Il teutone. La battaglia sul lago ghiacciato
Letteratura italiana
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La disfatta dei Teutoni
Secondo romanzo della trilogia dedicata al cavaliere dell’Ordine Teutonico Eustachius Karl Ludvig von Felben, La battaglia sul lago ghiacciato vede questa volta lo scontro non fra religioni diverse, ma fra cristiani cattolici e cristiani ortodossi. Il movente religioso, vale a dire la guerra agli scismatici russi per riportali nell’alveo della Chiesa di Roma è solo l’aspetto ufficiale, perché in realtà si tratta dei soliti giochi di potere e più in particolare di quell’ulteriore espansione a Est che ha sempre animato l’Ordine Teutonico. Stranamente, il protagonista, vale a dire Eustachius, entra in scena a narrazione già avanzata, con il compito di scorta a un diplomatico dell’Ordine nell’intento di stilare la pace con il capo dei Russi, vale a dire con il celebre Aleksandr Jaroslavich Nevskij, principe della Repubblica di Novgorod e da molti di noi ben conosciuto grazie allo stupendo film Aleksandr Nevskij del regista sovietico Ejzenstejn, noto anche per la grandiosa colonna sonora di Sergej Prokof’ev. La pellicola è fra l’altro caratterizzata da una spettacolare battaglia su un lago ghiacciato, nelle cui acque, al rompersi del ghiaccio stesso, finiranno diversi cavalieri teutonici.
Cervo, come al solito ben documentato e fedele fin dove possibile alla realtà storica, intrattiene il lettore con un’opera in cui grande risalto hanno, oltre alle scene di battaglia, anche il panorama invernale, le atmosfere rarefatte, i dubbi che cominciano ad affiorare nel monaco soldato Eustachius, un insieme di aspetti che caratterizzano positivamente il romanzo che ha il suo indubbio punto di forza nella descrizione della battaglia sul lago ghiacciato. Pur essendo un’opera di svago tuttavia certe riflessioni di carattere religioso, taluni dubbi che sorgono nei protagonisti ne fanno anche un romanzo che si propone di porre in evidenza quanto sia ancor più dissennata una guerra per motivi religiosi e come appaia illogico che in nome della cristianità si possano uccidere altri esseri umani. Se il primo della trilogia (La croce perduta) mi aveva avvinto, questo, oltre ad attrarmi, mi ha convinto sulle qualità indubbie dell’autore, che del resto avevo già sperimentato in altre due sue opere di ambientazione storica assai più recente (I ponti della Delizia e Bandiere rosse, aquile nere).
Il mio consiglio, pertanto, è di leggerlo, più che certo che possa risultare di ampio gradimento.
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Avventura e azione nei territori dell'Est
Un'altra eccellente prova di Guido Cervo! Da anni seguo i romanzi di questo autore, e finora non sono mai rimasto deluso! Anche in quest'opera, così come nelle precedenti, si respirano azione, guerra, passioni e anche...cultura. Sì, perché oltre a intrighi e battaglie Cervo sa dipingere un affresco ricchissimo di particolari sui contesti storici in cui ambienta i suoi romanzi...sicuramente un valore aggiunto rispetto a molte opere del genere storico...consiglio vivamente a tutti questa e le sue opere precedenti!
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Un altro viaggio nel Medioevo
I cambiamenti giovano! A quest'autore, intendo. Dopo essersi cimentato con romanzi storici di epoca romana e sul primo novecento, ha "virato" verso il medioevo. Il secondo libro della saga del "Teutone", è ancora, se possibile, più avvincente e meglio costruito del primo.
A farla da padrone questa volta, sono le lande ghiacciate della Livonia, teatro di uno scontro tra fratelli cristiani divisi da una differente interpretazione teologica.
Il protagonista è sempre il cavaliere teutone Eustachius von Felben, che però appare molto avanti nelle pagine del romanzo. Come accade spesso con Guido Cervo, il punto di vista non è mai lo stesso dall'inizio alla fine. Questo però aiuta il lettore a comprendere le ragioni di entrambe le parti in guerra e a rimarcare il fatto che non esista in nessun luogo e nessun tempo una guerra "giusta". Mi è piaciuta molto la battaglia sul lago ghiacciato dei Cjudi, fatto storico realmente avvenuto, descritto in modo avvicente e realistico. Ho avuto l'impressione in alcuni punti del romanzo (come quando si parla di un'azione di guerra particolarmente audace) che quest'autore abbia a disposizione una macchina del tempo che gli permetta di viaggiare e di descrivere ciò che egli vede. Consiglio questo libro a chi desidera viaggiare con la mente e la fantasia in un tempo e in un mondo lontano ma che l'autore rende vicini a noi, creando personaggi "veri", capaci di provare gli stessi sentimenti che proverebbe un uomo del XXI secolo.