti, in cui nessuno emerge, ma tutti vivono confusi in un magma omogeneo di comunità (in genere derelitta).
No, questo coro somiglia assai di più a questo qui:

https://www.youtube.com/watch?v=KkssNMI_niE
(Chi non lo conoscesse si metta le cuffie, alzi il volume al massimo – che Verdi non è roba da fighetti - e si goda questo. Chi lo conosce può fare lo stesso – come sto facendo io – che fa sempre bene).

Gli autori raccontano storie verosimili di cui la Storia (con la maiuscola) non si è occupata, inseriscono i loro personaggi in “buchi” della trama che così vengono riempiti. Nell’ultima parte mostrano come – in effetti – alcune delle storie narrate potrebbero anche essere “vere”. Ma non è la filologia quello che conta. E neppure la Verità.
Questa sarta rivoluzionaria che lotta, per sé e per la libertà, in bilico fra tenerezza e brutalità è vera.
Quest’uomo probo che sente il male e cerca il bene è vero.
Questo eroe cazzone, cencioso e spiantato è vero.
Questo agghiacciante principe della banalità del male è vero.

Questo popolo francese che parla emiliano è vero, verosimile, qui.

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"Il '93" di Victor Hugo
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L'armata dei sonnambuli 2014-12-29 20:34:23 a3f2
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a3f2 Opinione inserita da a3f2    29 Dicembre, 2014
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ANCORA UNA GRANDE PROVA DI WU MING

I WU MING danno il seguito a Q, Altai e Manituana, legati da un filo abbastanza visibile e non potevano che finire alla rivoluzione francese. Libro più complesso dei precedenti, in cui si intrecciano storie personali sotto il grande cappello della Storia. Non è di semplicissima lettura, ci sono molti riferimenti, diversi personaggi e per un pò non si capisce bene dove andrà a finire anche se ci si lascia cullare dall'atmosfera molto reale e realistica. Non conoscevo bene gli eventi storici post-rivoluzione ed anche da quel punto di vista si apprende molto del clima, eventi, personaggi che si sono succeduti. Lo consiglio davvero.

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Q, Altai, Manituana
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L'armata dei sonnambuli 2014-11-26 20:44:43 Nicolò Bonato
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Nicolò Bonato Opinione inserita da Nicolò Bonato    26 Novembre, 2014
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800 pagine e non sentirle

Un romanzo corposo ma scorrevole, “L'armata dei sonnambuli” è caratterizzato da uno stile (più stili in realtà) fresco e accattivante, anche se non è propriamente un cosiddetto page-turner (letteralmente “giratore di pagine”, cioè un libro talmente avvincente da spingerti a continuare a leggerlo senza fermarti).
L'idea di base del romanzo, quella di rivisitare la rivoluzione francese seguendo delle tracce pseudo-storiche e sconfinanti nell'urban fantasy, non è particolarmente originale, però è ben sostenuta durante tutto il romanzo, facendo incuriosire il lettore.
La ridda di personaggi storici presentati, talvolta con personalità o vissuti al limite dell'incredibile, porta spesso a cercarne le biografie online, ricerca che permette di gustare appieno l'abilità dei Wu Ming nell'incastrare una serie di dati ed avvenimenti storici, riarrangiandoli in un romanzo certamente storico ma con una vocazione fantastica e umoristica.

Grattando un po'sotto la superficie di originalità e freschezza si notano una serie di tòpoi letterari per la verità piuttosto scontati e ampiamente rodati, ma proprio per questo sempre efficaci.
Non ci si può quindi aspettare una grande opera innovativa e rivoluzionaria, ma sicuramente è qualcosa di più di un “semplice” bel libro, riuscendo a fornire spunti di riflessione e di ricerca interessanti e ben presentati.

