Baudolino Baudolino

Baudolino

Letteratura italiana

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Un giovane contadino piemontese conquista il favore dell'imperatore Federico Barbarossa e ne diventa il figlio adottivo, spingendolo ad affrontare mirabolanti imprese. Un'avventura picaresca, un intreccio poliziesco e, in parte, fantastico ambientato al tempo delle crociate.



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Baudolino 2012-07-09 12:49:23 DanySanny
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DanySanny Opinione inserita da DanySanny    09 Luglio, 2012
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Baudolino alias d'Artagnan

Scrivendo questa recensione rischio di mancare d'obiettività, per il semplice fatto che io adoro questo scrittore. Ogni volta che leggo un suo saggio o un suo romanzo mi chiedo continuamente come faccia a ideare storie così avvincenti, ad esplorare argomenti così sconosciuti a modellare la cultura senza tradirne, ideando una trama, il senso originario.

Prima di iniziare la vera e propria recensione, vorrei puntualizzare alcuni punti.
Nell'immaginario collettivo il nome di Eco si collega, come per un rapporto atavico ed immutabile, ad un genere letterario che s'identifica con il romanzo dotto; identificazione, questa, legata al primo romanzo dello scrittore che lo ha classificato in un modello rigido da cui non è semplice uscire.
Baudolino è appunto questo: il tentativo di uscire da uno schema, di dimostrare la propria versatilità, di creare una storia capace di affascinare e di stupire il lettore.

Quella di Baudolino, è per l'appunto una storia inusuale per Eco: leggera, coinvolgente, di facile approccio. Senza rinunciare a consueto sfoggio di cultura (qui molto ridotto e indispensabile per creare uno sfondo storico tangibile), Eco idea una galleria di personaggi indimenticabile, ora caricature, ora esseri scavati fin nel profondo dell’anima, tutti legati indissolubilmente e ironicamente a quello che è uno dei protagonisti letterari più godibili di sempre: Baudolino.

Per chi ha letto I tre moschettieri, è inevitabile il paragone con d'Artagnan: entrambi mentono, entrambi sono attaccati al denaro, entrambi contribuiscono a creare gli eventi storici della propria epoca e tutti e due possiedono un ingegno straordinario. La penna di Eco, mai così semplice e appassionata, conduce in una storia fantastica, tra assedi, corti, cattedrali, intrighi, notti brave e città favolose. Perché Baudolino ha bisogno di uno scopo. Tutti gli uomini ne necessitano. Lo scopo di Baudolino è quello di raggiungere il Prete Giovanni, il suo tormento fin dalla giovinezza, il governatore di un regno idilliaco ai confini del mondo, un regno alimentato dalle fantasie giovanili, da un miele che provoca visioni e dal disperato tentativo di seguire uno scopo, quanto più prezioso possibile. Inizia dunque un viaggio, non solo concreto, ma anche interiore, che rispettando la più grande tradizione letteraria, conduce il protagonista a riflettere, in un clima di costante ilarità, sulla guerra, sull'amore, sulla morte, sulla verità e sulla menzogna, indispensabile per raggiungere il regno del Prete Giovanni. Per adempire il proprio onore. Quello di Baudolino è in realtà un nostos, un ritorno verso le sue origini, attraverso la sua storia, un viaggio alla ricerca della verità, quest'illusione capace di completare la vita.

Una storia avvincente, ambientata in un medioevo splendidamente rievocato, ricca di ammiccamenti storici facilmente individuabili: il contrasto tra latino e volgare dopo la caduta dell'impero Romano, il conflitto tra Impero e i primi Comuni, la falsificazione delle reliquie, il peso della fede e il nascere delle prime scuole, delle prime università. Non è il solito Eco. No, questo è un grandissimo scrittore che tenta con tutto se stesso di svincolarsi dalle opinioni comuni. E con Baudolino c'è riuscito.

Grazie Umberto, grazie della tua storia, grazie per avermi cullato con le tue pagine, con la tua voce, come un nonno che porta il nipote sulle ginocchia e lo accompagna nel sonno, con leggerezza, semplicità e quell'ironia che vivacizza l'insieme. Grazie per essere stato quel nonno che non ho mai avuto. E sì, qualcuno più bugiardo di te che ha recensito questa storia c'è (io e te ci siamo capiti ;-) .)

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Baudolino 2012-06-24 19:31:07 rakovic
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rakovic Opinione inserita da rakovic    24 Giugno, 2012
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Fantasy stile Eco

Dopo l'inutile "L'isola del giorno prima" Eco si sbizzarrisce facendo raccontare ad un bugiardo matricolato le più grosse panzane possibili ed immaginabili. Ne scaturisce un libro scorrevole e piacevole un po' inusuale per un autore solito ad addentrarsi nei meandri della storia: qui la fanno da padrone creature fantastiche e situazioni paradossali ottenendo un "fantasy" d'autore che vale la pena di leggere. Sottovalutato.

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Baudolino 2012-02-08 13:02:56 valeg
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valeg Opinione inserita da valeg    08 Febbraio, 2012
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Il miglior Eco

Prendete un illustre professore,probabilmente il miglior medioevalista del pianeta,che esprime in ogni parola , in ogni personaggio,in ogni sua vicenda i colori chiaroscuri della cultura,niente di casuale,non una parola che non sia frutto di sapienza e di passione,avrete Umberto Eco. Adesso immaginatevi la miglior creatura che possa scaturire dallo sconfinato calderone di sapere che è la mente di questo scrittore,e avrete Baudolino della Fraschetta,uomo nato nella nebbia con la capacità di vedere oltre,lontanissimo. Adesso avete Il padre ed il figlio il frutto è un opera scorrevole,coinvolgente,appassionante,mai noiosa,divertente,dove vivrete il pulsare frenetico della storia in ogni frase,in ogni vicenda. Diverrete,da semplici contadinotti della pianura Piemontese,figliocci del sacro romano imperatore Federico il Barbarossa,con lui assedierete città,amerete di passione travolgente,studierete a Parigi tra inesauribili biblioteche e notti brave,influenzerete la politica europea,intraprenderete crociate,viaggi infiniti verso regni fantastici abitati da creature mitiche,alla ricerca eterna dei simboli smarriti del cristianesimo. Perché Baudolino ha compreso che l’uomo ha bisogno di avere una missione,di intraprendere un’ardua ricerca,l’obbiettivo non è trovare un oggetto mitico o un luogo leggendario,questo rende lecito e a volte indispensabile la menzogna,la manipolazione della storia,perché il traguardo è il più nobile degli obbiettivi e tutto giustifica,ritrovare se stessi nell’eterna ricerca della verità. Questo splendido romanzo lo consiglierei anche a chi non ama Eco,perché per una volta l’immenso nonno Umberto toglie gli abiti dell’insigne divulgatore,e veste quelli del sapiente intrattenitore,senza diventare banale e restando sempre ricchissimo di contenuti. Baudolino dice:”non sempre i grandi poeti sono diarroici,talora sono stitici,e sono i più grandi…”,peccato allora signor Eco che lei,per me, sia il più grande!!!

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