Il mercante di libri maledetti
Letteratura italiana
Editore
Recensione Utenti
Guarda tutte le opinioni degli utentiOpinioni inserite: 57
"Leggero"
"Leggero" e piacevole romanzo giallo storico con venature di thriller.
Scritto bene, con una buona trama ed alcune idee interessanti, ma anche con diverse "situazioni riciclate" da altri romanzi e film (Cliché usati), qualche caduta di stile (poche) ed alcune ingenuità evitabili che rendono l'insieme troppo prevedibile.
Il libro è colmo di enigmi "alla Umberto Eco" un po' troppo forzati che in alcuni casi sembrano proprio "inseriti a forza" tra le pagine.
Il protagonista è Ignazio da Toledo alla ricerca dell' l’Uter Ventorum, manoscritto proibito (che sembrerebbe in grado di donare potere inaudito grazie all’evocazione degli angeli) e del suo vecchio amico creduto morto Vivïen de Narbonne. Braccato dalla Saint Vehme una congregazione segreta, guidata dal temibile “dominus”.
Al suo fianco Willame il suo "fin troppo fedele" amico (sembra una macchietta) abile con la spada e coraggioso ai limite dell'impossibile e Uberto, giovane studioso, cresciuto nel monastero di S. Maria del mare a Venezia, il quale lascia sbigottiti per l'ingenuità (ma questo è molto più credibile vista l'età e la sua storia).
La storia nell' insieme è piacevole e si lascia leggere volentieri, come ho già detto è un buon romanzo scritto molto bene. Non mi sono piaciute invece le descrizioni dei duelli che risultano poco credibili ai limiti del "cartone animato per bambini".
Consiglio la lettura ma solo se partite senza grandi aspettative.
Indicazioni utili
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Alla ricerca del libro perduto
Ci troviamo nel medioevo e seguiamo un gruppo di uomini che interpretando una serie di enigmi cercano di rimettere assieme le quattro parti del fantomatico Uter Ventorum. Si tratta di un libro che sembra faccia perdere la ragione a questi antichi cavalieri solo all'idea di possederlo, Si racconta infatti che contenga le formula per evocare gli angeli e per acquisire poteri enormi.
Libro interessante dove si alternano enigmi con le relative soluzioni, e momenti di azione con combattimenti, inseguimenti e salvataggi fortunosi. Nonostante i personaggi siano parecchi e la trama intricata Simoni è riuscito a rendere il tutto chiaro e semplice, quindi le parole scorrrono veloci davanti agli occhi.
Peccato per il finale: sembra quasi sia stato buttato lì tanto per finire in qualche modo.
Indicazioni utili
Alla ricerca del mistero degli Angeli
Ho deciso di affrontare questo romanzo di Marcello Simoni per puro caso, rinvenendolo in un mercatino dell’usato a un prezzo stracciante.
Trama intrigante, detentore di premi piuttosto importanti, spacciato per un successo internazionale è comunque un romanzo criticato dalla maggioranza per banalità, lacunosità. Insomma , non che mi aspettassi granché da “Il mercante di libri proibiti”, peraltro esordio di uno scrittore emergente.
Invece, già dall’ inizio, è stata una vera bomba di emozioni. Forse perché le letture precedenti mi avevano entusiasmato poco, forse perché non sono un lettore troppo pretenzioso, fatto sta che fin dalle prime pagine ne sono rimasto piuttosto soddisfatto.
Marcello Simoni ci accompagna in un tour tra biblioteche, cattedrali, monasteri in giro per l’Italia e la Spagna. L’atmosfera è quella tipicamente medievale, in cui si sente odore di scartafacci, pagine invecchiate, candele , ma soprattutto mistero, sapienza. Descritto da molti storici contemporanei come un periodo pessimistico, il Medioevo, al contrario, è un momento in cui speranza ,fede spingono l’uomo persino oltre i propri limiti pur di giungere alla VERITA’. E in ciò c’è ben poco di pessimistico.
In questo caso la tanto anelata verità si cela tra le pagine di un manoscritto, l’Uter Ventorum, letteralmente “Otre dei venti”, in grado di far evocare entità angeliche a chi ne entri in possesso.
