Il ragazzo del lago
Letteratura italiana
Editore
Marcello Foa, giornalista di scuola montanelliana, oggi è inviato speciale di politica internazionale. Cofondatore dell’European Journalism Observatory, collabora con BBC radio e insegna comunicazione e giornalismo all’Università della Svizzera italiana di Lugano e all’Università Cattolica di Milano. Quando non gira il mondo, vive a Milano con sua moglie e tre figli.
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Opinioni inserite: 8
La storia di Aimone
Con questo libro il giornalista e docente Marcello Foa ricostruisce la vita di Aimone Canape, testimone di momenti cruciali e drammatici della storia tedesca e del nostro paese.
Il giovane Aimone per una serie di cause fortuite, durante la fine degli anni Trenta del secolo scorso, si trova ad incrociare sulla propria strada personaggi dell'alta aristocrazia tedesca, ministri e capi di stato molto vicini al Fuhrer, tanto da avere un rapido incontro anche con quest'ultimo.
Successivamente rientrato in Italia allo scoppio della guerra, verrà di nuovo scelto dal destino per assumere il ruolo di ultimo testimone della cattura del Duce a Dongo.
In merito all'opera di ricostruzione, Foa non inventa nulla, in quanto egli si basa sui dati fornitigli dal Canape stesso durante le interviste concesse prima della stesura; interviste mai rilasciate prima ad alcuno, motivo per cui nessun saggio storico o articolo portò mai il suo nome alla conoscenza del pubblico.
Il racconto è ben dosato e la storia di questa vita così romanzesca e a tratti rocambolesca si snoda alla perfezione, offrendoci uno spaccato interessante dell'epoca.
Ne nasce il ritratto di un giovane “qualunque” che visse in un periodo storico difficile e cruento, legato alla famiglia e cresciuto con valori di onestà e generosità, insomma una figura genuina e schietta, anche se, collocandosi sulla scena di eventi politico-sociali importanti, assume a tratti i connotati di un eroe, scampato alla morte in più occasioni, grazie ad un fato compiacente.
Sul piano contenutistico non vi è nulla da eccepire al racconto, in quanto la testimonianza di Aimone ha svelato dei particolari inediti e importanti per ricostruire alcuni aspetti storici rimasti avvolti nella nebbia per oltre cinquant'anni.
La pecca di questo romanzo sta tutta nello stile di scrittura; la penna di Foa ha uno stampo prettamente giornalistico e d'informazione, delinea ottimamente gli accadimenti, ma manca di calore, di pathos, di profondità emotiva.
Una mancanza che si fa decisamente sentire, raffreddando il clima di questa incredibile storia, rasentando a tratti un alto grado di asetticità.
La scarsa caratterizzazione di Aimone in taluni passaggi del racconto, ne fa perdere la credibilità, spingendo il lettore a mettere in dubbio la veridicità degli eventi.
Un vero peccato, in quanto le dichiarazioni che l'oramai anziano Aimone decise di rilasciare, a posteriori sono state suffragate da altri testimoni dell'epoca, discendenti di abitanti del piccolo centro di Musso, suo paese natale, che erano a conoscenza dei fatti narrati in queste pagine.
Questo romanzo poteva essere un'ottima occasione per riportare alla luce un pezzo della nostra storia, rivivendola attraverso gli occhi ed il cuore di chi ne fu protagonista; invece il lettore giunge all'ultimo rigo con l'amaro in bocca, con la sensazione di una mancanza e domandandosi “ di che cosa”, risponde “ della penna di un narratore”.
Tenuto conto dei limiti stilistici, se ne consiglia ugualmente la lettura, poiché è interessante sul piano storico e divulgativa di notizie preziose.
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Capita di fare dei buchi nell'acqua
Ho comprato questo libro a un mercatino dell'usato, perché la trama prometteva bene e in più ho letto che si trattava di una storia vera e mi interessava scoprirla, dato che non la conoscevo.
Tuttavia, leggendo questo libro non sembra affatto di leggere una storia accaduta realmente. I personaggi sembrano dipinti da un Magritte, ve lo assicuro. Niente sembra reale, e al protagonista, Aimone Canape, viene assegnato un ruolo troppo importante nella storia che invece, a mio avviso, non ha avuto dato che non l'ho mai sentito nominare prima d'ora.
