Il sistema Vivacchia
Letteratura italiana
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Un furto di carbone e due avvocati.
Siamo sempre a Bellano, lago di Como, dove Andrea Vitali ama ambientare le sue storie. Siamo anche negli anni '30 del secolo scorso, in piena era fascista. La trama è intrigante e piacevole, ben congegnata, con personaggi costruiti con la consueta ironia, pennellate che delineano un'epoca che ha segnato la nostra storia passata sottolineandone aspetti negativi e sussulti di speranza. Tutto inizia con un furto di carbone alla stazione ferroviaria: l'autore, accompagnato dal figlio Umilio, è tale Cincicato Graziano, marito di Giachina Scafandro. Si dà il caso che la Scafandro sia la sorella di un ben noto fascista del luogo, Caio, aspirante al posto di segretario del partito, occupato da un indolente e tiepido camerata, Aurelio Trovatore. E si dà pure il caso che il furto abbia un testimone, Pavanotti Ardengo, manovale delle ferrovie, che, prontamente farà debita denuncia all'autorità competente. Sconcerto del povero Caio: il cognato ladro, fervente fascista, deve essere salvato a tutti i costi : la Federazione di Como, interpellata, manderà a difenderlo in pretura un suo avvocato, ben nota camicia nera, con la speranza in un'improbabile assoluzione. Entra in gioco qui un altro personaggio: Valanga Mimmo, un giovane ricercato dalla polizia e in fuga con documenti falsi verso la vicina Svizzera, grazie all'aiuto di un tipografo (il Vivacchia del titolo!) e ad un suo ingegnoso sistema per eludere eventuali controlli.. Il Valanga diventa così l'avvocato Severo Notambulo, e, guarda caso, per una serie di fortuite coincidenze si trova inopinatamente a difendere il ladro di carbone. Riuscirà a farlo assolvere, ma l'arrivo del vero avvocato, quello inviato da Como, scompaginerà i piani dando luogo ad una serie di malintesi e di imprevisti.
Non manca naturalmente il maresciallo Maccadò, che vigila sempre su tutto e tutti, concedendosi qualche gustosa rivincita sui caporioni locali, presi bellamente in giro. Riuscirà anche ad accontentare la moglie Maristella, promettendole l'acquisto della novità tecnologica di quei tempi, la radio, già in possesso dell'appuntato Misfatti.
Il racconto fila via, sempre sul filo ironico che Andrea Vitali sa sfruttare magistralmente presentandoci personaggi credibili, costantemente in bilico tra l'ossequio al regime sgangherato dei tempi e la voglia impellente di farsi i propri affari.
C'è sempre lo spasso dei nomi, come in tanti altri romanzi di Vitali: qui abbiamo, tra i più sorprendenti, Beduina, Abatoio, Bigamo, Miserina, Velocina, Gesuetta, Gattarola e Purissima... Sono documentati e reali: sarò ripetitivo, ma, oltre a stupirmi, mi incantano sempre.