Il tiranno di Roma
Letteratura italiana
Editore
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Opinioni inserite: 6
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Energico.
Romanzo breve ambientato a Roma nell' 87 a.C.
Molto bello e leggibile.
Rapporto qualità/prezzo altissimo: a meno di €1,00 il prezzo di un caffè, vi trovate per le mani un buon libro storico, che per chi è avvezzo al genere non potrà che trovare divertente e veloce, e per chi invece non lo è risulterà spronante. Cioè "chi ignora"si troverà ad essere incuriosito e spinto ad approfondire l'argomento: La storia! La grande Storia!
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Storia "plausibile" di uno schiavo originario della Gallia di nome Crisso e della schiava Giunilla alla servitù del console Ottavio.
La storia si snoda tra guerre civili, schiavitù, assedi e vendette sanguinarie.
Consigliatissimo a tutti, il racconto lungo o romanzo breve, è scritto in uno stile moderno e veloce, caratterizzato da molti "salti in avanti" che permettono alla vicenda di proseguire in modo veloce e diretto senza per questo limitarne la comprensione.
Da un punto di vista storico è sicuramente corretto, sopratutto per le ambientazioni, le vicende e le battaglie, un poco meno per i personaggi, a volte troppo poco verosimili.
Il finale è davvero fantastico, azzeccatissimo e audace! In un romanzo di così poche pagine il finale che funziona è sicuramente la cosa più importante, in poche ore le parole finiscono ed il tutto deve essere "speziato" da un finale forte: Qui non manca!
Non è un capolavoro, ma un ottimo prodotto di intrattenimento che vale ogni centesimo speso. Io esagero: lo consiglierei come lettura per la scuola media, così gli studenti potrebbero essere spinti ad approfondire le vicende STUDIANDO: Esagero... Forse si...
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Un Epilogo... inaspettato
Crisso ha un solo obbiettivo nella vita, un solo obbiettivo che lo fa andare avanti: la voglia di riscattarsi, la voglia di tornare ad essere libero, il desiderio di non essere più una res, una cosa, ma di tornare ad avere il diritto di pensare, di decidere, di essere un uomo.
E' disposto a tutto, anche a servire proprio colui che lo ha reso schiavo...... ma il destino, nella vita gioca brutti scherzi, non sempre ci sorride e ci grazia.
Come nella vita vera, Crisso e' in balia del fato....
Solo l'amore porta la pace, a dispetto di tutto quello che accade attorno a noi, ma purtroppo tutto, prima o poi ha una fine.
Ma da una fine può nascere un nuovo inizio, dopo un punto comincia una nuova frase...
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REPETITA IUVANT, SEMPER?
Nel corso del romanzo si perde interesse. Il finale, come dicono molti altri commenti, è interessante, ma nulla di più e sono anche d'accordo nell'analisi dei personaggi, freddi e insulsi, (aggiungerei irreali). Soprattutto il protagonista mi è sembrato privo non tanto di intelligenza, il che ci può stare, succude dell'idea prepotente di essere liberato che lo condiziona fin troppo ma, inoltre, mi sono sembrate forzate molte vicende, che uno schiavo sia scelto subito come guardia del corpo, che il generale Mario lo salvi in battaglia e abbia il tempo di discorrere con lui e dopo mezza pagina viene a sua volta salvato dal suo bardieo, la guardia del corpo del vecchio generalissimo Gaio Mario sei volte console che assedia Roma per diventare console la settimana volta, con un salto al limite del credibile... Credibile, in fondo questo breve scritto non mi è piaciuto perché poco credibile. Chi ha letto Cervo o Manfredi potrà fare debiti confronti. Mi è sembrato un repetita non iuvant con esagerazioni che fanno del romanzo più un fantasy che un genere storico. Basterebbe citare l'episodio a pagg. 116 in cui la guardia del corpo chiama Mario "vecchio pazzo"... Troppo, anche per Mario, capo del partito dei populares. La storia risulta una cornice senza senso e se è senza senso perché scegliere la storia come cornice?
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Roma non val bene una messa
La conoscenza approfondita della storia e dei costumi di un'epoca, non sono sufficienti per ottenere un buon romanzo, e questo è chiaro.
In “Il tiranno di roma” Andrea Frediani vuole a tutti i costi dimostrare di aver studiato: lo ha fatto, sicuramente. Ma non basta!
Lo spunto non è male, la trama poteva essere interessante, peccato che Frediani si perda nei milioni di dettagli su strategie militari e politiche che affondano i personaggi e non sono uitili all’intreccio. Se poi consideriamo che i POV sono quelli di due schiavi la struttura rivela tutta la sua debolezza. Protagonisti (ma il termine protagonista è esagerato) sono una schiava domestica il cui scopo nella vita è sempre stato quello di servire la sua domina e uno schiavo abituato a stare nei campi: entrambi devono aver avuto poco tempo, realisticamente, per informarsi su cosa accadeva nel Senato di Roma ai tempi di Mario e Silla. Eppure comprendono perfettamente le strategie politiche dietro ogni azione militare.
