Narrativa italiana Romanzi storici L'abbazia dei cento peccati
 

L'abbazia dei cento peccati L'abbazia dei cento peccati

L'abbazia dei cento peccati

Letteratura italiana

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È l’agosto del 1346, quando il valoroso Maynard de Rocheblanche, sopravvissuto a una disfatta militare, entra in possesso di una pergamena con un enigma vergato. Quell’oscuro testo fa riferimento a una reliquia preziosa, il Lapis exilii. Sono molti coloro che hanno interesse a impossessarsene. Per non far cadere l’inestimabile documento in mani sbagliate, Maynard sarà costretto a fuggire.



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L'abbazia dei cento peccati 2018-07-03 16:30:46 Trinax
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Trinax Opinione inserita da Trinax    03 Luglio, 2018
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Una storia avvincente e affascinante

Anno domini 1346, altopiano di Crésy, il cavaliere francese Maynard De Rocheblanche si risveglia gravemente ferito in un campo di battaglia circondato da cadaveri appartenenti ai cavalieri suoi alleati. Tentando di fuggire da tale scempio egli si imbatte nel morente sovrano di Boemia Jang de Blannen, noto anche col nome di Giovanni I, il quale gli confessa di essere stato tradito e vincola il francese al giuramento di proteggere a qualsiasi costo un’importante cimelio di cui gli fa dono poco prima di spirare. Tale cimelio si rivela essere un foglio di pergamena contenente un enigma vergato in latino, il quale una volta risolto dovrebbe rivelare la posizione della misteriosa lapis exilii, pietra dell’esilio. Quello che il nobile Maynard De Rocheblanche ancora non sa è che ci sono altri uomini desiderosi di rinvenire il cimelio, uomini molto potenti e privi di scrupoli, disposti anche ad uccidere pur di entrane in possesso. Per mantenere il giuramento fatto al re di Boemia, tuttavia, il cavaliere finirà con l’infrangere inconsapevolmente quello fatto a se stesso: mantenere al sicuro sua sorella Eudeline, badessa del convento di Sainte Balsamie. Durante la sua avventura alla ricerca della verità il francese farà la conoscenza di due curiosi personaggi, i quali diventeranno i suoi compagni di viaggio: Isabeau, una giovane ragazza dall’arduo passato, e Sigismondo De Bruni, un’apprendista pittore dotato di gran talento e proprio per questo in continuo conflitto col padre. Con questo libro Marcello De Simoni si conferma ancora una volta essere il maestro italiano del thriller storico, dando vita ad un’avventura su uno sfondo sociale ed architettonico estremamente accurato sin nei minimi dettagli. Oltre allo sfondo, realistici sono anche i personaggi che ruotano attorno al protagonista, infatti come dichiarato dallo stesso autore molti elementi di questa storia sono appartenenti alla realtà, quali: i termini con cui si indicavano le ore (basati sulla liturgia ecclesiastica), così come le consuetudini monastiche, anche la battaglia di Crésy disputata sull’omonimo rilievo montuoso si svolse realmente ed esattamente come riportato vide la sconfitta della cavalleria francese e la morte di Jang de Blannen, per finire anche i personaggi del cardinale Bertrand du Pouget, e di padre Facio Di Malaspina (cognome inventato dall’autore) sono ispirati agli omonimi personaggi realmente esistiti. Con “L’abbazia dei cento peccati” Marcello Simoni dà il via alla trilogia nota col nome di “Codex Millenarius Saga” grazie ad un primo capitolo avvincente e ricco di fascino.

