Carthago Carthago

Carthago

Letteratura italiana

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Nel 218 a.C. Cartagine non è più la potenza che ha regnato per cinquecento anni sul Mediterraneo: Roma è la nuova signora dei mari e delle terre conosciute. L'orgoglio dei cartaginesi, però, reclama vendetta. Il giovane Annibale decide di sfidare apertamente l'Urbe e parte per una marcia impossibile che lo porterà a varcare i Pirenei e le Alpi e ad affrontare Roma sul suo stesso territorio. Solo un uomo fra i romani capisce di trovarsi di fronte al più temibile avversario che la Repubblica abbia mai conosciuto: è Publio Cornelio Scipione, affascinato dall'abilità e dall'intelligenza del nemico. Inizia tra i due un confronto a distanza destinato a durare quindici anni, fino alla resa dei conti a Zama.



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Carthago 2014-04-24 15:15:48 Mr. A
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Mr. A Opinione inserita da Mr. A    24 Aprile, 2014
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Annibale contro Roma

Con questo libro, l'ottimo Franco Forte fa una Ricostruzione romanzata della seconda guerra punica combattuta dal 218 a.C. al 202 a.C. tra Cartagine guidata da Annibale e Roma capeggiata da Publio Cornelio Scipione, soprannominato in seguito Scipione l'Africano.
L'autore inizia la narrazione con un piacevole excursus sulla vita dei due comandanti fin dall'infanzia, in cui vengono narrati il primo incontro tra Annibale e la sua futura sposa Himicle e l'incontro tra Scipione e Versilio, uno schiavo comprato al mercato affidatogli dalla madre Pomponia. Sono proprio questi due personaggi, all'apparenza di poco conto, che daranno sostanza alla trama e aiuteranno i due protagonisti nelle loro decisioni. Franco Forte utilizza un continuo scambio di prospettiva durante la narrazione dei fatti, cosa che mi è piaciuta molto perché offre uno scorcio molto ampio su entrambi le fazioni in guerra. Molto accurata la descrizione della vita intima dei due personaggi, forse anche troppo, che permette di trascendere dalla pura storiografia per avventurarsi nei vizi e nei capricci che i grandi generali si concedevano puntualmente.
Nel romanzo sono inserite con cura e nel punto giusto, citazioni, avvenimenti e curiosità come quando Annibale è rimasto cieco in un occhio durante l'attraversamento delle paludi in Italia, in seguito ad una grave infezione che lo costrinse a rimuovere l'intero bulbo oculare.
Quello che non mi è piaciuto molto di questo romanzo, sono le descrizioni delle battaglie (A volte vengono completamente saltate dalla narrazione), descritte in maniera macchinosa e poco attrattive per il lettore che si ritrova in una continua inversione di andamento (prima vincono loro, poi noi, poi loro ecc... ). All'inizio, durante la descrizione delle prime battaglie, l'esercito romano è visto come un branco di formiche rispetto al enorme ed invincibile esercito cartaginese di Annibale (sappiamo che i romani hanno perso , ma con una certa dignità insomma [ma forse sono io di parte]).

Un libro di circa 500 pagine che scorrono molto molto bene, agli appassionati di romanzi storici che non cercano nulla di molto tecnico ma un libro per fare un tuffo nel passato e rivivere una delle guerre che ha messo Roma in ginocchio piacerà tantissimo. Vi sembrerà di trovarvi lì, davanti ad un elefante impazzito che corre verso di voi e l'unico modo per salvarvi è girare la prossima pagina.

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Consigliato a chi ha letto...
Romanzi storici antichi e medievali
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Carthago 2013-09-25 03:23:22 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    25 Settembre, 2013
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Roma et Carthago delendae sunt

Pubblicato nel mese di luglio anche nella collana dedicata ai “grandi romanzi storici” dal Corriere della Sera, Carthago - sottotitolata “Annibale contro Scipione l’Africano” – narra lo scontro tra due personaggi carismatici e dotati di forte personalità: il cartaginese Annibale e il romano Pubblio Cornelio Scipione, detto l’Africano.
I fatti sono quelli della seconda guerra punica: dalla presa di Sagunto (“Ma sapevano che l’obiettivo di Annibale non era quella piccola città dell’Iberia”) lungo tutto l’itinerario (“Attraverseremo l’Ebro … poi marceremo verso i Pirenei, attraverseremo il Rodano e giungeremo in prossimità delle Alpi”) nel corso del quale i cartaginesi sotto l’egemonia del Barcide mettono a ferro e fuoco l’Italia.
Le battaglie si susseguono vittoriose per Annibale, che si avvale sia della cavalleria Numida (“Neri come la notte, cavalcavano senza l’ausilio delle briglie … per tenere le mani libere e lanciare i loro corti giavellotti …”) sia dell’ausilio degli elefanti (“Durante la traversata del Rodano, alcuni elefanti si erano spaventati a tal punto da arrivare a gettarsi in acqua …”) in un drammatico conto alla rovescia (“Gli elefanti avevano patito più di tutti le fatiche della lunga marcia, l’attraversata delle montagne e il clima rigido di quelle regioni”): “Alla fine era sopravvissuto un solo elefante.”
Dopo la battaglia del Ticino, Annibale e gli “africani dagli occhi selvaggi” – passando per “Clastidium, una cittadella fortificata eretta come avamposto avanzato dell’Urbe in Gallia Cisalpina” – si scontrano con i romani presso il Trebbia (“I cartaginesi hanno attirato i nostri in una trappola”), in prossimità del lago Trasimeno e nella famosa battaglia di Canne.
Alla strategia cinica, non soltanto militare, di Annibale (“… I sacrifici che compivano in onore di Mot, Baal e Anat non erano sufficienti, ma Annibale aveva sempre reagito con collera, affermando che la loro impresa non doveva sottostare al capriccio degli dei…”) si contrappongono la razionalità e la lungimiranza politica di Scipione: “Publio era contento che il Barcide fosse ancora alla testa del suo esercito … Perché voleva esserci anche lui sul campo di battaglia, quando le legioni l’avrebbero affrontato e sconfitto.”
Quando i romani sembrano in balia dell’invasore punico, Scipione intraprende la riconquista astuta di Nova Carthago: “Le maree, da queste parti, sono ricorrenti e di un certo peso”. Un atto che avvia l’offensiva romana, che avrà il suo epilogo in terra d’Africa: a Zama.