A desiderarlo fortemente ci sono più persone: Ignazio, mercante di reliquie e libri dal passato poco chiaro, mente acuta e spiccante intelligenza , motore d’azione di tutto il romanzo; Vivien, vecchio amico e “collega” di Ignazio; la Saint Vehme, una congregazione segreta che affonda le proprie radici ai tempi di Carlo Magno, nata con il nobile fine di mantenere l’ordine nell’impero, che però nel tempo è andata incontro alla degenerazione. Guidati da un leader di cui non si conosce l’identità, e semplicemente chiamato “dominus”, perseguitano Ignazio e chi come lui vuole il manoscritto, indossando maschere appariscenti e vesti nere.
Sin dalle prime pagine i ruoli appaiono ben chiari: si riconoscono i buoni e i cattivi, o almeno si è convinti di riconoscerli. Non mancano, infatti, i colpi di scena che animano un giallo-storico dal ritmo concitato, capace di catturare il lettore. I capitoli brevi, la lingua scorrevole contribuiscono sicuramente a rendere il tutto ancor più piacevole.
La parola che più si addice a questo esordio di Marcello Simoni è, quindi, senza ombra di dubbio, PIACEVOLEZZA.
Non è così per quanto riguarda i contenuti. In questo senso le mie aspettative anche se medio-basse sono state deluse. Come ho già affermato siamo di fronte a un “giallo-storico”: sul fatto che sia un giallo, niente da discutere. La suspance non manca- anche se a tratti la trama è un po’ prevedibile , gli enigmi un tantino forzati- e il tema centrale è sicuramente quello della ricerca.
Ma di storico ha molto di meno. Lo sfondo medievale è un po’ come l’aroma di un mazzo di fiori : a tratti si sente, l’autore lo avvicina al naso del lettore, ma per poi allontanarglielo per la maggior parte del tempo.
Avrei gradito excursus storici, digressioni sulle cattedrali, sui dipinti, sui luoghi visitati.
Il risultato è un romanzo un po’ annacquato, sicuramente non paragonabile a “Il nome della rosa”, ma inaspettatamente molto piacevole, in grado di catturare.
Se cercate una lettura relativamente rapida e non troppo impegnativa “Il mercante di libri maledetti” fa al caso vostro.
Indicazioni utili
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
IL mercante dei libri maledetti
Un giallo storico, ambientato nel basso medio-evo, di facile e scorrevole lettura, anche dovuta alla brevità dei capitoli, in cui si susseguono in maniera incessante intricati enigmi indirizzati alla ricerca di un potere magico e soprannaturale celato tra le pagine di un libro fantasioso che vari gruppi di persone sono disposte a rischiare la vita pur di venirne in possesso; la trama è avvincente per la quasi totalità del romanzo, ma la fine dello stesso lascia a desiderare, e perde di mordente, per la banalità e piattezza della narrazione. Avrebbe meritato un consenso superiore qualora maggiormente curato nei dettagli finali.
Indicazioni utili
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
UTER VENTORUM
Chi ama le ambientazioni medioevali, e le avventure di personaggi leali e coraggiosi, contrapposte a intrighi di potere, troverà pane per i suoi denti in questo romanzo – triller.
La bramosia per il ritrovamento di un testo ‘’uter ventorum’’ l’otre dei venti, è il fulcro del racconto.
Un mercante di reliquie ispanico, Ignazio da Toledo, uomo colto , scaltro e leale; un fedele amico franco –arabo, Willame, scampato ad una strage compiuta dai crociati, durante l’ultima guerra santa, Uberto, giovane studioso, cresciuto nel monastero di S. Maria del mare, Venezia.
Dopo quindici anni trascorsi a fuggire dalle grinfie dei Veggenti, interessati al ritrovamento del famoso libro Uter Ventorum che sembrerebbe in grado di donare potere inaudito grazie all’evocazione degli angeli, Ignazio e Willame giungono Venezia, siamo nel milleduecento diciotto.
Un monaco, Vivien de Narbonne, grande amico di Ignazio, è scomparso da tredici anni , creduto morto, ma molti indizi fanno pensare il contrario.
Inizia così la ricerca del testo che contiene ricette per le evocazioni celestiali, su commissione di un abate…… insomma non si può raccontare, si deve leggere.
Sconcertata dalle recensioni negative, credevo di essere atterrata su un pianeta sconosciuto, in quanto non riuscivo a smettere di leggere il romanzo in questione, affascinata dalla storia e dai personaggi.
