Il sigillo di Enrico IV
Letteratura italiana
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Finti riti satanici
Era da un po’ di tempo che avvertivo la mancanza di Biagio dell’Orso, il capitano di giustizia dei Gonzaga protagonista dei primi tre libri (I leoni d’Europa, Le righe nere della vendetta e Un sicario alla corte dei Gonzaga) usciti dalla felice penna di Tiziana Silvestrin e, se devo essere sincero, ho cercato di spiegarmi più volte perché questo personaggio mi attragga così tanto. In fin dei conti è un uomo come tutti gli altri, né pavido, né eroe, uno che svolge con coscienza e con passione il suo lavoro, insomma, per non pochi aspetti, quasi un anonimo investigatore del XVI secolo. E forse è proprio questa normalità che me lo rende simpatico, che mi consente alcune volte nel corso della lettura di identificarmi con lui, soprattutto quando si prende a cuore i poveri diavoli, le vittime di tante ingiustizie. E così dopo ben più di un anno sabbatico (il volume precedente è stato edito nel 2014) ecco bussare alle porte degli appassionati di thriller storici Il sigillo di Enrico IV, come sempre pubblicato per i tipi della Scrittura & Scritture, una piccola casa editrice napoletana che si fa apprezzare di certo più per la qualità che per la quantità della sua produzione.
E’ una storia in apparenza venata di stregoneria, di riti satanici, di lotte fra i fedeli servitori della religione cristiana e gli anticristo, ma appunto è solo apparenza, è il “fumus” che cela trame e interessi ben più terreni che vengono alla luce poco a poco non appena si dissolvono i vapori di zolfo. Certo l’idea che possano esistere maghi fa un po’ sorridere noi smaliziati lettori del XXI secolo, ma appunto fa solo sorridere, perché è brava la Silvestrin a propinarci fatti incredibili senza pretendere che possiamo crederci, ma lasciando fin dall’inizio chiaramente intendere che si tratta di un escamotage. Ci sono omicidi, rapimenti di bambine, così che il nostro bravo Biagio non può stare assieme alla sua Rosa, venuta a trovarlo a Mantova per un’esperienza di menage extraconiugale, perché per risolvere l’intricato caso dovrà spostarsi prima a Cremona, poi a Torino e infine addirittura a Parigi, dove si chiarirà tutto e l’indagine potrà essere chiusa. Tuttavia, le ultime righe lasciano intendere che siano una promessa, cioè che avremo ancora il piacere di incontrare il capitano di giustizia, visto che gli perviene da Mantova una missiva con cui si reclama il suo urgente ritorno, perché un’antica profezia si è avverata e un’oscura minaccia incombe sul ducato. Altra stregoneria, altri rii satanici? Forse no, più probabilmente la conferma che dalla penna di Tiziana Silvestrin sta uscendo un’altra appassionante avventura. Quando? Non si sa e quindi per ora soddisfiamo il nostro palato di lettori con Il sigillo di Enrico IV.