Narrativa italiana Romanzi storici I colori delle stelle. L'avventura di Van Gogh e Gauguin
 

I colori delle stelle. L'avventura di Van Gogh e Gauguin I colori delle stelle. L'avventura di Van Gogh e Gauguin

I colori delle stelle. L'avventura di Van Gogh e Gauguin

Letteratura italiana

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I due mesi che i pittori Vincent van Gogh e Paul Gauguin vissero insieme nella Casa Gialla ad Arles, dal 23 ottobre al 23 dicembre 1888, restano tra i momenti più intensi e decisivi dell'intera storia dell'arte. Intensi e talvolta anche drammatici: Vincent si taglierà un orecchio alla vigilia del Natale, Paul fuggirà a Parigi... Sessanta giorni che questo romanzo ricostruisce attingendo alle fonti, dai giornali alle lettere tra i due artisti, e restituendo con sensibilità non solo la storia ma le atmosfere, le ispirazioni, i moti dell'anima. Alla ribalta come veri e propri protagonisti troviamo anche, naturalmente, le decine di quadri che i due artisti dipinsero nelle settimane passate in Provenza, tra il lavoro en plein air nei campi e lungo i canali e quello nel piccolo studio, al piano terra della casa in place Lamartine. Marco Goldin ci accompagna per mano nei luoghi provenzali, tra notti stellate e campi di grano, tra gli uliveti e le piccole montagne delle Alpilles, in Bretagna e a Auvers-sur-Oise dove Vincent morirà. Fino al momento cruciale della partenza di Gauguin dal porto di Marsiglia, sulla nave Océanien, per Tahiti. È il primo giorno di aprile del 1891 e un pittore va incontro al suo destino.



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I colori delle stelle. L'avventura di Van Gogh e Gauguin 2019-10-26 10:36:38 archeomari
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archeomari Opinione inserita da archeomari    26 Ottobre, 2019
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Artisti uniti da un destino di luce e di colore

Dalla penna affabulatrice di Marco Goldin, storico dell’arte, organizzatore di mostre di risonanza internazionale, allievo del grande Guidorizzi, un libro che incanta dalla prima all’ultima pagina.
Consigliato a chi piace conoscere ed approfondire la storia dell’amicizia tra i due grandi pittori Vincent Van Gogh e Paul Gauguin, narrate con uno stile unico, che, chi apprezza l’autore, riconosce tra mille. Goldin è elegante, sentimentale, poetico, narra così bene che l’anima e il cuore vengono letteralmente cullati, incantati. Una volta chiuso il libro si ci sente ancora avvolti da un’atmosfera di luce e di colore, si sente l’odore delle tempere, dei pigmenti, dei solventi...
Un libro di cui ho rallentato volutamente lettura, per il rimandarne la fine.

Attraverso il racconto delle vicende dei due artisti, dei contesti in cui sono nate le loro opere più famose, Goldin ci racconta dei colori e delle atsmosfere dei maggiori quadri di Gauguin e di Van Gogh. Il primo, dall’animo inquieto, instancabile viaggiatore, che si sposta in continuazione, -quando le finanze (che cruccio prosaico, ma purtroppo prepotente!) lo permettono- abituato a stare lontano dalla moglie e dai figli, perché cerca le sue origini e il suo spirito primitivi e selvaggi, un novello Ulisse, continuamente richiamato dal mare “Navigare era stato subito il suo destino, l’infinito orizzonte la sua meta”. Gauguin era solito dire

“(...)sono spesso in viaggio, lontano, cerco le origini, l’altra parte del mondo, perché scavo dentro di me alla ricerca del punto di maggiore profondità di un vuoto”.

Un uomo consapevole della propria arte, sicuro di sè, amante della vita e delle donne, completamente l’opposto di Van Gogh, più chiuso, riservato, insicuro, più inquieto, bisognoso della vicinanza di Paul, che ammirava e di cui temeva il giudizio sulle proprie opere. Una convivenza nella Casa Gialla che col tempo si fece difficile, piena di incomprensioni, di fastidi avvertiti da Gauguin che amava la libertà e l’indipendenza. In una notte in cui Gauguin era lontano e la pazzia invece imperversava e sconvolgeva il suo cuore, Vincent ebbe una illuminazione: continuare il dialogo artistico con Paul e con Bernard

“Così, in quella notte al principio dell’estate in Provenza, sotto le montagne e vicino agli ulivi e ai cipressi, decise di dipingere una nuova notte stellata, ma senza guardarla e solo ascoltandola dentro di sé. Lasciando che entrasse in lui, come qualcosa cui non ci si possa opporre, in alcun modo. Fu un viaggio che durò l’intera notte, con il lume acceso e le stelle nel cielo. (...) Erano luci, era una notte, erano colori. Erano tante stelle nel cielo, grandi e piccole, dentro apparizioni e vento. C’era una luna, un po’ gialla e un po’ arancione, con una rifrazione azzurra e talvolta di un verde acqua marina. Dipingeva un mare nel cielo, la luna era il faro per chi navigava lontano e una scia di luce chiara come quella che si vede al Nord, quando una notte sorge l’aurora boreale. E poi le montagne, che dipinse così diverse da quelle che aveva lì davanti, sulla sua tela del pomeriggio. Erano solo l’adagiarsi di un sogno. Nella luce notturna che scivolava a valle lungo le chine come dorsi lisci d’animale. E poi la valle, con i morbidi lampi delle finestre accese, prima del sonno, prima del sogno. Un campanile, una chiesa, l’eco dell’infanzia lontana in Olanda. L’eco del tempo. E infine il cipresso che si alzava nel cielo e puntava le stelle...”

La lunga citazione voleva essere un assaggio dello stile di Goldin, elegante e incantevole, che avvolge piacevolmente contenuti storicamente rigorosi, per il piacere di chi ama l’arte, ma anche i buoni libri.


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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Marco Goldin “Verso Monet, storia del paesaggio dal Seicento al Novecento”, “Van Gogh disegni e dipinti, capolavori dal Kröller-Müller Museum
Interessante documento da segnalare “Lettere a Theo”, curato da Marco Cescon


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