Improvvisamente, vedo , guarda caso, una maschera rossa, (come quella del triller?) icona di bruno elpis scoprendo che il libro è piaciuto tantissimo anche a lui.
Rincuorata da ciò ho ritenuto di essere ancora sulla terra, anche se la storia mi aveva catapultata nel medio evo.
A parte gli scherzi , se tutti i libri brutti contano almeno sessanta recensioni qui su qlibri, credo che Marcello Simoni possa ritenersi soddisfatto.
Concludendo, ho apprezzato molto questo triller, mi ha coinvolta , ho amato i suoi protagonisti .
Interessante la questione relativa alle reliquie, che per lo più erano solo bufale.
Indicazioni utili
Grossa delusione
Sono rimasto molto deluso da questo romanzo, e oltre a ciò mi sento anche ingannato. Sicuro di avere effettuato un buon acquisto, convinto soprattutto dalla solita fascetta che riporta la scritta "sedici edizioni in tre mesi, enigmatico come il nome della rosa eccetera eccetera" credevo di avere tra le mani un bel romanzo, coinvolgente e appagante ma così non è stato. Anche a causa della campagna pubblicitaria, cui ricordo mesi fa ne era stato protagonista. Senza dimenticare naturalmente il titolo di vincitore del premio bancarella 2012.
D'altra parte questa mia ennesima recensione penso sia inutile, considerate le altre sessanta che mi precedono, tuttavia ho voluto comunque dire la mia proprio a causa della delusione in cui sono incappato.
La trama innanzitutto non è nulla di che, non aggiunge niente di innovativo, nessun nuovo genio della letteratura italiana all’orizzonte. Certamente questo non è un problema, si sa che non è certo cosa facile inventarsi qualcosa di nuovo, per cui va benissimo usare clichè usati e strausati, a patto però di gestire il tutto con una certa capacità. In altre parole, preferisco un film con una trama "normale" e curato, piuttosto che un film zeppo di effetti speciali strabilianti e una trama inesistente.
Così abbiamo una trama semplice che purtroppo non riesce a svilupparsi in modo coinvolgente, con dei protagonisti che si muovono su binari prevedibili, facendo, dicendo, e comportandosi in modo scontato. Questo è un peccato perché se i personaggi avessero avuto un briciolo di spessore in più, il romanzo sarebbe stato molto più bello. Invece abbiamo una girandola di individui poco approfonditi, quasi degli sconosciuti che si aggirano per pagine e pagine come se fossero, per la mente del lettore, quasi degli estranei. E' come guardare un film senza audio: non si riesce ad affezionarsi ai protagonisti. E poi sono eccessivamente stereotipati: Willalme per esempio è il tipico "cavaliere medievale senza macchia e senza paura" uomo d'arme di consumata esperienza che (naturalmente) non sbaglia una parata e non manca una stoccata. Insomma, quando arriva lui siamo tutti tranquilli, Ignazio è in una botte di ferro cosicché si intuisce che nessun colpo di scena potrà mai arrivare da questa parte.
Carine sono le descrizioni dei paesaggi ed è apprezzabile che l'autore ricami con frasi ricercate il sorgere di un alba o quant'altro, ma tutto questo dura poco. Procedendo con la lettura questa eleganza gergale scompare, peccato.
La parte che mi interessava davvero, cioè gli enigmi "alla Umberto Eco" mi hanno procurato la delusione maggiore. In un contesto storico cupo e misterioso come questo, in cui abbondavano le superstizioni, e il lettore si immagina pergamene ingiallite e dimenticate, sotterranei umidi mal illuminati da qualche fiaccola e rituali misteriosi, personalmente mi aspettavo molto di più.
Invece, ne emerge solo qualche indovinello, a dire il vero pochi e semplici, risolvibili per giunta in pochissimo tempo e senza fatica. Questo sottolinea ancora una volta la superficialità dell'insieme. Peccato di nuovo, se l'autore avesse speso un trimestre in più nello descrivere e particolareggiare meglio il romanzo sarebbe stata una gran cosa.
Va bene, è il suo primo lavoro, ci sta tranquillamente.
Ultima considerazione: quando finisco di leggere un buon romanzo mi rimane per qualche giorno l'attaccamento al protagonista, il piacere di aver letto una storia decisamente piacevole, un marcato senso di soddisfazione, ecco.
