Il confine Il confine

Il confine

Letteratura italiana

Editore

Casa editrice

Sebastiano Vassalli ripercorre gli snodi principali di un secolo ricco di contrasti, di “fandonie storiche”, di follie politiche: dal 1919, quando il trattato di St. Germain avanzò sul crinale alpino il confine con l’Austria, stabilendo che i sudtirolesi diventavano loro malgrado italiani, fino ai giorni nostri. In mezzo ci sono il fascismo, il nazismo, le bombe, i referendum e una stagione di tenebre in cui hanno perso la vita troppi uomini. Il protagonista di questa lunga storia è ormai vecchissimo, nato nel 1928, eppure continua ancora a muoversi indisturbato nel paesaggio scintillante di valli e città, a fare sentire la propria voce e a seminare zizzania. Attraverso una proposta concreta, questo libro invita a chiudere i conti con la storia e a separare una volta per tutte il passato dal presente, per guardare avanti.



Recensione della Redazione QLibri

 
Il confine 2015-06-07 06:50:45 silvia71
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
silvia71 Opinione inserita da silvia71    07 Giugno, 2015
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

La terra dell'odio

Sebastiano Vassalli pubblica in questi giorni un piccolo saggio per ricordare i cento anni di storia dell'Alto Adige annesso all'Italia.
La data esatta del centenario cadrà nel 2019, ma l'autore si prepara con questo scritto che non ha la pretesa dell'esaustività, ma fissa i tratti salienti di un pezzo di storia politica e sociale complessa e dolorosa.

Per chi conosce Vassalli attraverso la lettura dei suoi precedenti romanzi, troverà tra questa manciata di pagine un volto prettamente giornalistico, lontano dalla colorata ed intensa vena narrativa che lo contraddistingue.
Spogliato della veste di narratore, l'autore fissa in tappe e volti precisi, il percorso storico dell'annessione e del post annessione di un popolo, le linee politiche succedutesi nei decenni, analizzando per sommi capi l'evoluzione della “questione Sud Tirolese” dal periodo fascista ai giorni nostri.

Scorrono in maniera veloce, senza scivolare in una eccessiva pedanteria politica, personaggi come Ettore Tolomei, voce del pensiero fascista e braccio esecutore in loco durante il Ventennio, Silvius Magnago e l'indipendentista Andreas Hofer.

La lettura de “Il confine” ha il pregio di ricordare uno spaccato importante della storia del nostro paese, divenendo ottimo strumento per i giovani di oggi che poco possono attingere dai testi scolastici sull'argomento. Naturalmente Vassalli offre degli spunti che devono essere trampolino per approfondimenti.

Come classificare il testo; una ricostruzione schematica degli eventi che hanno toccato l'Alto Adige, di facile lettura per un vasto pubblico, tuttavia per chi segue Vassalli da sempre, una volta giunti all'ultima pagina si viene colti da un senso di vuoto.
Manca il cuore, il pathos, manca quella vena calda che passa attraverso gli occhi della gente comune.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Melandri: Eva dorme
Trovi utile questa opinione? 
200
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Recensione Utenti

Opinioni inserite: 2

Voto medio 
 
3.6
Stile 
 
3.5  (2)
Contenuto 
 
4.0  (2)
Piacevolezza 
 
3.5  (2)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
Il confine 2015-11-26 04:30:59 Bruno Elpis
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    26 Novembre, 2015
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Cos’è il confine?

Cosa sia “Il confine” tenta di stabilirlo Sebastiano Vassalli in un'opera pubblicata prima della sua recente scomparsa.
Forse il confine è stabilito dalla geografia dei luoghi?
O piuttosto la discriminante è l’identità nazionale ed etnica?

L’indagine viene condotta nel microcosmo del Sudtirolo, una zona tanto incantevole, “nel paesaggio scintillante delle Dolomiti”, quanto dilaniata dai conflitti acuiti dalla politica dell’epoca fascista, fomentati dalla follia nazista, riediti dagli attentati degli anni sessanta (“L’odio era diventato adulto… ebbe il suo culmine nella «notte dei fuochi», tra l’11 e il 12 giugno 1961: quando diecine e diecine di cariche di plastico da due chili l’una danneggiarono, oltre ai tralicci della corrente elettrica anche ponti, binari e condotte forzate…”), forse mimetizzati dall’esperienza dell’autonomia provinciale (“Nascono… le gabbie etniche e viene alla luce l’altra faccia del problema: quella della minoranza italiana”).

Pagine lucide, con un grande, tragico protagonista: l’odio, “Quel personaggio invisibile ma reale… uno dei protagonisti di questa storia. L’odio è il più forte dei sentimenti umani e chi ha scelto nella vita di fare il mestiere di Omero: quello di raccontare le storie degli uomini, deve saperlo riconoscere, altrimenti che scrittore è?”
Per concludere che forse il confine è un sottoprodotto della follia umana: “Quest’altra Europa… ama i confini, tanto da crearli anche dove non ci sono… con gli ebrei o con gli immigrati o con i «diversi» di qualsiasi genere”.

Giudizio finale: erasmico, illuministico, fa rimpiangere un ottimo scrittore.

