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Quattro momenti di assenza, quattro flashback che producono una sensazione straordinaria: "io non esistevo e non avevo il mio nome e la mia storia". La narratrice, nella quale il lettore non fatica a riconoscere l'autrice stessa, in un periodo della sua vita particolarmente difficile, inizia a soffrire di brevi perdite di coscienza, che la immergono in storie più vaste di lei, e nondimeno intime. Vite che si sforza di tenersi strette anche quando ritorna in sé: perché le quattro donne del passato che l'hanno visitata intrattengono una sotterranea corrispondenza con il suo presente. Come accade con Eloisa, splendida cocotte desiderata da nobili e intellettuali, la cui esistenza viene sovvertita dalla partecipazione alla Comune parigina del 1871: l'incontro con Eloisa, il desiderio di seguirne la storia, finisce per segnare la fine del matrimonio della narratrice. Perché, suggerisce Comencini, la scrittura è un atto che modifica, che travolge. "La letteratura è un'esistenza nascosta e pericolosa." Le offre invece una misura della sua solitudine la visione di Sofia, una ragazza che vuole diventare attrice ma sulla sua strada incontra due ragazzi straordinari, Sergio – nel cui personaggio riconosciamo Ejzenstejn – e Gregori, ed ecco che i suoi progetti vengono deviati dall'amore, e dalla Rivoluzione d'ottobre. La terza ragazza che appare alla narratrice è Elda, una giovane operaia friulana ai tempi della Seconda guerra mondiale, nello spietato inverno fra il 1944 e il '45. Mentre l'ultima è una diciassettenne della Swinging London con cui ripercorriamo la rivoluzione sessuale dei primi anni sessanta nelle sue libertà e nei suoi malintesi. Donne comuni, per questo straordinarie, e diversissime fra loro, ma con lo sguardo laterale sulla complessità degli eventi che sono chiamate a vivere. Eroine che incarnano una metà della Storia a lungo nascosta, negletta, ritenuta meno degna, che qui invece Cristina Comencini, narrandola con mirabile vividezza e potenza scenica, chiama a esistere perché appartenga a tutti.



Recensione della Redazione QLibri

 
Flashback 2022-09-29 19:02:04 Mian88
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    29 Settembre, 2022
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Quattro epoche per quattro donne

Cristina Comencini si avvicina alla letteratura da sempre con uno sguardo acuto, sensibile, magnetico, uno sguardo che trafigge e lascia un messaggio sempre profondo. Può piacere maggiormente o minormente a seconda del tema narrato, può convincere più o meno nello stile ma mai le sue opere sono lasciate al caso. Questo vale anche per “Flashback” ultima sua fatica edita da Feltrinelli e disponibile in libreria dallo scorso 27 settembre.
E sono proprio i “flashback” i padroni indiscussi di queste 272 pagine circa. Cosa potrebbe accadere se di punto in bianco la nostra memoria iniziasse a farci brutti scherzi? Se iniziassimo a vivere una sensazione strana, anzi stranissima, in cui non ci riconosciamo più, ci sembra di esistere, non esistiamo, esistiamo, non sappiamo chi siamo, perdite di coscienza, vita che la narratrice incontra e che cerca di tenere strette tra la memoria e il legame, donne del passato che bussano nel ricordo sfuggente e vacuo. Donne di un altro tempo che sono oggi e non solo ieri e che fanno parte comunque del suo quotidiano.
Ecco che ci risvegliamo nella Comune parigina del 1871. Eloisa è una cocotte bramata e desiderata da nobili ed intellettuali. Una storia da scoprire ma che può avere ripercussioni proprio in quel presente che fa parte della vita della nostra voce narrante. Perché le parole non sono mai solo parole, non sono mai fini a se stesse. Sono strumento per conoscerci, strumento che cambia la nostra esistenza, che influisce sul nostro vivere anche in funzione di una solitudine talvolta non conosciuta e conoscibile. E questo accade per mezzo di Sofia, che sogna di diventare attrice e che nel suo percorso incontra Sergio (in cui riconosciamo Ejzenstejn) e Gregori, che scopre l’amore e ancora… pouf, è tempo di Rivoluzione d’ottobre. Ed ancora lei, Elda. Elda che è una giovane operaia friulana ai tempi della Seconda guerra mondiale. Elda che deve affrontarlo quello spietato inverno tra il 1944 e il 1945, un inverno che non perdona, che piega, spezza e colpisce nell’animo. Infine, ultima ma non per importanza, ecco Swinging London e i suoi diciassette anni e la rivoluzione sessuale dei primi anni Sessanta. Accettarsi, accettare la propria diversità in un mondo che sta cambiando ma che ancora non è cambiato.
Donne, volti, storie ma soprattutto storia nella Storia. Perché questo è il romanzo più intimista, personale ma anche sovversivo del romanzo stesso della Comencini in quanto ne sovverte completamente i canoni.
Ancora una volta, inoltre, sono le donne le protagoniste della sua opera. Nelle loro fragilità, nella loro intimità, nella loro straordinarietà, nella loro vita semplice, negli eventi che sono chiamate a vivere, nelle loro cadute, nella loro capacità di rialzarsi. Eroine che incarnano la Storia e che in questa si ergono voci nel vento.
Quattro grandi epoche (la Comune di Parigi, la Rivoluzione bolscevica, la Resistenza, la Rivoluzione sessuale) per quattro momenti di ribellione per quattro persone comuni e come tutti noi.
Al tutto si somma uno stile fluido, diretto, pulito, appetibile per ogni lettore della scrittrice che unisce realtà, finzione narrativa, romanzo storico e riflessione. Una buona prova. Da leggere.

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