Quando ho finito questo, il pomeriggio successivo l'avevo già dimenticato. Non mi ha lasciato nulla.
Indicazioni utili
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Il mercante di libri maledetti
"Il mercante di libri maledetti" è il romanzo di esordio del giovane scrittore italiano Marcello SImoni.
Questo romanzo narra delle avventure di Ignazio da Toledo, mercante di reliquie, nella ricerca di un misterioso quanto pericoloso libro, l' Uter Ventorum.
Nella sua ricerca sarà affiancato dal francese Willalme e da Uberto, un giovane ragazzo che viveva in un monastero italiano e di cui si scoprirà alla fine qualcosa di molto importante.
Lo stile è semplice e ricercato contemporaneamente, con una ricerca attenta ai termini migliori da usare per trasmettere nel giusto modo il messaggio.
Il contenuto è pienamente soddisfacente, una bella storia con una trama semplice ma d'effetto.
Ho trovato questa lettura molto piacevole e leggera, perfetta come pausa dopo un libro un po' più impegantivo.
COnsiglio la lettura a chiunque abbia voglia di passare del tempo in compagnia di un libro di non troppe pretese ma sicuramente appassionante.
Indicazioni utili
Sotto le aspettative
Non mi dilungherò in una recensione dettagliata, vorrei solo ragguagliare coloro i quali stessero per iniziare a leggerlo di non farsi troppe aspettative.
Fosse stato un volume trovato in qualche angolo e mezzo sconosciuto sarebbe stato quasi piacevole, tuttavia iniziandolo dopo essere stato quasi bombardato da giudizi positivi e pubblicità insistente la lettura è stata deludente.
Tengo anche a precisare che sfortunatamente per questo libro, è stato iniziato iniziato dopo aver appena riletto IT, il piccolo principe e Dune, quindi poverino si è trovato a dover reggere il confronto con dei giganti, dei titani anzi.
L'impressione che ho avuto leggendolo subito dopo questi elencati è che l'intreccio fosse inesistente e la trama seppur carina non particolarmente coinvolgente. Immedesimarsi con i personaggi non è stato possibile nonostante ne avrei avuto piacere . Aggiungerei anche che manca di ritmo, il libro è abbastanza veloce, ma mantenendo sempre la stessa velocità relativamente alta si perde la percezione del mutamento non essendo alternata a momenti di tranquillità, se non forse un capitoletto. Non fraintendete, non è un brutto libro, tuttavia (indipendentemente dalle vendite) non lo farei rientrare nella categoria best seller. Mi spiego meglio, per best seller non intendo letteralmente campione di vendite o il libro che va di moda che piace a tutti e quindi vende. Per best seller intendo quei libri destinati a diventare pietre miliari della narrativa, o che semplicemente rileggereste volentieri dopo qualche anno.
Ok, mi son dilungato troppo: il mio suggerimento è questo: se non avete grosse aspettative e cercate una lettura leggerissima per tenervi compagnia sul treno sicuramente leggerlo male non va e può risultare piacevole se non lo caricate di aspettative. Se cercate qualcosa che vi rapisca ed assorba, almeno basandomi sulla mia esperienza, non consiglierei questo libro.
Indicazioni utili
Top 1000 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Una lettura spensierata.... forse anche troppo
Il mercante di libri maledetti narra la storia di un venditore ambulante di reliquie indotto da un misterioso e sfuggente amico a cercare il cosiddetto libro degli angeli, che si sussurra possa conferire poteri straordinari. Ad accompagnarlo il fedelissimo guerriero francese Willalme, dal passato oscuro e un giovane brillante ragazzino, Uberto. La vicenda si svolge in Italia, Francia e Spagna, nel medioevo, tra villaggi polverosi, monasteri e città caotiche. A movimentare il racconto, la presenza di una violenta setta di fanatici, sempre all’inseguimento dei tre, e disposti ad ottenere il libro ad ogni costo.
La copertina del romanzo recava una serie di elogi strabilianti, che arrivavano a definire l’autore “il nuovo Umberto Eco”. Mi sono sembrati subito fuori luogo e spropositati. Io da grande superficiale giudico quasi sempre il libro dalla copertina. Penso che se un’opera sia grande e seria al punto giusto non abbia bisogno e non ritenga corretto servirsi di questi strumenti un pochino furbi.