Alla storia d’amore fra i due personaggi principali (che dovrebbe costituire l’asse portante della trama, lo spunto per l'incontro di due mondi, quello della guerra e quello della pace, quello dei poveracci e quello dei ricchi... tutti elementi che in embrione ci sono, ma che non sono stati sviluppati) sono dedicate una decina di righe. I due si avvicinano, si guardano, è amore, diventano amanti. Il tutto senza un minimo di enfasi e il rapporto tra lo schiavo e Mario è affrontato con la stessa mancanza di passione: cioè stiamo parlando di un vecchio comandante in declino (Mario) ma ancora carismatico, che "salva" uno schiavo al quale ha precedentemente ucciso la famiglia, promettendogli di dargli la libertà. Lo schiavo si dimentica del particolare del massacro familiare, di fronte al grande carisma di Mario e alla prospettiva della libertà, il che può anche succedere, ma dopo un po' di tempo, umanamente. O almeno se l'autore avesse tentato di farci capire di più che tipo è questo schiavo. Questa è soltanto una delle grandi (a mio avviso) debolezze del romanzo.
Una storia asettica, senza passione per i suoi personaggi, con uno stile senza infamia e senza lode, una trama semplice e senza picchi d'interesse, che si risolleva per un brevissimo momento solo alla fine, con una chiusura a sorpresa.
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Gaio Mario VS Silla
La Newton & Compton ci ha sempre sorpreso con la sua politica dei prezzi stracciati, ricordo ancora una "Divina Commedia" a mille lire, un libretto rettangolare che entrava nella tasca del cappotto e privavi del cellophane immediatamente perchè non potevi credere che la "Divina" fosse tutta in quell'opuscolo. Oggi ancora una volta la casa editrice romana ci sorprendo offrendo a 0,99 cent, meno del prezzo di un quotidiano, libri di autori classici e contemporanei che certo non risolveranno i problemi economici che attanagliano l'editoria italiana, ma almeno invogliano studenti e lettori normali a comprare e soprattutto a leggere.
Siamo nell'82 a.C. sciami di soldati armati fino ai denti entrano nelle Domus dei Senatori come serpenti nelle tane dei conigli, il sangue scorre a fiumi in quelle case , nessuna vita è risparmiata.
E' stato Gaio Mario a ordinare al suo corpo scelto di schiavi liberati, i Bardiei, dopo aver conquistato Roma, di consumare la sua terribile vendetta, ma non è finita perchè Cinna il maggior alleato del vecchio Console acerrimo nemico di Silla è a sua volta pronto a tradire l'amico per l'unica cosa che conta ed è sempre contata a Roma : il potere.
Se nel triclinium i nobili giocano a "risiko" con la vita degli altri, nei cubicula, schiavi,serve e matrone si lasciano avvincere da battaglie amorose, Crisso, bardieo di Gaio Mario si è innamorato di Giunilla, schiava di Ottavio, magistrato romano ,acerrimo nemico di Gaio Mario, riuscirà a strapparla alle grinfie del suo padrone? , a conquistare la libertà che gli ha promesso Gaio Mario quando l' ha assoldato?,
la risposta gliela darà un oscuro gladiatore a Capua.
Romanzo storico avvincente per gli amanti degli intrighi e della Roma antica.
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Roma non riposa mai...
Vado in libreria e chi trovo?
Il mio caro Frediani a 0,99€! Come lasciarselo sfuggire? Mi piace tantissimo questo autore, con lui vado ad occhi chiusi, sicura della sua bravura. E infatti, non mi ha delusa neanche questa volta!
Roma è minacciata dai suoi stessi cittadini: Mario, in testa ad un esercito e fedelissimi, è determinato a rientrare nell'Urbe per il suo 'leggendario' settimo consolato. Di rientrarci con qualunque mezzo e a qualunque prezzo. L'opposizione all'interno delle mura è tenace, e costerà fatica sbaragliarla per ritornare al governo: costerà fatica, sudore e tanto, tanto sangue.
La storia è brevissima: 120 pagine che volano via in un battito di ciglia, scritte in uno stile comprensibile e scorrevole.
E' anche vero che il momento illustrato raccoglie un arco di tempo altrettanto corto, e quindi non è stato necessario sfronzolarci inutilmente.
Ottima e gradevole come al solito la descrizione storica, Frediani ha studiato e si vede; solo che questa volta la narrazione è più leggera, gli eventi più succinti, senza sproloqui noiosi, in modo da adattarsi anche a chi non mastica il genere (e volesse iniziare).
Non ci sono punti morti, le questioni burocratiche sono ridotte all'osso, giusto il necessario per una visuale chiara e logica, così come gli scontri sono veloci e poco incisivi.
Tuttavia, ciò che l'autore intendeva mostrare si può circoscrivere alla difficile situazione di tensione che si ebbe nella cruenta disputa tra Mario e Silla: sono ben evidenziati i dissapori, le invidie, la corruzione e l'ambizione che -molto probabilmente- serpeggiavano negli animi dei generali.
I personaggi non sono molto particolareggiati, soprattutto quelli secondari, ma è una caratteristica che contribuisce a far fluire il racconto; le descrizioni delle battaglie sono scarne ma comunque soddisfacenti, utili allo scopo senza perdersi in inutili dilungamenti che avrebbero potuto appesantire.
In definitiva una lettura senza troppe pretese ma piacevole e di qualità, un po' di Storia antica a buon prezzo; se conoscete già Frediani lo troverete stranamente 'soft', ma credo che sia per esigenze di marketing; se non lo conoscete, è un buon libro per iniziare, si finisce in un paio d'ore e permette di rivedere qualcosa dell'antica, gloriosa Roma.
Consigliato