Narrativa italiana Romanzi storici Il teutone. La setta dei mantelli neri
 

Il teutone. La setta dei mantelli neri Il teutone. La setta dei mantelli neri

Il teutone. La setta dei mantelli neri

Letteratura italiana

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XIII secolo. Il destino di Eustachius von Felben, cavaliere dell'ordine Teutonico, è la battaglia. Tornato in Prussia dalla Terrasanta, si è trovato subito coinvolto nella repressione della rivolta delle popolazioni indigene, che rivendicavano la libertà e rifiutavano la conversione al cristianesimo: una lotta senza esclusione di colpi. Nulla hanno potuto i trattati che riconoscevano all'Ordine il governo sulla regione, concedendo nel contempo ampi diritti ai convertiti. A rinfocolare le ostilità, incendiando i villaggi e costringendo alla schiavitù i sopravvissuti, è la setta dei Mantelli Neri, che ha il suo covo in un'isola nelle paludose terre dei laghi Masuri, dove uno sciamano pratica sacrifici umani. Eustachius dovrà guidare una spedizione in quelle terre per portare finalmente la pace.



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Il teutone. La setta dei mantelli neri 2018-09-01 10:47:32 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    01 Settembre, 2018
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L’ultima battaglia di Eustachius von Felben

Iniziata con La Croce perduta, seguita da La battaglia sul lago ghiacciato, la trilogia del cavaliere dell’Ordine Teutonico Eustachius von Felben si conclude con La setta dei mantelli neri. E’ una saga avvincente, ambientata nel XIII secolo, in cui rifulge la figura di questo monaco guerriero alle prese dapprima con i mongoli, poi con i russi di Alexander Nevsky e ora con la rivolta dei già assoggettati e convertiti al cristianesimo Galindi, con l’aggiunta di una terribile setta, quella dei Mantelli neri, che ha la sua base in un’isola di uno dei laghi Masuri, dove uno sciamano compie rituali arcaici e sacrifici umani. Per riassoggettare i Galindi occorre eliminare questa entità del male, impresa ardua, difficilissima, ma se l’incarico di una missione quasi impossibile viene affidato a Eustachius von Felben si può essere certi che i risultati non potranno che essere positivi. Fra battaglie all’ultimo sangue, fughe nella foresta, marce negli acquitrini dei laghi Masuri si sviluppa questa nuova storia che completa e segna l’epilogo appunto della trilogia, perché Eustachius riuscirà nell’impresa, pur restando gravemente ferito, al punto da formulare un voto nel caso di sua sopravvivenza e cioè basta sangue e battaglie, ma l’inderogabile necessità di trascorrere gli ultimi anni di un’esistenza bellicosa nel silenzio e nella preghiera. E dato che che il nostro eroe si salverà, appare ovvio che non ci saranno altri romanzi con lui protagonista. Ce ne duole, perché il personaggio è riuscito, desta simpatia e rispetto, è in grado di esercitare un ascendente non solo sui confratelli, ma anche sul lettore, pagina dopo pagina sempre più avvinto dal protagonista e dalla storia narrata. Guido Cervo ha indubbiamente una grande inventiva, ma non gli difettano altre doti, perché riesce a ricreare perfettamente ambiente e atmosfera e, attento anche ai particolari, affianca a Eustachius figure perfettamente delineate che suscitano immediate simpatie, oppure un vivo sdegno, a seconda che si tratti di amici e alleati, oppure di nemici. Se al romanzo non si può chiedere troppo, perché in presenza di una storia avvincente non c’è molto spazio per contenuti rilevanti, senza che però vi sia banalità e anzi troviamo una generica, ma ferma condanna della guerra, è altrettanto vero che le ore scorrono veloci, come la lettura, senza che ci sia un momento di affaticamento, e che alla fine ci si senta appagati, consapevoli di aver trascorso piacevolmente un po’ del nostro tempo.

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Il Teutone. La Croce perduta e Il Teutone. La battaglia sul lago ghiacciato, entrambi di Guido Cervo
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Il teutone. La setta dei mantelli neri 2013-11-07 13:04:48 Giuse
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Giuse Opinione inserita da Giuse    07 Novembre, 2013
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Viaggio nell'est Europa medievale

Terzo e, ahimè, temo ultimo capitolo della saga de "Il Teutone" che ha per protagonista il cavaliere dell'Ordo Teutonicus Eustachius von Felben, così integerrimo nella fede ma così umano in tutti i suoi dubbi. Questa volta il nobile difensore della vera fede si trova a combattere con una setta di crudeli pagani guidati da un perfido sacerdote. Il centro di tale culto è un'isola al centro di un lago nelle verdi e poco esplorate terre dell'Est Europa. Mi è piaciuto molto tutto il romanzo, popolato da una palpitante umanità, fatta di contadini, mercanti e soldati accomunati nel tentativo di trovare la loropersonale Terra Promessa. Ho apprezzato il fatto che l'autore apra il libro con l'avventura personale di Sigrid, madre e sposa, rapita e fatta schiava ma che non si arrende al suo destino e lotta con tutte le sue forze per salvarsi. In alcuni punti del romanzo ho avuto persino la sensazione di trovarmi immersa nei paesaggi boschivi e lacustri che venivano descritti, tanto era il loro realismo. Anche i personaggi sono così ben costruiti da rendere quasi impossibile il non sentirli vicini, pur con le dovute differenze nel modo di pensare. Sono pur sempre appartenenti al mondo del basso Medioevo. Ecco un'altra cosa che mi è piaciuta molto: la ricerca storica che è sottesa al romanzo e che riaffiora ogniqualvolta ci si trovi davanti a fatti e descrizioni di ambienti naturali o città. Come sempre lo stile è raffinato e la lettura è scorrevole. Ancora una volta Guido Cervo è stato all'altezza delle aspettative.

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di cavalieri, di medioevo e di storie ben scritte e ben congeniate
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