Bruno Elpis

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
210
Segnala questa recensione ad un moderatore
Il confine 2015-10-12 06:38:50 Renzo Montagnoli
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    12 Ottobre, 2015
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

I semi dell’odio

Finita la prima guerra mondiale, il 10 settembre 1919 a Saint Germain.en-Laye fu firmato il trattato di pace con cui furono stabilite le ripartizioni territoriali dell’impero Austro-Ungarico e le modalità e le condizioni per la nascita della repubblica austriaca. Come al solito non si guardò alle legittime esigenze delle popolazioni interessate, ma ci si basò esclusivamente su criteri di espansione territoriale-economica e su caratteristiche volte meglio a difendere i confini nazionale degli stati vincitori. Fu così che l’Italia pretese, ed ottenne, che il suo territorio si espandesse fino al naturale spartiacque con l’Austria. In tal modo, il Tirolo, che prima era un’unica regione che a sud finiva a Riva del Garda, fu diviso in due, ricomprendendovi la parte ove si parlava prevalentemente italiano e quella in cui la lingua principale era il tedesco. Si trattava di zone soprattutto montuose, a economia agricola quasi di sussistenza e quindi intrinsecamente povere. Al momento e fino al 1922 non cambiò sostanzialmente nulla, a parte il fatto che quelle popolazioni, da diversi secoli parte integrante dell’impero austriaco, ora facevano parte del Regno d’Italia. Fu con l’avvento del fascismo che iniziò il periodo più buio per il popolo tirolese, che vide non solo negata la sua identità nazionale, ma che fu sottoposto a una italianizzazione violenta e forzata. E il regime trovò una valida sponda in un irredentista trentino, Ettore Tolomei che, sulla base del fatto che Druso, il figliastro di Augusto, aveva conquistato quelle terre facendone una provincia romana, asserì che le stesse dovevano quindi essere considerate territorio italiano. Era un suo pallino, tanto che nei primi anni del XX secolo si era dilettato a italianizzare i nomi tedeschi delle località del Sud Tirolo, ribattezzato Alto Adige. Ne uscì una toponomastica che sovente nulla aveva a che fare con il nome originario, ma al fascismo non interessava, perché quel che contava per lui è che lì, con le buone, ma soprattutto con le cattive, la popolazione di lingua tedesca fosse italianizzata. L’italiano diventò così l’unica lingua che si insegnava a scuola, i funzionari pubblici vennero sostituiti da italiani provenienti soprattutto dal Meridione e che spesso si comportavano da padroni. È in quel periodo che nasce l’odio di un popolo a cui viene negata l’esistenza; tuttavia, in base agli accordi fra Mussolini e Hitler, dopo che questi aveva annesso alla Germania l’Austria, fu “graziosamente” concesso agli altoatesini di lingua tedesca di optare per la Germania e così larga parte della popolazione, almeno per riacquisire la sua lingua e in un certo qual senso tradendo i principi dell’eroe nazionale Andreas Hofer, che più di un secolo prima era insorto contro la prepotenza del dominio bavarese, decise di accettare l’offerta del Fuhrer. Questo però comportava il trasferimento in Germania, solo in parte attuato, e il servizio militare nell’esercito germanico, che era l’unico effettivo scopo a cui mirava Hitler, bisognoso di un numero crescente di soldati per la sua politica espansionistica. È forse superfluo che dica che chi rimase in Italia peggiorò la sua situazione, che divenne oltremodo critica dopo l’8 settembre del 1943, allorchè tutta la regione Trentino-Alto Adige fu annessa al Reich. Finita la seconda guerra mondiale, gli altoatesini, ma anche i trentini, portarono avanti le loro richieste di autonomia;le cose, però, andarono per le lunghe, tanto che più di uno scalmanato di lingua tedesca riattizzò l’odio e iniziò il periodo degli attentati, dei morti fra le forze dell’ordine e dei reparti del nostro esercito, finchè si arrivò a concedere una sorta di indipendenza, o ampia autonomia, che, applicata, ha portato a soffocare i risentimenti e alla odierna situazione di convivenza pacifica. Il confine, questo strano libro che non si può definire un saggio storico vero e proprio, ma che posso considerare al massimo una riflessione personale, o anche un lungo editoriale d’opinione, parla di tutto ciò e Sebastiano Vassalli l’ha scritto quest’anno, per celebrare in anticipo la ricorrenza del centenario del famoso trattato del 10 settembre 1919; l’ha scritto in anticipo perché probabilmente sapeva che il suo tempo stava per finire, tanto che la morte l’ha colto il 26 luglio. Abituato ai suoi bellissimi romanzi, in cui il cuore si avverte pulsante, accompagnato da un pregevole stile, sono rimasto un po’ stupito per la scrittura giornalistica e per una certa freddezza di esposizione, che scompare solo nelle parti in cui traspare netta la sua accalorata passione per un mondo di pace, un mondo in cui tutti i popoli e tutte le etnie vivano in armonia. Certo, sa un po’ di retorica, ma non è una retorica vuota, è più di forma che di sostanza, e appare come il grande messaggio di un uomo che, consapevole della sua fine imminente, indica una strada di principi che, se rispettati e sinceramente accolti, possono portare gli esseri umani a una condizione di pacifica e serena convivenza.
Da leggere.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Andreas Hofer a Mantova in catene..., di Roberto Sarzi, edito da Sometti
Trovi utile questa opinione? 
150
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.4 (2)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.1 (3)
La prova della mia innocenza
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Il sistema Vivacchia
Le furie di Venezia
Eredi Piedivico e famiglia
I giorni di Vetro
Io sono Marie Curie
Morte nel chiostro
La Santuzza è una rosa
Sono tornato per te
La portalettere
La fotografa degli spiriti
Il boia e la contessa
Rubare la notte
Non si uccide di martedì
Oro puro
Ferrovie del Messico
Resta con me, sorella