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L'armata dei sonnambuli 2014-11-18 23:00:47 Carpineti
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Carpineti Opinione inserita da Carpineti    19 Novembre, 2014
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Mosaico storico ma pesante

L'armata dei sonnambuli è un libro impegnativo. I personaggi che si incrociano durante lo svolgersi del romanzo sono dipinti con forza, sono diversi, ognuno di loro appartiene ad un'estrazione sociale che interagisce nelle vicende storiche della Francia della rivoluzione francese. Momenti torbidi, di terrore, dove la ghigliottina miete, dove il potere si avvicenda repentino, dove i rivoluzionari muoiono, dove il popolo si ribella, dove i diseredati non si quietano, dove i monarchi vengono decapitati. L'architettura narrativa è originale e ricercata, la genesi di ogni capitolo è segnata da un documento storico che introduce il racconto, rendendolo sempre affiancato a fatti veri, con date, nomi e cognomi di chi ha tracciato dei solchi nelle carni putrescenti e rivoluzionarie di Parigi e della Francia. Il ritmo è sincopato e alternante fra una prosa teatrale e un ritmo narrativo più consueto, un'esperimento interessante che però non raccoglie i frutti sperati. Il romanzo in se ha parecchia struttura che lo supporta e che lo sostiene con molti dettagli e invenzioni che vorrebbero lasciare il segno, e in effetti un segno lo lasciano indelebile sulla pelle del lettore per le lunghe e sudate ottocento pagine del libro e alla fine giunti all'ultimo rigo sembra incredibile avercela fatta...a finirlo.

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L'armata dei sonnambuli 2014-08-22 10:05:07 Giovannino
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Giovannino Opinione inserita da Giovannino    22 Agosto, 2014
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Romanzo storico o contemporaneo?

Cercavo un libro per l'estate, un libro da portarmi in vacanza, un libro avvincente (magari con un pò d'azione) e che non finisse subito. Così entro in libreria e proprio all'ingresso trovo una pila de "L'armata dei sonnambuli" dei Wu Ming (che avevo in progetto di leggere dai tempi di "Q"), la copertina, con una grande maschera nasona, mi intriga. Lo prendo, e da una rapida letta dall'ultima di copertina ne deduco che è un romanzo storico, con intrighi politici e un eroe: l'Ammazzaincredibili. Ok, è fatta, calcolando anche il conto in sospeso che ho con i Wu Ming, lo prendo. Il romanzo è sostanzioso (circa 790 pagine) ed è diviso in atti e sotto capitoli, inframmezzato da report storici sulla rivoluzione francese. Ho apprezzato molto questa struttura perché mantiene sempre viva l'attenzione del lettore (anche se forse in alcuni casi i report non sono proprio attinenti a quello che si sta leggendo nel capitolo, ma magari più al contesto generale). Come detto, sopra l'argomento principale è la rivoluzione francese, curata in maniera maniacale in ogni minimo dettaglio: le date, gli avvenimenti, gli schieramenti, le battaglie, etc etc. I protagonisti sono diversi. Il principale è senza dubbio Leo Modonnet o Modenesi, che dir si voglia, italiano trasferitosi in Francia che di professione fa l'attore ma la notte sveste i panni di scena per indossare quelli di Scaramouche, l'Ammazzaincredibili, e punire i muschiatini e la borghesia che affama il popolo. Poi c'è D'Amblanc, medico mesmerista (altro punto cruciale del romanzo) che è in cerca del suo nemico/maestro, il cavalier d'Yver. Poi c'è Laplace o il Cavalier d'Yver appunto, maestro dell'ipnotismo e controrivoluzionario. Infine ci sono molti personaggi minori (che poi minori non sono) come: Marie, Bastien, Jean, Bernard la Rana, e altri ancora. Inizialmente il romanzo procede con diverse storie distaccate, tutte legate alla rivoluzione francese che si è appena compiuta (siamo nel 1792), ed i personaggi si incrociano solo per caso. I nostri protagonisti sono tutti ferventi rivoluzionari e in maniera differente combattono i controrivoluzionari. Come detto prima, un punto molto importante del romanzo è il mesmerismo (molti sono i riferimenti storici a Mesmer stesso e alla sua arte), perché un conto è combattere contro i politicanti, un conto è combattere contro degli esseri che non provano dolore. Infatti circa a metà romanzo avviene il colpo di scena che trasforma un bel romanzo in un ottimo romanzo, viene finalmente smascherato il Cavalier d'Yver (precedentemente presente sotto false spoglie) e viene scoperto il suo piano controrivoluzionario, liberare il piccolo Luigi XVII con l'aiuto di un'armata di sonnambuli. Riusciranno a fermarlo?
Lo stile è caratteristico e originale, il linguaggio è dialettale (si passa dal dialetto francese a quello bolognese) e vengono anche sottolineate le particolarità linguistiche di ogni classe sociale (i muschiatini parlano senza la R per non pronunciare l'iniziale di Rivoluzione). Allo stesso tempo però vengono usati anche diversi neologismi (tipo "perculare") che rendono la lettura più "frizzante". Come già detto dietro c'è un lavorone storico impressionante visti i mille riferimenti storici a date ed avvenimenti sempre precisi e puntuali. Inoltre, se vogliamo, tra le righe ci possiamo vedere anche un pò di politica attuale, dopo la rivoluzione i francesi si chiamavano "cittadini" per eliminare ogni rigurgito borghese e per sottolineare l'uguaglianza totale, il mesmerismo praticato può essere paragonato ad i nostri media, ed infine una frase tipica del romanzo è "fatta la rivoluzione, se non tagli la testa del serpente, questa può impiantarsi in un altro corpo" riferimento che potremmo accostare a molti nostri politici attuali. E ce ne sono molti altri di riferimenti interessanti. Se proprio devo trovargli un difetto dico il capitolo "Come va a finire", l'ultimo, quello che racconta come finiscono le storie dei vari personaggi, troppo lunghe su alcune storie e a volte forzati i riferimenti ad altri libri. Ma in sostanza un ottimo romanzo che nonostante la mole si legge più che volentieri. Bravissimi.

