Idi di marzo
Letteratura italiana
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Opinioni inserite: 10
Uroboro
Ci sono rimasto molto male con questo libro mi ha veramente deluso. Questo è il mio secondo romanzo di Manfredi e dopo lo stupendo "Lo scudo di Talos" le aspettative erano alte.
Più grande è l’aspettativa, più grande è la delusione si dice. Secondo me ha sbagliato proprio la trama di questo libro, invece che l'ultima settimana di Cesare poteva raccontare altri momenti più interessanti e eccitanti della sua vita; prendendo solo questo lasso di tempo, il romanzo cade in descrizioni ripetitive e noiose. Lo sbaglio più grande è stato questo, la storia di Cesare la conosciamo tutti e sappiamo come va a finire. Allora che senso ha inserire tutti questi complotti che si mordono la coda come un uroboro per tutto il romanzo non portando a niente? Riscalda solo la minestra ancora, ancora e ancora e fa stagnare il romanzo perdendo di fluidità.
Lo stile di Manfredi è da archeologo/ storico: distaccato e analitico. Questo romanzo aveva bisogno di altro. Soprattutto descrivendo questo determinato momento storico non si può usare uno stile di scrittura così freddo, proprio non si può. E’ la morte di Cesare per Diana deve avere Pathos deve trasmettere emozioni e struggerti nell’ atto del compimento dell’ azione maxima, non lasciarti indifferente, non leggerlo come se fosse un fatto su un libro di storia che ti lascia apatico, ma leggerlo con trasporto e ardore come la tragedia di Shakespeare. Non si può basare un romanzo in un periodo preciso come l 'ultima settimana di vita di cesare e descriverlo così come è stato fatto, no non esiste. E’ stato un errore grossolano. Nello “scudo di Talos la situazione è stata salvata dalla trama di supporto, che era piacevole e più ampia, ma qui la situazione non è stata supportata a dovere da uno stile adeguato al romanzo ed è crollato tutto come un castello di carte. Comprendo anche che quando uno ha un’ impronta di scrittura è difficile variare e diversificare il proprio stile.
Manfredi e' riuscito nell’ arduo compito di rappresentare noioso Cesare e non è da tutti. Il romanzo ha poche pagine (circa 250) ma ogni pagina è un macigno grosso come una casa e poco scorrevole . Delusione totale non lo consiglio a nessuno
Fortunatamente tanti libri non li compro e non ci ho perso soldi su questo. Difficilmente vado alla cieca quando compro, tranne in rare occasioni. Io vi consiglio di non spendere i vostri soldi con questo libro. Compratene altri di Manfredi.
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Giulio Cesare il grande
Cesare, nome proprio di persona.
Caio Giulio Cesare, la storia di Roma.
Questo libro sancisce la mia ufficiale prima volta con un romanzo storico, e sinceramente mi aspettavo di più (come ogni prima volta) :-D .
Il libro si presenta sin dalle prime pagine non molto scorrevole, ma molto ben curato nella descrizione dei dettagli dell'epoca; Manfredi arricchisce la narrazione con elementi frutto della fantasia per coinvolgere maggiormente il lettore, e devo dire, ci riesce.
Il racconto ci catapulta nella Roma imperiale di Giulio Cesare, l'uomo più potente del pianeta, colui che ha ai suoi piedi un esercito incredibilmente organizzato ed addestrato, guidato da valorosissimi generali e centurioni di prima linea come l'importante figura del centurione Publio Sestio detto 'il bastone' per via della sua forza e resistenza che vanno oltre i limiti dell'umano potere, e per il suo bastone di legno di vite che porta sempre con se. Il libro ci descrive alla perfezione gli ultimi giorni di vita di Giulio Cesare, l'uomo che ha conquistato quasi tutto il mondo allora conosciuto, e che, forse invecchiando ha saputo trovare la compassione per i propri nemici, quelli caduti eroicamente sui campi di battaglia, e per quelli ai quali ha risparmiato la vita.
L'autore ci trasporta all'interno del complotto politico sorto per sovvertire il potere dell'imperatore, descrivendoci con cura ogni dettaglio complottistico.
Ecco forse è stato questo il punto che ha fatto calare il mio voto al libro, troppi complotti, ci si girava troppo intorno, avrei preferito un po' più d'azione insomma.
Ad ogni modo è ben scritto, ed è sempre curioso scoprire quanto si può imparare dai libri, soprattutto di questa specie. Non mancherò di leggere qualcos'altro di questo autore storicamente preparatissimo. Consigliato.
Buona lettura.
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“Ho risparmiato la loro vita perché potessero ucci
“Ho risparmiato la loro vita perché potessero uccidermi”
È questa la frase di un famoso poeta che, però, potrebbe essere tranquillamente frutto dell’immaginazione di Cesare, il grande Giulio Cesare!
