Dalla parte di lei
Letteratura italiana
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Dalla parte delle donne
Alba de Cespedes è una scrittrice italiana, di origine cubana, dei primi del Novecento, impegnata attivamente come partigiana nella lotta antifascista nel periodo della seconda guerra mondiale, Clorinda era il suo nome di battaglia. Nel 1944 fonda la rivista Mercurio, che si avvale di altre firme di scrittori importanti dell'epoca, come Moravia, Aleramo, Hemingway, tra gli altri. Quando Mercurio chiude,lei inizia a collaborare col settimanale Epoca, ma nel 1960 la sua rubrica, Dalla parte di lei, viene soppressa perchè secondo Enzo Biagi ha poco seguito.
La sua rubrica presso il settimanale prendeva spunto da un suo precedente romanzo, Dalla parte di lei, appunto, scritto nel 1949.
Il romanzo è narrato in prima persona, dalla protagonista, Alessandra Corteggiani, ed è il racconto della sua vita, nel periodo che va da poco prima della seconda guerra mondiale, passando per la guerra e la resistenza e la ricostruzione poi nel dopoguerra.
La stessa autrice lo definisce "la storia di un grande amore e di un delitto".
La prima parte del romanzo si sviluppa tutta intorno alla figura della madre, e nella descrizione di Alessandra dell'intenso sentimento che le unisce. In questa prima narrazione si denota fortemente la condizione della donna italiana dell'epoca , sottomessa all'uomo, al padre e poi al marito , una donna, il cui solo compito, che le si chiede e che è dovuto, è quello di accudire il marito che lavora, di fare i figli e di prendersi cura della famiglia; una donna che spesso si unisce in un matrimonio combinato e che non è libera di scegliere neanche chi amare.
"Gli uomini non hanno, come noi, tante sottili ragioni per essere infelici. Si adattano, gli uomini: sono fortunati"
Le donnne no, non si adattano.
E nel pieno della sua adolescenza Alessandra subisce una tragedia che le sconvolge la vita, il suicidio di sua madre, il primo atto di ribellione alla condizione femminile, l'unico possibile per lei in quel momento.
L'empatia o meglio la simbiosi con la madre le rende accettabile il gesto, fino a comprenderlo come l'estremo atto di libertà.
Da questo punto chiave si sviluppa la seconda parte del romanzo, dove Alessandra diventa una donna e cerca, a differenza di sua madre, la sua strada e di imporre le sue scelte alla famiglia. S'innamora e sposa un professore antifascista, con tutte le conseguenze del caso, perché il marito, Francesco, per il suo impegno politico viene prima allontanato dall'università e poi imprigionato. Alessandra ha la forza e il coraggio di sopportare tutto per amore ma quello che non può davvero accettare e a cui si ribella con tutte le sue forze è il declino di quell'amore, il fatto che quella passione intensa che aveva conosciuto all'inizio della loro relazione stia lentamente scemando in una tiepida gentilezza, con un bacio su una guancia, o con le paste alla domenica.
"Egli ormai non mi raccontava più ciò che sentiva a causa del suo amore per me: pensava forse che ormai fosse superfluo parlarne: e invece l'amore è proprio nel bisogno di esprimerlo continuamente e nel desiderio di udirlo continuamente espresso."
Alla sua insistente, ossessiva, richiesta di aiuto, il marito è sordo e sottovaluta il suo malessere. La delusione di Alessandra diventa disperazione e porta all'esasperazoine il sentimento che culmina in un raptus di lucida follia.
In questa seconda parte emerge la figura della donna che cerca, perchè è l'unico modo che ha, riscatto nell'amore che è al contempo la sua forza e la sua fragilità. Una donna, e con lei tutte le donne, che vuole essere ascoltata, guardata, stimata e rispettata al pari dell'uomo e che non accetta questa disparità e a cui si ribella con violenza.
In una lettera del 1994, quasi 50 anni dopo l'uscita del romanzo, l'autrice scrive "Posso dire che in una donna anche dalle vicissitudini più deludenti la forza dell'amore emerge sempre come da una fonte inestinguibile. Dalla parte di lei, pur nella sua tragica fine, voleva opporsi a che l'amore fosse una illusione."
Indicazioni utili
Lunghissimo, come lo scorrere della vita
Un libro sulle donne, un libro sull'amore che gli uomini non capirebbero e che poco perdona a quest'ultimi, ma qualcosa la perdona.
E' un libro scritto in prima persona, per cui abbiamo un unico punto di vista e nonostante la protagonista dica di essere oggettiva, in realtà noi conosciamo e conosceremo soltanto il suo punto di vista, le sue emozioni e le sue ragioni, senza conoscere quelle di tutte le persone che entrano ed escono dalla sua vita. Chissà come sarebbe stato questo libro con un narratore onniscente. Secondo me sarebbe stato molto meno intenso, perché da un certo punto di vista la forza di questo romanzo sta proprio nel linguaggio che usa la scrittrice e nelle emozioni che può trasmettere SOLO se chi racconta è il protagonista. Un libro vero, dove credo che qualunque donna si possa riconoscere, basta aver amato nel senso più largo della parola. Un unico neo, è un libro infinito e a volte ti chiedi dove voglia arrivare e ti chiedi se non sia il caso di girare pagina senza leggerla. Ma vale la pena di leggerlo tutto dall'inizio alla fine, peccato che non sia più edito ma si trova ancora in vendita su internet e recentemente è stata pubblicata tutta l'opera della scrittrice nella collana I meridiani