Il libro, la storia stessa, è un pò troppo... spinto. Non dico che sia del tutto da buttar via: lo stile di Foa non è male, anche se ho letto di meglio.
Non lo consiglio soprattutto perché rischiereste di perdere tempo per una storia che poi potrebbe non appassionarvi affatto; ma ve lo consiglio se proprio non avete altro da leggere.
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- sì
- no
Vergognoso
Di solito, una volta iniziato un libro, lo devo finire, sia che lo trovi fantastico, sia che preferissi iniziarne un altro... In questo caso, non ce l'ho fatta... Ne ho letto piu' o meno la meta', nella vana speranza che il tono, e il linguaggio, e lo stile migliorassero, ma e' stata una gran perdita di tempo. Peccato, la storia potrebbe essere molto interessante, ma non c'e' nulla nel modo in cui e' raccontata che le faccia credito. I personaggi sono piatti, superficiali, la lingua e' banale, sembra di leggere il tema di un ragazzino delle medie. Ma come e' possibile che sia stato pubblicato??? Mi pento di aver speso soldi per acquistarlo. Che delusione!
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Mai più...
Non conoscevo Marcello Foa, non avevo mai letto nulla di lui.
Ora lo conosco e me ne terrò ben lontano.
"Il ragazzo del lago", che gode anche di un sito internet tutto suo, è un agglomerato di evidenti luoghi comuni, paradossali invenzioni e concitate forzature storiche.
La Piemme non mi ha mai colpito nelle sue produzioni, ma stavolta ha toccato il fondo.
Il ragazzo del lago ha una madre ed un padre che sembrano usciti da una pessima imitazione di Renzo e Lucia; poverissimo, diventa nella Berlino nazista maitre d'hotel entrando ed uscendo a piacimento dal bunker di Hitler; grazie alla sua avvenenza, ve lo giuro, diventa il mantenuto di una delle più nobili famiglie germaniche; poi se ne pente e torna in Italia dove ovviamente fa in tempo a diventare durante il servizio militare amico del generale; dopo l'8 settembre '43 Alain Delon in versione donghese riesce a combattere nella resistenza senza muoversi da casa e, facendo invaghire di lui una donna ss :ciuccio:, subisce un interrogatorio feroce dei repubblichini senza, naturalmente, parlare; salva la vita ad alcuni dei gerarchi fucilati a Dongo e riesce persino a compiangere il povero Mussolini...
Ora questo ex ragazzo del lago vive di ricordi all'età di 879 anni circondato dalla sua argenteria...
Ecco, ma questa gente, magari in silenzio e di nascosto...non prova qualche volta un po' di vergogna per aver scritto tante bestialità?
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Storia vera
Un uomo racconta ad un giornalista la sua seconda guerra mondiale, vissuta nei panni prima di un ragazzino poi di un giovane partigiano.
La prima parte del libro non mi ha particolarmente appassionato, il giovanissimo Aimone Canape va in Germania per imparare il mestiere di Maitre d'albergo ma , complice la straordinaria somiglianza fisica con il figlio defunto di una ricca nobildonna tedesca , più che lavorare farà la bella vita e quasi non si accorgerà di quello che nel frattempo sta crescendo all'interno della società tedesca. Non capirà quanto sono pericolose l'ascesa al potere di Hitler e le sue teorie sulla purezza della razza ariana, quasi che la sua vita in mezzo al lusso piuttosto che alla gente comune lo allontanasse dalla realtà delle cose. Una realtà terribile che scoprirà al rientro in Italia a guerra già scoppiata, sarà prima renitente alla leva poi perseguitato dai tedeschi infine partigiano.
La seconda parte del romanzo ha decisamente un altro ritmo ed un'altra impronta , molto più interessante anche se devo dire che non sono mai riuscito ad affezionarmi particolarmente al personaggio di Aimone pur in tutte le sue vicissitudini. Troppo distaccato e tanto rocambolescamente fortunato in un contesto dove ogni gesto segnava un destino.
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appassionante
L'ho letteralmente divorato in due giorni. Mi ha colpito il fatto che è una storia vera. Un libro appassionante, proprio bello
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l'Italia migliore
Una storia appassionante, che rivela la migliore e superba italianità del suo protagonista.
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il ragazzo del lago
Di lettura scorrevole, molto coinvolgente....magnifico decisamente uno dei libri piu belli che abbia mai letto