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L'armata dei sonnambuli 2014-06-18 20:26:02 Luca
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Opinione inserita da Luca    18 Giugno, 2014

un Romanzo veRamente incRedibile e impeRdibile

Ho finito da poco il libro e non ho potuto resistere all'impulso di scrivere due righe di recensione, per quanto non l'abbia mai fatto prima (questo anche vorrà pur dir qualcosa).

La narrazione svolge una trama estremamente complessa ma chiara e strutturata su più livelli di lettura. E' infatti un romanzo storico, e quindi tratta per definizione un segmento particolare del corso umano (la reazione alla Rivoluzione francese), ma nei tipi che descrive supera la contingenza storica e fissa dei modelli che tuttora parlano al nostro cuore. La trama ti lascia senza fiato e ti inchioda alla poltrona. Senza dilungarmi in spoiler mi limito a descrivere la reazione che ho avuto a leggere la parola 'Ammazzaincredibili' che compare a pagina 792 del libro, ultima pagina, terzultima riga.

Ebbene questa parola - a voi che la sentite ora - non dice nulla di per sè stessa. Giusto? A me che ho letto il libro che si articola in 5 atti, quando ormai la storia è conclusa e sembra che il racconto non possa più regalare emozioni, trovare questa parola alla terzultima riga ha fatto accapponare la pelle. Mi è venuta una pelle d'oca che ci potevo grattuggiare il formaggio!!!

Il perché non ve lo posso dire, è troppo complesso, troppo bello e sarebbe un crimine rubarvi questa emozione. Un romanzo dalla tensione progressiva e asintotica...

I Wu Ming sono tornati. Ancora una volta hanno fatto centro e questa volta non ce n'è più per nessuno.

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Chi ha ucciso i Talk Talk di Fattori
Q di Luther Blissett
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L'armata dei sonnambuli 2014-05-27 18:41:34 Marco S
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Opinione inserita da Marco S    27 Mag, 2014

Dopo la Q la R

questo è il libro che aspettavo! sapevo che almeno una volta ogni vent'anni devi incontrare il libro che ti artiglia e ti tiene sveglio fino alle tre di notte! Conosco bene questi autori e li seguo da anni. Nel canestro delle mie letture mi manca qualche loro romanzo ma ne ho letti comunque parecchi e credo di potervi dire che l'Armata dei Sonnambuli è un romanzo di ambientazione storica strutturato in maniera così avvincente e convincente che non mancherete, arrivati all'ultimo dei cinque atti, di guardarvi allo specchio con gli occhi arrossati. Affaticamento per le troppe ore dedicate furiosamente alla lettura di un libro che magnetizza? Emozione e... commozione? Ditemelo voi! Fidatevi, prendetelo in mano e non vi staccherete per tutto il fine settimana. Poi alle 5 del mattino alzerete la testa con gli occhi gonfi consumati nella lettura, il viso distrutto da una notte insonne... e... mi ringrazierete!
Negli anni convulsi che seguono la presa della Bastiglia, la Rivoluzione cede il passo alla reazione. Mentre un Bastardissimo soggioga le masse entra in scena l'Ammazzaincredibili...

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