Il potentissimo imperatore romano ha ormai il pieno potere nelle sue mani, quelle stesse mani che hanno diretto poderosamente l’esercito verso innumerevoli gloriose vittorie e che, però, da qualche tempo sono scosse da un tremore tremendo. Malattia? Sì, il “morbo sacro” lo affligge in continuazione e senza preavviso , ma … no ,c’è qualcos’altro a infastidirlo e a preoccuparlo ben più seriamente! Sono mesi ormai che si ritrova a combattere contro un nemico irraggiungibile; una fiera invisibile che lo colpisce in continuazione; un mostro ctonio rintanato proprio lì, a Roma, la sua casa e magari proprio tra gli uomini a lui più fedeli! Giulio Cesare non aveva mai avuto paura della guerra ma stavolta sì: stavolta contro di lui non ci sono uomini armati, a sfidarlo c’è il tradimento!
V.M.M offre a noi lettori un romanzo magistrale attraverso il quale potersi calare nella Roma Antica, descritta con una nitidezza tale da illuderci di averla già vista da qualche parte, magari in un’altra vita in modo che ora sia solo un recondito pensiero. L’autore si muove con un’agilità e abilità formidabili non solo in una realtà così lontana e intangibile ma anche in un periodo tanto confuso e discusso quale l’uccisione di Cesare.
All’interno dell’opera si alternano alle profonde elucubrazioni di Giulio Cesare le eroiche azioni dei suoi amici e nemici: tutta Roma si muove febbrilmente in quelle infauste Idi di Marzo dell’anno 44, i dettagli della congiura vengono fissati, gli dei mandano i loro segnali premonitori, i difensori dell’imperatore si fiondano in una corsa contro il tempo inseguiti dai “difensori della repubblica”. L’AQUILA E’ IN PERICOLO e tutti lo riescono a percepire!
Dopo aver criticato più volte l’amatissimo Manfredi posso finalmente urlare al mondo di intero che anche io stavolta ho potuto stringergli la mano, e con che forza!! Un libro quasi impeccabile capace di coinvolgere il lettore sin dalla prima pagina: gli intercalari storici ci sono ma non sono mai noiosi o eccessivamente prolungati, fondendosi armoniosamente con la narrazione fluida, scorrevole e pure commuovente nel finale!
Al termine della lettura si ha la sensazione di aver conosciuto di persona il grande Cesare, di aver condiviso con lui tutta la paura: IDI DI MARZO è uno di quei pochi romanzi storici ad avermi trasmesso qualcosa in più della pura realtà dei fatti!
Buona lettura!
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Gli ultimi giorni di Giulio Cesare
Prima di iniziare a recensire questo libro devo farvi una confessione. Ho un debole per Valerio Massimo Manfredi. Ho letto moltissimi suoi libri e l'ho sempre ritenuto il migliore in questo genere di romanzi ad ambientazione storica. E' impossibile non rimanere avvinghiati dalle sue trame e dai suoi personaggi così ben delineati e raccontati. Così come è impossibile non rimanere affascinati da quelle ambientazioni e da quelle atmosfere che riescono a catapultare il lettore in un'epoca storica lontana: dopo poche pagine che si legge Manfredi, il lettore si immagina di cavalcare vicino ad Alessandro Magno (Aléxandros), o di ritrovarsi nella crudele Sparta (Lo scudo di Talos) oppure di assistere impotente al disfacimento dell'impero più importante della storia (L'ultima legione). Stesso discorso per le Idi di Marzo, dove ci ritroviamo spettatori degli ultimi giorni di vita di Giulio Cesare. Più ci avviciniamo al fatidico 15 marzo, più la trama si fa vorticosa e interessante: da una parte abbiamo i fedelissimi amici del "dittatore perpetuo" che cercano di sventare la congiura, dall'altra invece abbiamo una sorta di consapevolezza mista a rassegnazione da parte di Cesare. Lui sa che la sua ora si sta avvicinando, eppure sembra quasi che non voglia fare niente per evitare la sorte; perchè lui sa che questo è il suo destino e vuole andargli incontro.
L'episodio dell'uccisione di Giulio Cesare è sicuramente uno dei più noti della Storia, ed è stato raccontato da centinaia di autori nel corso dei secoli. Eppure è una storia che non annoia mai, che non ci si stufa mai di leggere. Ha sempre esercitato un grande fascino su di me. Così come mi ha sempre spinto a chiedermi perchè Cesare si è comportato in quel modo nei momenti precedenti all'uccisione.
