Itaca per sempre
Letteratura italiana
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"Come può succedere questa pioggia improvvisa di lacrime all'astuto e forte Ulisse, al mentitore sublime, all'abile tessitore di inganni?".
Non più eroi, ma uomini. Uomini con le loro paure, con le loro debolezze, con i loro affanni, e con i loro acciacchi d'età. Non una storia di miti e leggende favolose ma semplicemente il viaggio di ritorno a casa di Ulisse. Il ritorno di un uomo solo, senza dèi, senza spada, senza difese. Inerme dinanzi alla vita; un ritorno che ci viene narrato dallo sguardo attonito e sperduto di Ulisse, e da quello triste e malinconico di Penelope.
"Il cielo è muto e gli dèi sono lontani. Ma no, il cielo è lontano e gli dèi sono muti".
Gli dei. Quell'intrecciata folla di personaggi, mezzi uomini e mezze donne, mezzi capri e mezzi alberi, dove sono dinanzi agli smarrimenti di Ulisse? Dove sono quando Penelope li invocava chiedendo il ritorno dell'amato marito? Muti. Muti dinanzi alle sofferenze degli uomini. Muti dinanzi ai dubbi, alle incertezze di una donna e di un giovane uomo (Penelope e Telemaco) che riconoscono in un mucchio di vecchi e luridi stracci colui che anni addietro hanno amato, rispettato e atteso per due lunghi decenni.
"Riuscirò mai a sapere la verità, ammesso che esista una sola verità sotto il cielo?"
"Senza il riconoscimento di Penelope ero ancora il mendicante che avevo simulato, prigioniero ormai della mia finzione. In quale stato di nullità ero dunque precipitato? Ero veramente Nessuno come avevo fatto credere a Polifemo?"
La realtà di Ulisse è la nostra, è quella di Pirandello, quella di Uno, di Nessuno, di Centomila. Quella dell'uomo moderno che ritorna a casa dalla guerra e trova un altro mondo, un mondo diverso, poco accogliente, poco ospitale nei confronti di chi è diverso, nei confronti del mendicante che in realtà è un re.
Quella stessa realtà che ha condotto tanti alla follia, all'inettitudine nei confronti di una vita dalla difficile interpretazione, a rivolgersi con insistenza una domanda : " IO chi sono?"
"Troia era così lontana dalla nostra mente e dalla nostra isola felice, e la guerra così estranea ai nostri interessi, che Ulisse più volentieri sarebbe rimasto in patria con la famiglia e i sudditi che lo adoravano".
Quella di Ulisse è la realtà dei nostri nonni che ritornavano dalla guerra smarriti, atterriti dagli orrori che la loro vista aveva dovuto sopportare. Morte. Distruzione.