Il longobardo
Letteratura italiana
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Giudizio negativo
Ecco la scrittura di Marco Salvador di alcuni momenti e personaggi della storia di Il Longobardo.
Il tutto è letto in una seconda media con allievi di 12/13 anni.
Teodora, moglie di Giustiniano : « La sua carriera di meretrice e le turpitudini che l’avevano resa famosa (…) si denudava durante un banchetto, lamentandosi di non avere due buchi in più per essere i fori dei capezzoli troppo piccoli. (pagina 48, Il Longobardo di Marco Salvador).
Stiliano : La fiamma della lucerna traeva bagliori giaalli e rossi dall’oro e io vedevo in essi, con nostalgia i palazzi, le taverne e i bordelli di Cividale. (…) Ero ridotto a sognare amplessi risvegliandomi imbrattato. (Pag. 50)
Stiliano a Rotari : « Tu puoi capire queste cose, sei un uomo. Non ce la faccio più senza una donna » e Rotari risponde : « E’ un problema anche per me. Almeno da quando il nonno ha venduto Clotilde. Sosteneva che me ne stavo innamorando. Non era vero (…) : le altre schiave mi facevano capire che si sottomettevano solo perchè erano obbligate. Comunque , come dice Gundo, quello che conta è potersi sfogare ».
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dalle stalle alle stelle,e ritorno
Il romanzo racconta,dalla bocca del protagonista,la vita di un dotto di Cividale,figlio di un mercante siriano stabilitosi in Friuli per commercio,in piena dominazione longobarda.L'eroe dopo una prima gioventù sesso,droga,e rock'n'roll,si ritrova a raschiare il fondo del barile,e quindi non gli resta che risalire,e da qui inizia l'iperbole.Lo stile è volutamente arcaico,probabilmente l'autore cerca così di immergerci di più nell'epoca,anche se certi passaggi risultano pesantucci e noiosi,la storia è straordinaria,viaggia parallelamente alla vita del re Longobardo Rotari essendone il protagonista amico e consigliere,quindi la trama e costruita su basi storiche reali,anche se il protagonista ogni tanto "scappa",si reca a Ravenna,Bisanzio,Roma,Antiochia,regalandoci un affresco dell'epoca ricco e irripetibile.Per dover di cronaca non mancano le scene cruente,le descrizioni dettagliatissime(che schifo!)dei sintomi delle malattie,gli intrighi le passioni,le storie d'amore e d'amicizia.Bel Romanzo,bella la parabola del protagonista-narratore,forse un pò sbrigativo,ma consigliato.
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Affascinante e avvincente
"Infine spirò. Era l’ora seconda della notte, a cavallo fra il terzo e il quarto giorno di giugno dell’anno 652, indizione decima, quarantasettesimo dalla nascita di Rotari a Brescia, diciassettesimo del suo regno, seconda domenica dopo Pentecoste".
Così è descritta la morte del grande Rotari dal fedele amico Stiliano nel bellissimo romanzo storico di Marco Salvador.
Se La vendetta del longobardo mi era piaciuto al punto di desiderare di leggere gli altri due volumi della trilogia, questo - il primo - è affascinante e avvincente dalla prima all’ultima pagina.
Attraverso il diario di Stiliano abbiamo una visione completa e quanto mai esauriente del mondo longobardo, nell’epoca in cui, grazie a Rotari, fu all’apice del suo splendore.
Le vicende si snodano incessanti come in una saga, fra colpi di scena ben congegnati, trame e congiure di palazzo, guerre sanguinose, diatribe religiose e amori anche platonici.
Non voglio fare un sunto della trama, che peraltro risulterebbe assai difficile, anche per non togliere al lettore il piacere di una continua scoperta. Personalmente ho apprezzato la tecnica usata dall’autore, capace di fornire indicazioni indispensabili affinché sia poi lasciata alla fantasia di ognuno l’immagine del fatto e a proposito di immagini questo romanzo ha il sapore di un affresco che corre lungo tutte le pareti di una cappella per confluire là dov’è iniziato, il tabernacolo dove è conservato il Santissimo Sacramento.
I personaggi sono delineati in modo assai pregevole, nei loro pregi e nei loro difetti e sembrano prendere vita emergendo dalle pagine. Così, accanto a Stiliano, siriano d’origine divenuto longobardo per meriti, e a Rotari, virile e possente, splende la figura di Gaila, la sposa di Rotari, emblema della dolcezza femminile, una donna per due uomini, ma solo uno ne ha l’amore, cioè il re, mentre l’altro vivrà nel suo affetto.
Se ci sono scene anche truci, scontri brutali in battaglia, terre lorde di sangue, non mancano descrizioni di paesaggi incantevoli, afflati amorosi e anche intensi approfondimenti di carattere religioso; in ogni caso gli inserimenti sono appropriati e mai fuori posto, in un equilibrio che riesce a mantenere un ritmo alto, solo intervallato ogni tanto da riflessioni che non rallentano, ma danno respiro a un lettore che si sentirebbe portato a correre, divorando le 411 pagine. E’ un po’ quello che ho fatto io, ma poi inevitabilmente ho avvertito la necessità di una seconda rilettura e se dico che è risultata altrettanto appagante della prima è possibile comprendere il perché ho prima definito Il longobardo un romanzo affascinante e avvincente.
Appena possibile reperirò l’ultimo della trilogia, L’ultimo longobardo, ma già anticipo che di Marco Salvador è in uscita a febbraio, sempre per i tipi della Piemme, La palude degli eroi, romanzo che riguarda un’epoca successiva di circa 5 secoli con protagonista il famoso Ezzelino da Romano.