Il Mercante di libri maledetti si legge in modo scorrevole e leggero. Forse anche troppo. Ho letto il romanzo in una settimana di fuoco, con tre grossi esami sulle spalle, senza il minimo sforzo mentale. Questo può significare solo due cose: o lo scrittore è un nuovo genio del nostro tempo, di quelli capaci di sintetizzare contenuti di notevole spessore in una storia agevolissima…. Oppure il libro è decisamente troppo leggero, sotto ogni punto di vista. Propendo più per la seconda.
La storia non è brutta, ma secondo me banale. Sembra la copia mal riuscita dei romanzi di Dan Brown. I personaggi hanno i loro caratteri, che vengono però enfatizzati all’eccesso, originando non persone vere, ma stereotipi. E’ difficile affezionarsi a loro e dunque al romanzo.
Ignazio de Toledo è il tipico intellettuale misterioso e eversivo, osserva il mondo dai suoi profondi occhi azzurrini. Un’idea carina se vogliamo, a cui l’autore non è riuscito a dare la giusta veridicità.
Segue Willalme, eroe forte e vigoroso, banale nel suo passato misterioso.
Il personaggio secondo me più ben riuscito e Uberto il giovanissimo della combriccola. Pur sforzandosi si riesce a percepire la fragilità della sua giovane età e tutti i suoi sogni.
Nel Mercante di libri maledetti sono presenti due cattivi di cui non posso rivelare il nome. Uno di questi, la cui posizione è potente e temibile non fa affatto paura e probabilmente dovrebbe.
Il romanzo è scritto sicuramente bene. Ho trovato piacevoli le descrizioni paesaggistiche. Però anche nella scrittura, ahimè, ho qualcosa da ridire. Nelle primissime pagine si percepiva lo sforzo dello scrittore, che in esse ha concentrato descrizioni poetiche e suggestive e quant’altro, come se dovesse riempire il vaso di pandora. Ha cesellato ogni particolare. Poche pagine dopo, quasi come un palloncino sgonfiato, il tutto si è abbassato di tono. Lo stacco era troppo evidente. Non so voi, ma queste cose un lettore non le dovrebbe notare, è stato un errore un po’ da dilettanti.
DUNQUE COME CONCLUDERE? Non mi sento di dire che è un libro brutto. Semplicemente, dopo la lettura non ti da nulla: niente di buono né di cattivo. L’ho dimenticato davvero troppo in fretta.
Indicazioni utili
Insulso, e di una bruttezza imbarazzante
Chi scrive bene di questo libro o non ha mai letto un bel libro oppure è in mala fede. Se in Italia esistesse la meritocrazia vera (se non fosse solo una parola del vocabolario), solo un editore a pagamento lo avrebbe pubblicato. Tecnica? quale? Stile? vomitevole. Pathos? zero. Trama? risibile. Sembra uno di quei fantasy opera di quindicenni in cui i protagonisti girano da un posto all'altro tanto per riempire le pagine. E poi, qualche chicca: in questo "libro" i protagonisti non "dicono" (disse tizio) quasi mai ma soprattutto "proferiscono" (proferì tizio!), poi qualcuno dovrebbe spiegare all’autore che non è perché la storia è ambientata nel medioevo allora il narratore si deve esprimere allo stesso modo invece che in un italiano semplice e moderno... guarda che se scrivi semplicemente “carro” non ti arresta nessuno; i "cattivi", nel 1200 pare abbiano il rilevatore satellitare, e ovunque vadano i buoni (Italia, Francia, Spagna) manco un'oretta ed ecco che vengono ritrovati dai "cattivi”.
Dicevamo dello stile: “La notte si diluiva in un mattino grigio e senza luce”, va be’ ci può stare ogni tanto… poi “Il sorriso ambrato del mattino coloriva i tetti di Venezia”, uffa… “La luce dell’alba iniziava a insinuarsi nei sobborghi di Tolosa” qui va già meglio, ma “L’alba coronava i Pirenei con la sua luce dorata, metallo incandescente in procinto di liquefarsi e di colare sui pendii in budelli di fuoco” no comment… “Sebbene la luce pomeridiana indorasse ogni angolo della camera”, no comment… “La calura di fine agosto languiva dopo il tramonto” basta!, “La notte si dissolveva nel torpore di un cielo rosato”, mi fermo qui…