Invictus. Costantino, l'imperatore guerriero
Letteratura italiana
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In hoc signo vinces...
Un giovane illirico, dubbioso e spaesato, figlio bastardo del Cesare d'Occidente, viene condotto nella splendente corte di Nicomedia per essere addestrato come un vero guerriero; Costantino cresce,il ricordo della dolce madre si attenua, la tempra si rafforza, il battesimo del sangue non si fa attendere, così come viene coltivata la destrezza nel muoversi tra gli intrighi di palazzo.
Che ne sarà del giovane 'vilgurto d'Illiria', pagano figlio di una stabularia, futuro imperatore cristiano di mezzo mondo?
Cosa diventerà un'innocente anima tra le spire di un Impero decadente?
Questo romanzo è pura forza narrativa; ti prende, ti sommerge e ti lascia annegare in un passato lontano, dall'apparenza dorata ma pieno di ombre. E sia, in fondo si tratta solo di un romanzo storico che non vuole avere nessuna pretesa a saggio, ma non importa; ciò che conta è la voglia che trasmette nel divorare capitoli, stuzzicando il lettore al punto giusto, senza mai annoiare.
La prosa è incalzante, spesso da film, scorrevolissima, con un lessico abbordabile da tutti; e non importa la presenza di citazioni 'fuori tempo' (vi invito a indovinare a cosa mi riferisco quando lo leggerete) perché tutta la narrazione è accattivante e ti invita a continuare la lettura.
I protagonisti... pieni di vita! Sembra di vederlo davanti agli occhi il Costantino dorato pieno di regalità, pieno di energie nel seguire la Croce, così carismatico da superare la barriera del tempo con le sue gioie e i suoi tormenti; e come lui tutti gli altri personaggi, empatici e ben definiti nell'aspetto e nei costumi, ma senza sfinire coi dettagli.
Medesima cosa per le ambientazioni, facili da immaginarsi, il chiasso della folle Roma, Nicomedia abbaglia gli occhi con il suo splendore, il gelido vento del Nord che si insinua sotto i vestiti; tutto il libro prorompe di vitalità e si rende caro il lettore.
La piacevolezza di un romanzo denso di eventi incontra il mito e la leggenda, e il tutto s'intreccia su uno sfondo storico ricamato delle tradizioni e degli usi romani; quale sia la realtà e quale la finzione non ci è dato saperlo (ma d'altronde come si potrebbe dopo secoli?), ma l'importante è assaporare ogni attimo della vita di un uomo che tanto fece, nel bene o nel male, da segnare fermamente il destino dei posteri.
E' una storia che si adatta a tutti palati, molto avvincente per chi vuole avvicinarsi al genere, una gradevole novità per chi è già 'addetto ai lavori'.
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COSTANTINO IL GRANDE
Ho iniziato questo libro con il massimo delle aspettative, contento che finalmente qualcuno si era accorto che era arrivato il momento di trattare anche il grande imperatore romano Costantino; lasciando per un momento da parte i soliti Giulio Cesare, Augusto e Vespasiano.
Purtroppo le mie grandi aspettative non sono state del tutto soddisfatte; non perché sia un brutto libro, ma sinceramente pecca in qualche aspetto. Ho avuto la sensazione che l’autore abbia voluto condensare troppe cose in un unico volume, facendolo assomigliare ad un vecchio libro di storia, con una serie di eventi cronologici, senza un interpretazione personale su qualche vicenda storica. Manca in pratica la parte più propriamente romanzata, che avrebbe dato più risalto al romanzo, lasciando magari qualche avvenimento meno importante più a margine. Questo correttivo avrebbe forse giovato al libro, rendendolo più fruibile ad un pubblico più vasto. Il libro riesce a dare il meglio di se nella parte conclusiva, quando finalmente Costantino prende il potere tutto per se, e diventa il primo vero imperatore romano ad “adottare” la religione cristiana. Solo con quest’ultima parte del romanzo si poteva sviluppare una serie interminabile di episodi ed aneddoti e darli in pasto agli appassionati di romanzi storici. Comunque bravo per l'idea e il lavoro di ricostruzione,veramente maniacale.