Il manoscritto dell'imperatore
Letteratura italiana
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De arte venandi cum avibus
Il principale personaggio del romanzo è il monaco inglese Matthew da Willingham, già protagonista nei precedenti romanzi medievali di Valeria Montaldi, il quale a causa di un forte contrasto con la Chiesa, conseguenziale alla presa di posizione favorevole nei confronti di una giovane accusata ingiustamente, viene trasferito nell’Italia settentrionale dove hanno luogo vari accadimenti cui lo stesso frate è, suo malgrado, partecipe.
La vicenda ha luogo a Parma e nella val padana nel 1248 avendo come soggetto un famoso trattato sulla falconeria, scritto dall’imperatore Federico II, che viene trafugato durante un incendio doloso innescato nell’accampamento dello stesso imperatore.; si scatena, quindi, la caccia al manoscritto che, oltre all’encomiabile esposizione della caccia per mezzo del falco, potrebbe essere interpretato come documento eretico da parte della Chiesa che impone il volere divino per mezzo della famigerata Inquisizione. Il ritrovamento, quindi, di tale manoscritto da parte degli uomini al soldo del papa pro tempore Innocenzo IV sarebbe una prova inconfutabile con la quale Federico II potrebbe essere delegittimato; il coinvolgimento di frate Mattew è importante nelle varie rocambolesche vicende che portano, infine, alla soluzione del misfatto.
L’arguzia e lo stile dell’autrice ricostruiscono fedelmente l’ambientazione in quell’epoca medievale; intreccia, con dovizia di particolari, gli accadimenti e personaggi storici con quelli di pura fantasia, e, nel contempo, descrive gli usi e costumi dell’uomo del Basso Medioevo nei variegati ceti sociali con particolare rilievo a quello sport che è ancora la caccia con il falco.
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Il manoscritto dell'imperatore
La Montaldi non delude, molto interessante lo stile, caratterizzato da capitoli non molto lunghi e che non lasciano il lettore in attesa spasmodica per la lettura del capitolo successivo. Forse un po' ingarbugliate le ricostruzioni e gli avvenimenti che interessano svariati protagonisti, infatti ad un bel momento il lettore potrebbe sentirsi quasi disorientato ma nel complesso si recupera immediatamente. Un neo è nel finale, sicuramente affrettato, anche se i tasselli tornano a posto.
La trama potreva avere dei colpi di scena invece tutta la storia scorre via in modo lineare e ramificato contemporaneamente, nel senso che vengono inseriti forse un po' troppi personaggi collaterali, ognuno con un suo percorso ed un suo perchè...ma purtroppo senza inserimenti degni di nota o rilevanti, solo da contorno ad uso ed abuso dell'autrice che possano spiazzare un lettore che si annoia facilmente.
Nel complesso l'opera supera la sufficienza e ci si riserva di leggere ancora questa autrice italiana interessante, con l'auspicio di ricevere più adrenalina dalla lettura, si certo poi bisognerebbe anche vedere quali aspettative ci si pone quando si decide di scegliere un libro e leggerlo.
Per il momento buona la prima mi verrebbe da dire (di lettura della Montaldi) ma alla prossima pretendo qualcosa in più.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Consigliato
Questo è il terzo libro che leggo di questa autrice e ribadisco ancora una volta il mio giudizio positivo. E’ sorprendente come partendo da uno spunto preso in prestito dalle “cronache del tempo”, Valeria Montaldi riesca con naturalezza ad imbastire un storia credibile e avvincente. Tutta la storia ruota attorno alle vicende della scomparsa di un manoscritto sulla falconeria la cui paternità viene attribuita nel libro all’imperatore Federico II.
Tutti daranno la caccia a questo libro; l’imperatore Federico II perché vuole venirne ancora in possesso; la chiesa perché non può permettere che il contenuto sia divulgato perché solamente il Papa è il depositario del sapere; i mercanti del tempo in quanto fonte di sicuro guadagno ed infine i comuni lombardi interessati ad aggraziarsi lo schieramento politico più conveniente per loro. Insomma una sorta di tutti contro tutti che contribuisce a dare molto vigore alla storia e fare in modo che il romanzo sia sempre “pieno di vita” e senza pause.
La lettura è stata molto piacevole tanto che all’ultima pagina era soddisfatto, ma dispiaciuto per aver finito una storia che avrei voluto non finisse mai.
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un manoscritto e basta
Pur non negando che sia un romanzo piacevole, non mi ha attratto particolarmente. A mio parere è risultato molto inferiore al romanzo "Il mercante di lana". La storia non mi ha appassionato più di tanto. Non lo rileggerei.E pensare che ero indecisa se comprarlo o no. non l ho fatto perchè l'ho trovato in prestito in biblioteca. meno male..