I colori delle stelle. L'avventura di Van Gogh e Gauguin
Letteratura italiana
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Artisti uniti da un destino di luce e di colore
Dalla penna affabulatrice di Marco Goldin, storico dell’arte, organizzatore di mostre di risonanza internazionale, allievo del grande Guidorizzi, un libro che incanta dalla prima all’ultima pagina.
Consigliato a chi piace conoscere ed approfondire la storia dell’amicizia tra i due grandi pittori Vincent Van Gogh e Paul Gauguin, narrate con uno stile unico, che, chi apprezza l’autore, riconosce tra mille. Goldin è elegante, sentimentale, poetico, narra così bene che l’anima e il cuore vengono letteralmente cullati, incantati. Una volta chiuso il libro si ci sente ancora avvolti da un’atmosfera di luce e di colore, si sente l’odore delle tempere, dei pigmenti, dei solventi...
Un libro di cui ho rallentato volutamente lettura, per il rimandarne la fine.
Attraverso il racconto delle vicende dei due artisti, dei contesti in cui sono nate le loro opere più famose, Goldin ci racconta dei colori e delle atsmosfere dei maggiori quadri di Gauguin e di Van Gogh. Il primo, dall’animo inquieto, instancabile viaggiatore, che si sposta in continuazione, -quando le finanze (che cruccio prosaico, ma purtroppo prepotente!) lo permettono- abituato a stare lontano dalla moglie e dai figli, perché cerca le sue origini e il suo spirito primitivi e selvaggi, un novello Ulisse, continuamente richiamato dal mare “Navigare era stato subito il suo destino, l’infinito orizzonte la sua meta”. Gauguin era solito dire
“(...)sono spesso in viaggio, lontano, cerco le origini, l’altra parte del mondo, perché scavo dentro di me alla ricerca del punto di maggiore profondità di un vuoto”.
Un uomo consapevole della propria arte, sicuro di sè, amante della vita e delle donne, completamente l’opposto di Van Gogh, più chiuso, riservato, insicuro, più inquieto, bisognoso della vicinanza di Paul, che ammirava e di cui temeva il giudizio sulle proprie opere. Una convivenza nella Casa Gialla che col tempo si fece difficile, piena di incomprensioni, di fastidi avvertiti da Gauguin che amava la libertà e l’indipendenza. In una notte in cui Gauguin era lontano e la pazzia invece imperversava e sconvolgeva il suo cuore, Vincent ebbe una illuminazione: continuare il dialogo artistico con Paul e con Bernard
“Così, in quella notte al principio dell’estate in Provenza, sotto le montagne e vicino agli ulivi e ai cipressi, decise di dipingere una nuova notte stellata, ma senza guardarla e solo ascoltandola dentro di sé. Lasciando che entrasse in lui, come qualcosa cui non ci si possa opporre, in alcun modo. Fu un viaggio che durò l’intera notte, con il lume acceso e le stelle nel cielo. (...) Erano luci, era una notte, erano colori. Erano tante stelle nel cielo, grandi e piccole, dentro apparizioni e vento. C’era una luna, un po’ gialla e un po’ arancione, con una rifrazione azzurra e talvolta di un verde acqua marina. Dipingeva un mare nel cielo, la luna era il faro per chi navigava lontano e una scia di luce chiara come quella che si vede al Nord, quando una notte sorge l’aurora boreale. E poi le montagne, che dipinse così diverse da quelle che aveva lì davanti, sulla sua tela del pomeriggio. Erano solo l’adagiarsi di un sogno. Nella luce notturna che scivolava a valle lungo le chine come dorsi lisci d’animale. E poi la valle, con i morbidi lampi delle finestre accese, prima del sonno, prima del sogno. Un campanile, una chiesa, l’eco dell’infanzia lontana in Olanda. L’eco del tempo. E infine il cipresso che si alzava nel cielo e puntava le stelle...”
La lunga citazione voleva essere un assaggio dello stile di Goldin, elegante e incantevole, che avvolge piacevolmente contenuti storicamente rigorosi, per il piacere di chi ama l’arte, ma anche i buoni libri.
Indicazioni utili
Interessante documento da segnalare “Lettere a Theo”, curato da Marco Cescon