I Traditori
Letteratura italiana
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Siamo tutti traditori?
Giancarlo De Cataldo, con il suo romanzo “I traditori”, ripercorre la storia del Risorgimento Italiano; troviamo personaggi affascinanti, moralisti, poveri, generosi, indulgenti, faccendieri, conservatori, progressisti e non per ultimo criminalità organizzata. E’ la rivolta di una generazione oppressa e soffocata, che combatte l’oscurantismo di una classe vecchia e conservatrice. Una storia di trame, connivenze dei poteri forti con la criminalità organizzata: mafia ndrangheta e camorra che sanno anticipare chi saranno i vincitori volta per volta. Troviamo eroi che si rivelano traditori e i traditori eroici. Il filo rosso del romanzo, che attraversa tutto il periodo risorgimentale, è lo squilibrio tra nord e sud che ancora oggi è rimasto irrisolto. Un romanzo affascinante, ardente, toccante e disperato, che mostra la mancanza di consapevolezza dell’italiano di sentirsi un popolo. Ho capito di più la storia del nostro Risorgimento in questo romanzo che nei testi di scuola.
Ettore Spataro
Siracusa 20-8-2012
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... e infine fu unita!
Sono passati 150 anni. Li abbiamo festeggiati, seppure con qualche polemica.
L'Italia, che in realtà è più un concetto geografico che culturale, è infondo terribilmente giovane: non sono trascorse che poche generazioni. A ben pensare, il nonno di mio nonno avrà a suo tempo dovuto prendere la decisione di schierarsi dalla parte del governo costituito o da quella dei cospiratori che volevano sovvertire l'ordine e, per un ideale romantico (o per una spinta utilitaristica?), conquistare ogni lembo di terra necessario a comporre il puzzle a forma di stivale.
Per lui Mazzini e Garibaldi, Cavour e Ricasoli, Pio IX e Vittorio Emanuele II erano come per noi la Merkel e Monti: contemporanei di cui giudicare le azioni e non figure storiche coperte da un alone di gloria o discredito.
Ecco, questo libro contiene una realtà vista con gli occhi del nonno del nonno di ciascuno di noi.
Sono presentate le motivazioni di coloro che si mossero pro e contro, il loro terreno di appartenenza, i loro valori, i loro obiettivi. E poi ci sono coloro che tradirono patria e ideali e che cambiarono bandiera più volte, costretti dagli eventi o da motivi utilitaristici.
C'è un Mazzini assai diverso da come lo abbiamo studiato a scuola, un personaggio un po' ambiguo: da una parte tollerante e capace di lasciar lavorare il tempo, dall'altra in grado di ordinare stragi ed insurrezioni incurante del numero di vite innocenti che sarebbero state annientate. Sicuramente un'intelligenza politica, forse non altrettanto brillante sul lato dell'economia.
C'è un Garibaldi con qualche dubbio e qualche stanchezza, anche se sempre grande stratega e combattente (Peppino non si discute!).
E poi ci sono figure di fantasia che alleggeriscono il racconto, ne rammendano i lembi storici e ci aiutano a tirare un respiro fra tante immagini crude e tragiche, come cruda e tragica è la guerra.
Un libro bellissimo. Non è un libro da spiaggia, soprattutto a causa delle sue quasi 600 pagine, ma la prosa elegante e scorrevole, la piacevolezza della costruzione, l'interesse del contenuto impediscono che lo si abbandoni e quasi con dispiacere si arriva alle ultime pagine, dando l'addio ai personaggi reali (che hanno costruito l'Italia) e a quelli di fantasia che sembran veri.
Al termine della lettura mi sono ritrovata con la curiosità di indagare oltre su un periodo che è stato assai più complesso di quel che ci raccontano sui banchi di scuola ed ho iniziato un altro libro sull'argomento, seppure sviluppato in modo totalmente diverso: non un romanzo, ma un'indagine giornalistica a ritroso nel tempo per comprendere i motivi che spinsero all'unificazione e le conseguenze economiche e sociali che ne sono scaturite. Il titolo del libro è “Terroni”... ma questa è un'altra storia!
[…] Lorenzo allarga le braccia e si sforza di dominare la rabbia. Sono sbarcati da due giorni, e dovunque la stessa canzone. Dovunque al loro passaggio piazze deserte, case abbandonate, masserie svuotate d'ogni vettovaglia. E quel grido ossessivo: i briganti. I briganti. Dove sono i millecinquecento insorti di cui avevano letto sul “Mediterraneo” di Malta? Dove i Figli della Giovane Italia che avrebbero dovuto attenderli sul costone di Santa Roccella? [...]
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Le mille fatiche per l'Unità
Lorenzo di Vallelaura è un baronetto veneziano che rinuncia al suo titolo per unirsi alle forze dei rivoluzionari che vogliono unire l'Italia ma, una volta catturato dagli austriaci, gli viene data salva la vita solo in cambio di una missione: diventare la spia asburgica del noto Maestro Mazzini.
Violet Cosgrave è una ricca ereditiera, figlia di un nobile inglese e di una principessa indiana. Ma in lei arde il fuoco della giustizia contro i sopprusi, la voglia di lottare per rendere dignitose le condizioni di vita della nuova classe operaia.
