Il cuore del briganti
Letteratura italiana
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Un calderone fin troppo ricco
Un'isola del mediterraneo che potrebbe essere la Sardegna, un periodo storico turbolento in cui idee nuove mettono a soqquadro mezza Europa, un protagonista un po' Zorro, un po' Robin Hood. Flavio Soriga non risparmia nulla al lettore: avventura e filosofia, arte e citazioni letterarie, amore passionale e violenza, politica e religione, lussuria e storia. Un calderone fin troppo ricco di ingredienti in cui un'ottima idea di fondo cozza spesso con una latente voglia di strafare, il tutto legato da una prosa originale e da un buon ritmo. Siamo nel piccolo regno di Hermosa, isola retta da un Re di facciata, in cui il reale potere è in mano ai baroni grazie ad un sistema feudale che sottomette le masse. Il vento della Rivoluzione Francese porta anche qui odore di sconvolgimento, di idee illuministe, di un possibile stravolgimento dell'ordine costituito. In questo contesto conosciamo il nobile Aurelio Cabré di Rosacroce, oggi brigante Spartaco, affiancato dai suoi fedeli compari Giosuè, Nicola, Giovanni e Ignazio Maria, personaggi poco raccomandabili con il fucile a tracolla e un pugnale alla cintura. Tra un sorso di aguardiente e un'imboscata, tra un ricordo del passato e uno sguardo ad un futuro pieno di speranza, il protagonista racconta la sua storia e spiega come un marchese possa rinunciare a privilegi, ricchezze e potere per seguire sogni di libertà, di giustizia sociale, di rivoluzione. Quando le navi francesi giungeranno sulle coste della sua patria, per Aurelio arriverà il momento di scegliere che strada seguire: unirsi agli invasori nella speranza che il nuovo vento spazzi via le ingiustizie ataviche che opprimono Hermosa oppure difendere i confini, la tradizione, la cultura della terra che ha dato i natali a lui e ai suoi antenati confidando nell'idea che il popolo, spinto a lottare contro il nemico venuto dal mare trovi la forza di farlo anche contro i baroni. Sarà più forte la voglia di cambiamento o lo spirito di appartenenza? Prevarranno le idee illuministe o l'amor patrio? Quale sentimento riuscirà a guidare il turbolento, lunatico, passionale cuore dei briganti? "Tutto quello che pensavo è cambiato, così mi sembra, dai miei anni di ragazzo: sognavo di fare il soldato e non voglio prendere ordini da nessuno, sognavo di sposarmi con una principessa e amo una cortigiana straniera, sognavo di guadagnarmi un feudo in battaglia o una Croce di San Luigino e depredo i beni altrui con una brigata di pendagli da forca. Tutto è cambiato, e questo soprattutto: pensavo che per ogni accadimento ci fosse alla base un merito, o una colpa, che dovesse esserci un responsabile, per tutto quello che ci succede, e che fosse sempre possibile trovarlo, a patto di volerlo davvero. E invece ora ho capito che no, che tante delle vicende a cui assistiamo e dei mali che ci tocca vivere non hanno né una spiegazione né un artefice, accadono e basta, è il muoversi disordinato e inarrestabile delle particelle, dei nostri corpi, degli oggetti e degli animali, è il frutto del dispiegarsi delle nostre energie e delle azioni a cui ci hanno condotto i nostri pensieri'.
Indicazioni utili
Hermosa,l'isola di un sognatore
Aurelio, dopo molti anni torna nella sua isola,Hermosa (la Sardegna?), è tempo di rivoluzioni, a Parigi ai nobili tagliano la testa con la ghigliottina e chissa che non si riesca a farlo con i corrotti Baroni della sua terra.
Aurelio torna dopo un lungo soggiorno nel continente dove ha servito un influente prelato di Venezia,il Vescovo Del Piano, ma essendo un uomo dall'indole irrequieta e indomita, ancora una volta, così come aveva fatto tempo addietro con il padre il Marchese Cabrè di Rosacroce e la madre Donna Inès, abbandona una vita serena che gli avrebbe regalato ricchezza e potere per un sogno di libertà e giustizia per tutti.
Aurelio infatti, tornato ad Hermosa, sceglie di condurre una vita da brigante, "Zorro" ante litteram, ruba ai ricchi per dare ai poveri.La fortuna al nostro "brigante buono" sembra sorridere con costanza fino a quando il vecchio padre gli chiede aiuto, suo fratello, Vincenzo Antonio ha deciso di battersi in duello con il figlio del Barone Cienfuegos per vendicarsi dello stupro consumato ai danni della sua donna.
Il vecchio sa che Vincenzo non è fatto per i coltelli,solo "Spartaco",questo è il nome da brigante di Aurelio, può impedire questa tragedia ma c'è un'altra donna che ha irretito il cuore di Spartaco, Ana Sofia, la Sivigliana, splendida spagnola conosciuta a Venezia.Sangue,coltelli,intrighi,tradimenti, amore e odio, nel romanzo di Soriga non mancano i principali ingredienti del romanzo storico d'avventura impreziosito da un linguaggio fluido e originale.
di Luigi De Rosa