Gengis Khan. Il figlio del cielo
Letteratura italiana
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Un solo dio in cielo, un solo signore sulla terra
Con questo romanzo, Franco orte ci racconta la storia di uno dei condottieri (o forse il migliore) più grandi che la storia ricordi. Forse non conosciuto come Giulio Cesare o Alessandro Magno, ma Gengis Khan non ha nulla da invidiargli, anzi, sotto il suo comando i mongoli hanno conquistato territori immensi, dalla costa orientale della cina fino a toccare le sponde del mar Morto ad occidente, passando a fil di lama tutti coloro che gli sbarravano il camino, soggiogando re e regine, demolendo imponenti fortezze.
Come in altri suoi romanzi (Carthago e Roma in fiamme che ho recensito) Il bravo Fanco Forte dedica un ampio excursus (circa metà volume) sull'infanzia di Temugin (nome giovanile di G.Khan) Primogenito di Hulun e Yesunghei, un guerriero valoroso, khan dei Keyati e della stirpe dei Borgigin. Yesunghei aveva un sogno, quello di riunire tutte le tribù della steppa sotto un unico stendardo ma alla sua morte, avvenuta per avvelenamento, questo compito passò a Temugin che non ebbe pace finché non avesse conquistato tutti i territori allora conosciuti. Un futuro glorioso attende il giovane khan, un futuro di ricchezza e splendore ma al costo di centinaia di migliaia di vite umane.
Dal punto di vista stilistico, il romanzo è scritto magnificamente, la scena è sempre chiara e ben impressa, i dettagli sono vividi, le descrizioni dei paesaggi spaziano dall'immensa steppa russa ai vasti altipiani del Pamir. Le scende di battaglia (e ce ne sono molte) sono veramente belle, l'imponente cavalleria mongola, le Guran d Gengis Khan sono descritta in tutto il suo splendore, comprese le tattiche di battaglia che Gengis Kan metteva in campo.
Ma è dal punto di vista storiografico che il romanzo eccelle, nessun dettaglio è lasciato al caso. Sono narrate tutte le conquiste di Gengis Khan, dalla conquista della Cina (oltre la muraglia cinese) fino ai confini con la Persia e l'assedio a Samarcanda. Degna di nota è anche la vita privata del generale, dei suoi numerosi matrimoni con le sue 4 mogli e con la sua prima sposa Borte da cui avrà numerosi figli.
I buchi che abbiamo nella vita di Gengis Khan sono stati sapientemente riempiti dalla capacità narrative dell'autore, non di rado ci capiteranno stregoni malvagi che con tutte le maledizioni possibili cercheranno di ostacolare il Grande khan nelle sue conquiste, e devo dire che mi ha fatto piacere spezzare la pura storiografia con eventi che storiografici non sono (tipo l'intervento degli dei, sogni, maledizioni di sciamani ecc...)
Conclusioni: Il romanzo vale la pena di essere letto, è un bel librone di quasi 700 pagine, ma lo consiglio a tutti gli amanti di romanzi storici, anche per distaccarsi dai classici romanzi ambientati a Roma e buttare uno scorcio là dove non guardiamo mai, dove ci sono state le gesta di uomini grandi, forse i più grandi della storia, in oriente, nei territori di Gengis Khan.