La Striga è una ragazza muta, rossa di capelli e con un'intelligenza straordinaria con i numeri. Viene etichettata dai suoi paesani calabresi come strega e come tale deve subire numerosi oltraggi e persecuzioni.
Paolo Vittorelli della Molgère è il capo dei servizi segreti piemontesi, spietato con chi non approva i suoi ideali, ammira Cavour ma si ritrova ingannato da esso, che lo avvicina sempre di più al pericoloso Mazzini.
Salvo Matranga è un picciotto sicilano, agli ordini di don Calò. Salvo è intelligente e la sua ambizione lo porta a scontrarsi con la cupola. Da questo scontro ne esce malmesso ma, con grande voglia di rivincita. E' l'inizio della Mafia siciliana!
Questi sono solo alcuni dei personaggi che, secondo De Cataldo, hanno contribuito all'unità d'Italia. Personaggi immaginati dall'autore che si mescolano con personaggi storici realmente esistiti: da Mazzini a Garibaldi, da D'Azeglio a Crispi, i grandi nomi che hanno dato una bandiera al Bel Paese.
Un'idea geniale dell'autore questa di fondere personaggi reali con altri inventati ma,estremamente verosimili. A mio avviso però i protagonisti sono troppi ed alla fine creano un po' di confusione nel lettore. Probabilmente avevo altre aspettative, mi ero immaginato un libro con sfondo storico e ricco di intrighi mozzafiato ed in parte ne sono rimasto deluso.
Ho trovato stilisticamente bravo lo scrittore (di cui non avevo mai letto nulla) che riesce a rendere al meglio i vari personaggi passando da un dialetto all'altro, enfatizzando così le grosse differenze tra i vari territori divisi che i rivoluzionari vogliono unire sotto il nome d'Italia.
Un modo diverso di apprendere nuove nozioni dopo 150 anni di unità d'Italia, attraverso un romanzo che mette in risalto temi attualissimi.
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i traditori
Racconto epico dell'unità d'italia, con una trama buona e soprattutto facile da leggere.
è senz'altro interessante scoprire e conoscere questi personaggi (non storici) che i libri di storia non ci hanno mai nominato, ma che hanno contribuito a creare la storia dell'U
nità d'italia.
La storia si incentra su di un personaggio, giovane con slancio idealista e puro nelle intenzioni, si ritrova per avverse vicende, agli avvenimenti più importanti della storia d'italia e a contatto con i più grandi personaggi, suo malgardo in un ruolo totalmente diverso da quello che sognava e deisderava inzialmente. prenderà così inconsapevolemnte parte al gioco, anche fatto di compromessi, che ha portato all'Unità d'iTalia.
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L'epopea del Risorgimento Italiano
Un romanzo epico sulla nascita dell’ Italia , una cronaca viva del Risorgimento , un trama splendida dove si intrecciano i destini di personaggi storici come Mazzini e Cavour, con personaggi inventati, tutto questo e molto di piu’ e’ I traditori. De Cataldo riesce a rendere, finalmente dopo anni di retorica o di oblio, il Risorgimento Italiano una storia appassionante ed eroica ma anche piena di tutte quelle contraddizioni e di quei contrasti mai risolti che hanno caratterizzato l’Unita’ d’Italia, determinando la sua esistenza fino ad oggi. Incredibile come De Cataldo sia riuscito a cogliere gli aspetti politici e psicologici dei personaggi storici in particolare di Cavour , uomo di alto spessore e di notevole acume , in definitiva il vero artefice dell’Unita’ , e di Mazzini , rivoluzionario puro unico in tutta la vicenda capace di mantenersi saldo nelle sue idee e in definitiva l’unico vero eroe in mezzo a tanti traditori, spie , briganti.. Ho trovato molto interessante la ricostruzione fatta da De Cataldo in merito alla nascita , allo sviluppo e al diffondersi del fenomeno mafioso in Sicilia , in effetti solo risalendo all’origine di un fenomeno cosi’ complesso si puo’ comprendere come la mafia si possa essere radicata in ogni aspetto della vita civile e politica.
Ho letto alcune critiche a questo romanzo, basate principalmente sulla sua dispersione e sulla rappresentazione negativa del Risorgimento, in realta’ ho trovato molto coinvolgente lo sviluppo narrativo sui vari “fronti” dove si muovono i protagonisti – Sicilia , Inghilterra, Piemonte, Roma, Venezia, Milano - e assolutamente realistica la narrazione di tanti piccoli e grandi uomini che hanno fatto l’unita’ d’Italia , ognuno a suo modo,chi con eroismo chi per opportunismo chi mosso da ideali e chi da passioni personali , un mondo di eroi (traditori) ed anti-eroi (eroici) che e’ all’origine dei tanti vizi e delle poche virtu’ dell’Italia di oggi . Un libro sincero e mai retorico della nascita della nostra Nazione ricca come dice lo stesso autore di “di italiani meravigliosi, anticonformisti, con il coraggio di ricominciare dopo ogni tragedia, guardando al futuro”.