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L'abbazia dei cento peccati 2015-11-08 17:19:23 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    08 Novembre, 2015
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Alla ricerca di preziose reliquie

Pochi romanzieri hanno la capacità, come Marcello Simoni, di farci rivivere con dettagli storici documentati e riferimenti ambientali precisi la vita laica e monastica del Medioevo. Il romanzo fa parte del Codice Millennium Saga, ed è completato da una seconda parte (“L’abbazia dei cento delitti”) in cui continuano le avventure dei personaggi descritti nel primo romanzo. Siamo nella prima metà del XIV secolo, durante la guerra dei cent’anni: l’azione si svolge parallelamente a Reims, alla corte degli Estensi a Ferrara e nella famosa abbazia benedettina di Pomposa, un complesso monumentale risalente al IX secolo situato nel comune di Codigoro presso Ferrara. Non a caso gran parte del romanzo si svolge in questa abbazia : l’autore infatti, ex-archeologo e bibliotecario, ha pubblicato alcuni saggi storici sulla rivista specialistica Analecta Pomposiana, con speciale riguardo agli affreschi storici (nel romanzo non è certo di secondo piano la figura del giovane Gualtiero, autore di pitture murali raffiguranti scene del Vecchio e Nuovo Testanento) che decorano le navate della chiesa. La trama ha come protagonista un nobile uomo d’arme, Maynard, cui viene affidato il compito di recuperare preziose reliquie; il compito è arduo, mille sono le insidie che ostacolano la ricerca, data la posta in palio: vi si oppongono un ambiguo re di Boemia, un cardinale scellerato e disposto ad ogni nefandezza, un monaco viscido e prezzolato. Il nostro valoroso vanta però l’appoggio di un abate virtuoso, di una sorella badessa combattuta tra la vita monastica di clausura ed il nascente amore per un intrepido soldato di ventura e di un giovane singolare artista, audace quanto sfortunato. Ne esce un vero e proprio affresco di un periodo storico affascinante, descritto con stile preciso e rigoroso; l’ambientazione e lo stesso linguaggio usato sono studiati nei particolari, privi di banali ridondanze, testimoniando un’accurata ricerca bibliografica cui fanno riferimento le numerose note su termini desueti e su citazioni latine nonché un commento finale da parte dell’autore sul periodo storico descritto, sui luoghi in cui il romanzo si svolge, sui personaggi realmente esistiti e su quelli di fantasia. Il romanzo che non ha una vera e propria conclusione ma che prelude ad un seguito, viene consigliato a chi ama in genere il romanzo storico ambientato nel Medioevo, soprattutto se movimentato, come in questo caso, da una trama avventurosa e ricca di colpi di scena.




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Romanzi storici, soprattutto se ambientati nel Medioevo
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L'abbazia dei cento peccati 2015-01-01 10:44:50 ferrucciodemagistris
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ferrucciodemagistris Opinione inserita da ferrucciodemagistris    01 Gennaio, 2015
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Lapis exilii

“Lapis exilii” è una frase dalle tinte enigmatiche che può avere diversi significati in relazione alle fonti cui si vuole attingere; il significato più comune potrebbe essere “pietra caduta dai cieli” con riferimento al carattere sacro di quest’oggetto.

Il romanzo di Simoni ha come punto di origine, e quindi fondamentale, proprio il ritrovamento di questa pietra che, insieme al sacro graal e alla punta di lancia – chiamata lancia di Longino, nome di un soldato romano - con la quale Gesù sarebbe stato trafitto al costato dopo essere stato crocifisso, costituisce una delle reliquie sacre aventi a che fare con il mistero della resurrezione e del dogma trinitario.

La vicenda ha luogo tra la Francia e la pianura padana, attraverso il fiume Padus (Po), negli anni dal 1346 in poi; sono in tanti che anelano a possedere il lapis exilli spesso per fini che conducono al potere e alla ricchezza; le vite di un’amalgama di cavalieri, alti prelati, nobili, abati, badesse e semplici artigiani in quello scorcio finale del basso medioevo, si intrecciano tra loro in una lotta senza quartiere composta da sotterfugi, ingiustizie, efferati delitti, tradimenti, il cui scopo è l’avidità di conoscere, di ergersi al di sopra dei propri simili, di conquistare un potere che non abbia eguali tra i comuni mortali; fa parte dell’interiorità umana scoprire, in maniera esclusiva, il mistero che avvolge la vita di Gesù e le conseguenze dovute alla sua morte.

Una trama scorrevole che si legge facilmente il cui epilogo ci fa intendere un prosieguo di questo romanzo-storico-avventuroso.

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Romanzi storici ambientati nel medioevo
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