La contrapposizione tra i due titani della guerra che impegnò l’ultimo scorcio del III secolo a.C. è molto efficace e plastica. La narrazione romanzata, anche grazie agli aneddoti che rinverdiscono le memorie di chi al liceo si è spesso cimentato in traduzioni dal latino, risulta avvincente e affascinante.
Franco Forte, anche autore di thriller storici come “Il segno dell’untore”, combina riferimenti colti senza appesantire il romanzo con espressioni latine (“i centurioni primipili e … due littori con le insegne”) e accompagna il lettore tra battaglie, convivi sui triclini, mercati di schiavi e messaggi in pergamena, senza trascurare sentimenti ed erotismo dei personaggi.
Un libro che non può mancare agli appassionati del romanzo storico e a chiunque voglia imBARCArsi nel genere letterario del quale Franco Forte è maestro.

Bruno Elpis

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Consigliato a chi ha letto...
... Il segno dell'untore dello stesso autore.
Romanzi storici e thriller storici.
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Carthago 2011-11-17 10:05:09 bucintoro
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bucintoro Opinione inserita da bucintoro    17 Novembre, 2011
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carthago

per chi ama il genere storico, ma non troppo approfondito, questo libro piacerà di sicuro. scorrevole, piacevole e capace di tenere desta l'attenzione nel lettore sino al termine. leggendolo mi sembrava di rivedere alcuni scritti di Valerio Massimo Manfredi e questo a mio avviso è un buon segno. parla delle battaglie tra annibale e scipione (padre e poi con il figlio), avvenute tra la regione iberica, le alpi e le pianure italiche alle porte di roma ,per poi trasferirsi a cartagine ,la città di Annibale. buona descrizione delle battaglie seppure con alcune inesattezze storiche, che pero' nulla tolgono al godimento della lettura. piuttosto bello.

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Carthago 2011-08-01 07:41:17 Giulio Colleferri
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Opinione inserita da Giulio Colleferri    01 Agosto, 2011

Non risponde alle aspettative

Ricottura, sia pur scorrevole e avvincente, di altri libri(numerosi) che ho leto su Annibale; le battaglie non sono descritte cpome si impone ad un romanzo storico; si indugia invece su particolari che - pur verosimili - non sono affatto probabili, errori appariscenti, come quello di Himilce che segue Annibale e gli esstae il bulbo oculare incrabilmente malato (Annibale fu colpito da 'uveite' che fa perdere la vista ma non sfigura un volto, cfr.Granzotto); anzi la benda fu portata solo all'inizio; descrizione dei paesggi e scenari dell'epoca generica e banale. Privo di indagine storica il 'retrofronte' di Cartagine che costò ad Annibale la sconfitta, più delle armi e della strategia degli Scipioni.Forse,peò, la mia delusione è dovuta al molti libri - ottimi - che ho letto sull'argomento. Per rimanere nei romanzi storici l'ultimo "ANNIBALE" di David Antony Durham. Forse, però, le leggi del mercato assumono altri schemi.

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Carthago 2010-09-22 17:57:08 Forina
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Forina Opinione inserita da Forina    22 Settembre, 2010
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Quando la Storia appassiona

Uno straordinario romanzo, che affronta un periodo della storia di Roma antica con il piglio di uno storico che compie una accurata ricostruzione della seconda guerra punica, e la capacità di un grande narratore di rendere tutto appassionante e coinvolgente. Sorprendenti alcune figure ignorate dalla storia ufficiale, come la moglie di Annibale, Himilce, e lo schiavo di Publio Cornelio Scipione, il siracusano Versilio, che contribuiscono a dare sostanza alla vita intima dei due grandi condottieri che si affrontano per tutto il romanzo.
Spettacolari le ricostruzioni delle battaglie fra cartaginesi e romani, con un'accuratezza che però non diventa mai fine a se stessa e non annoia.
Quasi 500 pagine che scorrono con una piacevolezza incredibile, e che portano il lettore al seguito delle imprese di Annibale e di Scipione l'Africano, con un'abilità tale da farci credere di essere stati davvero in quell'epoca.

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Romanzi di storia e di avventura, ma in generale la buona letteratura d'intrattenimento
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