Ma soprattutto perchè, sapendo che sarebbe stato ucciso prima o poi, non ha fatto nulla per impedirlo, pur avendone il potere? Perchè si è rassegnato a non combattere il suo destino?
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idi di marzo
Manfredi mi affascina sempre di più, sono al secondo romanzo che leggo e devo dire che mi ha veramente stregata.
In questo libro Manfredi descrive l'ultima settimana di vita di Giulio Cesare.
Da una parte il vano tentativo dei suoi fedelissimi di avere informazioni dettagliate sulla congiura per poter salvare la vita all'Aquila, dall'altra le motivazioni vere e quelle " di facciata" degli attentatori e dei loro sostenitori.
Riesce a catturarti, questo romanzo, nonostante la storia di Cesare e delle Idi di marzo sia arcinota grazie anche all'idea geniale di ambientare il viaggio di Publio Sestio verso Roma lungo le tappe della tabula peutingheriana.
Un gran bel romanzo utilissimo per chi vuole farsi un ripassino di storia.
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Mi aspettavo di più
Mi avevano parlato molto bene di questo autore, che tra l'altro è archeologo ed io essendo storico lo sento come un "fratello". D'altronde al giorno d'oggi pare che per gli storici scrivere romanzi sia l'unico modo di far conoscere il passato a tanta gente che altrimenti non aprirebbe mai un vero libro di storia...
Detto questo il romanzo in se è deludente.Scritto bene per carità, ma senza nulla di interessante. I contenuti sono scarsi, si pensi alle continue descrizioni delle stazioni lungo il tragitto che son tutte uguali o quasi, descrizioni che stan li ad allungare il brodo e basta. L'intreccio narrativo è scarso, si vede che l'autore non riesce a mettere nulla di interessante nella storia reale per renderla un vero romanzo. Il risultato è quasi un nulla, un libro che non è un gran romanzo e che non è un libro di storia: scialbo e senza mordente. Un peccato.
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Idi di marzo
Di Manfredi ho già letto alcuni libri ed anche questo mantiene le caratteristiche che tanto me lo fanno apprezzare. Riesco a leggere fatti di storia reale, anche se in parte romanzati, senza annoiarmi.
La narrazione è sempre scorrevole e l'argomento trattato è sempre interessante e reso intrigante. Belle le descrizioni/ricostruzioni di alcuni fatti del periodo.
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Interessante
Un romanzo buono ma certamente non eccezionale la narrazione è eccessivamente spezzettata in vari episodi riguardanti diversi personaggi,ma l'autore riesce a congiungere tutto questo in un unico finale che ha luogo nella curia di Pompeo.Manfredi riesce a tenere alta l'attenzione e la concentrazione,regalandoci un pregevole ritratto di uno dei più grandi uomini che la storia abbia mai conosciuto. In conclusione un libro riuscito,sebbene non sia certo un capolavoro e non sia nemmeno lontanamente comparabile alla trilogia di Alexandros , che rimane a mio parere il miglior libro di Manfredi.
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Idi di Marzo
Ne consiglio la lettura agli amanti del genere storico, nonostante non si tratti di un libro che mi abbia particolarmente impressionato. L'autore tratta con una vena fin troppo romanzesca una vicenda che avrebbe potuto esser raccontata in modo più energico sotto tutti i punti di vista, ma soprattutto da quello storico. Buoni i dialoghi ad eccezione di quelli riguardanti Giulio Cesare, a mio parere troppo superficiali. Bella la trama, nonostante il finale fosse già stato scritto dalla Storia.
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Mah....
Ho letto diversi libri di Manfredi e, onestamente, se in alcuni ho apprezzatto la profondità delle ricostruzioni storiche (ad es. ne Il tiranno), in altri ho riscontrato solo aspetti prevalentemente romanzeschi e fantasiosi (ad es ne L’armata perduta, L’impero dei draghi, Il faraone di sabbia).
Le Idi di Marzo mi è sembrato un’opera prevalentemente commerciale e, anche quì, l’aspetto storico dell’evento è stato trattato con minore attenzione rispetto alla componente romanzesca/fantastica incentrata su personaggi non realmente esistiti.
Mi ha anche sconcertato che uno dei personaggi incontrati, Artemidoro filosofo greco al servizio di Bruto, fosse affetto da una malattia della pelle caratterizzata da chiazze rosse estremamente pruriginose che lo scrittore ha definito vitiligine (mancanza di melanina e conseguente formazione di macchie bianche sulla pelle) invece di psoriasi. Mi sembra un po’ assurdo non documentarsi in modo corretto.
Aldilà di questo, la storia mi è parsa in generale poco avvincente, a tratti confusa e piuttosto ridotta.
Ma questi sono solo i miei pareri…