Il libro napoletano dei morti
Letteratura italiana
Editore
Francesco Palmieri è nato a Napoli nel 1962. Giornalista professionista dal 1988, cronista di nera al "Giornale di Napoli" poi a "Paese Sera", dal 1992 è all'AGI (Agenzia Giornalistica Italia), dove è caposervizio della redazione Economia e coordinatore del portale Cina. Ha pubblicato i saggi Sole, Luna e Talia. Magia e misteri a Napoli (Società editrice napoletana 1984) e Vite pericolose. Uomini e fantasmi delle arti marziali (Settimo Sigillo 2009). Maestro di Kung Fu e cultore di musica e pittura napoletana, vive a Roma dal 1987.
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Uh mannaggia lu Sissanta! Fracischiello,Francisch
Chi se non Ferdinando Russo, poeta e "guappo" avrebbe potuto raccontare la fine dei Borboni e il Risorgimento visto dalla parte dei Napoletani?
In questo saggio, racconto, romanzo non so come catalogarlo questo testo, Francesco Palmieri, giornalista e Maestro di Kung Fu, finge di essere il grande poeta napoletano e così racconta con l'ausilio delle rime del vate partenopeo la nascita dei guappi, le zumpate, gli affronti, i duelli con coltelli e bastoni. Racconta di un Re ,scippato dai Piemontesi di un regno e della dignità.
Racconta di eroi, fossero appartenuti ad altra epoca li avrebbero chiamati "partigiani", ma allora e dopo, gli storici sabaudi,piemontesi, Padani?, li chiamarono briganti: Edwin Kalckreuth, magnifico soldato austriaco che venne a morire per la libertà di noi Meridionali,Chiavone, il generale supremo imprendibile sostenitore di Re Francesco e come non ricordare l'irlandese Josef 'O Keeff che sembra uscito dalla penna di Emilio Salgari, e ancora Ludwig Richard Zimmermann, non vi sorprendano i nomi stranieri di questi e di altri "capitani di ventura" che leggerete nel libro, al Regno delle due Sicilie, il Mondo voleva bene, molto più di quello che dicono di volere, allora e oggi, i suoi stessi abitanti.In questa biografia di Ferdinando Russo,altra definizione per questo testo, c'è tutto, odio e amore, sangue e passione, soprattutto poesia.
Una volta Confucio disse : "Il letterato che ama starsene a casa non può esser considerato un vero letterato", per questo la Poesia e la Storia di Ferdinando sono stupende, sono parto di un letterato che non ha avuto mai una casa, se non il cielo e il mare di Napoli.