Narrativa italiana Romanzi storici I mercanti di stampe proibite
 

I mercanti di stampe proibite I mercanti di stampe proibite

I mercanti di stampe proibite

Letteratura italiana

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I protagonisti di questa storia affascinante, che si svolge negli anni sessanta e settanta del Settecento, sono i piccoli mercanti girovaghi che commerciavano le stampe popolari dei Remondini di Bassano del Grappa. Partivano soprattutto dal Tesino, una terra di montagna fra Trentino e Veneto, sovrastante la Valsugana, e attraversavano tutta l’Europa giungendo perfino in America Latina, con in spalla la cassela di legno contenente le loro mercanzie. Erano chiamati anche perteganti perché si appoggiavano nei loro lunghi viaggi a piedi a un pertego, ovvero a un bastone. I merciai ambulanti di questo straordinario romanzo sono Sebastiano Gecele, il figlio Antonio e il Grimo, ormai anziano: vendono in particolare i cosiddetti straloci, stampe che raffigurano la Vergine e i Santi in modo spesso imperfetto così da far risultare l’espressione degli occhi strabica; però, talvolta, accolgono nelle loro casse le stampe proibite.



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I mercanti di stampe proibite 2018-03-06 05:14:44 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    06 Marzo, 2018
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Un notevole imbarazzo

Mi ricresce dirlo, ma questo autore mi mette in un notevole imbarazzo, alternando opere di ragguardevole valore con altre invero modeste. Reduce dalla lettura di Prima dell’alba e di Sul Grappa dopo la vittoria, opere entrambe che a mio giudizio sono dei capolavori, mi sono trovato per le mani I mercanti di stampe proibite, titolo già di per sé infelice (data la vicenda e i protagonisti avrei visto meglio I perteganti), come certamente non felice, o meglio non piacevole, mi è risultata la sua lettura. Le differenze di stile fra i due libri aventi per oggetto la Grande Guerra o gli anni immediatamente successivi (snello, conciso, ma non asciutto, per i primi, pesante, barocchesco invece per questo) sono tali da far pensare che non siano stati stilati dalla stessa mano, oppure che ci troviamo di fronte a uno scrittore che, alle prese con un evento più recente (la Grande Guerra) imposta una struttura ben diversa da quella di fatti accaduti parecchio tempo fa (i protagonisti di I mercanti di stampe proibite operano negli anni sessanta e settanta del Settecento). Le differenze non sono di poco conto, perché non è certamente piacevole trovare un autore così spiazzante, in negativo. Ora, non intendo dire che questo libro oggetto di mia critica sia un’opera scadente, ma più semplicemente che è di molto inferiore ai due che ho sopra cennato, forse troppo ben riusciti al punto da rendere impossibile, o comunque non logico qualsiasi raffronto. Ho peraltro da osservare che anche La reliquia di Costantinopoli presentava caratteristiche comuni a questo libro, un’opera verbosa e di una particolare grevità che mi ha accompagnato pesantemente nella lettura fino all’ultima pagina, vista in tutta sincerità come una liberazione.
Mi spiace scrivere certe cose, ma come ritengo giusto porre in risalto ciò che per me può essere considerato un capolavoro, del pari credo sia doveroso evidenziare anche ciò che non è riuscito o che comunque è inferiore alle aspettative.

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